Al festival Encuentro di Perugia si è accesa una polemica che ha coinvolto la scrittrice ispano-ucraina Margaryta Yakovenko e il professore russo Oleg N. Misko. La Yakovenko ha deciso di non partecipare a un dibattito sulla guerra in Ucraina a causa della presenza del docente russo, suscitando un acceso dibattito sull’importanza dei diversi punti di vista.
La decisione di Margaryta Yakovenko al festival Encuentro
La scrittrice ha spiegato la sua scelta in una lunga lettera agli organizzatori, sottolineando il suo dolore personale e il disagio di dover condividere lo spazio con un rappresentante del Paese invasore.
“Nei 27 mesi di guerra non ho mai dovuto condividere il mio tempo, né il mio spazio, con una persona del Paese che ha invaso il mio”,
ha scritto la Yakovenko.
Ha descritto le tragiche conseguenze del conflitto sulla sua famiglia, tra cui la morte di due nonni e la condizione di rifugiati di molti suoi parenti. Per lei, la presenza di un russo al dibattito rappresentava una mancanza di rispetto verso le sofferenze del popolo ucraino.
La risposta degli organizzatori del festival Encuentro
Gli organizzatori del festival hanno risposto con comprensione, ma hanno anche difeso l’importanza di ascoltare prospettive diverse. “Comprendiamo lo stato d’animo di Margaryta Yakovenko e le siamo vicini”, hanno dichiarato. Tuttavia, hanno ribadito che un dibattito arricchente include voci diverse e che la presenza di entrambi gli studiosi avrebbe offerto una preziosa occasione di confronto per il pubblico.
La vicenda solleva importanti domande sulla gestione dei conflitti e sul ruolo degli intellettuali nel promuovere il dialogo. In un contesto di guerra e dolore, è possibile trovare un equilibrio tra rispetto e necessità di confronto?
Cosa ne pensi quello che è accaduto al festival Encuentro? Pensi che sia giusto evitare il confronto con persone di nazioni con cui si è in conflitto, o è più importante ascoltare tutte le voci, anche quelle più scomode? Condividi la tua opinione nei commenti!