Fra le tante giornate dedicate a questa o a quella ricorrenza, tante e pure troppe direi, poteva mancarne una dedicata ai nonni? Se la domanda è scontata la risposta è più che ovvia… E cosí il 2 ottobre ecco la festa dei nonni! Fra mamme, papà, fratelli e nonni, arrivati a questo punto manca solo una festa dedicata ai figli e ai nipoti… O esiste già e sono io ad essere poco informata? Non saprei, mi riprometto di indagare in proposito.
Esclusi quei luoghi comuni che, se pur dati per scontati hanno sempre un fondo di verità, è vera quell’affermazione che dichiara i nonni “genitori due volte”: figure indimenticabili per chi ha avuto la gioia di poterli vivere in pieno e di conservarne la memoria. Genitori due volte a pieno titolo, specie in una società dove, a causa di impegni e ritmi di lavoro frenetici, sono i nonni che si ritrovano a crescere i figli dei figli e ad essere vere figure di riferimento e di aiuto a tutti i livelli.
La figura dei nonni è molto cambiata nel tempo e se prima poteva essere identificata con quella di due adorabili vecchini spesso aterosclerotici, oggi le mutate condizioni di vita e “l’attitudine giovanile” li differenziano dal passato. La cosa che è invece è immutata è la loro importanza nella crescita emotiva e relazionale dei bambini.
Festa dei nonni in poesia
Approfitto della festa dei nonni, quindi, per fare un rapido excursus e rispolverare qualche poesia a loro dedicata: sono versi del secolo scorso, indicativi di quanto siano cambiati i tempi. È strano ma sembra (e dico sembra perché possibilmente è una mia lacuna) che a parte qualche filastrocca non vi siano testi poetici contemporanei dedicati ai nonni.
E a questo punto mi auguro che chi frequenta versi e affini dedichi poemi interi alla figura dei nonni penso che se lo meritino…
D’inverno ti mettevi una cuffietta/ coi nastri bianchi come il tuo visino,/ e facevi ogni sera la calzetta,/ seduta al lume, accanto al tavolino./ Io imparavo la storia sacra in fretta/ e poi m’accoccolavo a te vicino/ per sentir narrar la favoletta/del Drago Azzurro e del Guerrier Meschino.
È chiaro che il prototipo di nonna descritta nei versi di Gabriele D’Annunzio, riportati sopra, appartiene ad un’epoca molto lontana dalla nostra. Oggi le nonne non indossano la cuffietta, anzi spesso sono donne ancora molto attive e sprint ma, come la nonna del vate superuomo, sanno ancora affascinare i nipoti con le loro storie di altri tempi.
I nonni, comunque, sono nonni in ogni tempo e per i nipoti conservano nel profondo del cuore quell’affetto incondizionato che, festa o non festa del 2 ottobre, ricordo, gratitudine e riconoscenza o dimenticanza e ingratitudine che sia da parte dei nipoti, non finirà mai.
Liberi da responsabilità educative e con quell’esperienza di vita che solo chi è avanti con gli anni può avere, i nonni sanno stabilire con i nipoti quel particolare filo diretto che un genitore non potrà mai avere: la lungimiranza appartiene in larga misura a chi ne ha viste tante nella vita e le ha superate tutte e se non è riuscito a superarne qualcuna, ha saputo lo stesso guardare oltre.
Lo afferma anche Bruno Tognolini nei suoi versi, (Dedicato ai nonni)
Ci sono delle cose che solo i nonni sanno,/ son storie più lontane di quelle di quest’anno./
Ci sono delle coccole che solo i nonni fanno,/ per loro tutti i giorni sono il tuo compleanno./
Ci sono nonni e nonne che fretta mai non hanno:/ nonni e nipoti piano nel tempo insieme stanno.
È il tempo il miglior alleato dei nonni, quel tempo contro il quale loro non combattono più, liberi finalmente dopo una vita di lavoro. Il tempo che si dilata nelle ore di solitudine ma che diventa troppo stretto quando invece possono dedicarlo ai nipoti. Anche da questo nasce quella speciale complicità che accomuna due generazioni distantissime fra loro ma che rende speciale lo scambio emozionale.
Jolanda Restano, descrive bene questa condizione ne Il nonno:
C’è un amico assai speciale/ con cui gioco niente male;/ con lui scherzo, parlo, rido,/
e felice a lui m’affido./ Se ho i compiti da fare o se invece vo’ a giocare,/ non importa, sai perché? Lui è sempre accanto a me!/ Che sia giorno, notte o sera,/ alba, inverno o primavera,/ che sia estate oppure autunno/ io sto bene con il nonno!
Altro che dedicare soltanto un giorno all’anno alla festa dei nonni, andrebbero festeggiati almeno una volta al mese. E non soltanto perché sono spesso “l’area di parcheggio” della prole di figli sempre di corsa…
Festa dei nonni, un po’ di storia
La festa dei nonni è una ricorrenza diffusa in molte aree del mondo ma non ha una data fissa uguale per tutti gli Stati: in Italia è stabilita il 2 ottobre, mentre altrove le date variano tra settembre e ottobre. In Francia ci sono addirittura due date per festeggiare i nonni e le nonne separatamente.
Creata negli Stati Uniti d’America nel 1978 durante la presidenza di Jimmy Carter, la festa dei nonni è stata il frutto di una proposta di Marian McQuade, una casalinga della Virginia Occidentale, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti. La McQuade incominciò a promuovere l’idea di una giornata nazionale dedicata ai nonni nel 1970, lavorando con gli anziani già dal 1956. Riteneva, infatti, come obiettivo fondamentale per l’educazione delle giovani generazioni, la relazione con i loro nonni.
Negli Stati Uniti la festa nazionale dei nonni (in inglese, National Grandparents Day) viene celebrata ogni anno la prima domenica di settembre. La data tutta italiana del 2 ottobre coincide con il ricordo liturgico degli Angeli Custodi e se non bastasse, i nonni hanno anche dei santi patroni: Sant’Anna e San Gioacchino, genitori di Maria e nonni di Gesù, che vengono celebrati il 26 luglio.
Tra le piccole curiosità legate alla festa dei nonni c’è anche quella del fiore ufficiale, il nontiscordardimè che ha un suo significato intrinseco: rappresenta insieme una promessa e una richiesta. La promessa dei nonni nei confronti dei nipoti, fatta e mantenuta per la vita e anche oltre; la richiesta sommessa e umile, come è appunto il fiore in questione, di essere ricordati con affetto anche quando saranno diversamente vivi.