Caro iCrewer, l’inizio di settimana spesso porta con sè un certo senso di frustrazione e fallimento.
Magari il weekend non è andato secondo i piani o ci siamo ritrovati a lunedì senza avere la minima idea di quale buco nero abbia ingoiato le ultime 48 ore, fatto sta che in alcuni momenti il senso di incompiuto e di sbagliato non ci lascia andare.
Se ti ritrovi in queste parole ti consiglio di prenderti cinque minuti del tuo tempo, per un caffè motivazionale che potrebbe farti vedere le cose e affrontare questa settimana con un nuovo punto di vista.
Fallimento: perchè siamo tanto ossessionati dalla perfezione?
Se abbiamo avuto un’infanzia serena, probabilmente ci siamo sentiti ripetere più e più volte che “sbagliando si impara”. Siamo però poi cresciuti con un soffocante senso del dover fare sempre tutto bene. Come ci siamo arrivati?
Ci hanno insegnato a colorare, ma dentro i margini. A scuola hanno iniziato a sottolineare i nostri errori con la penna rossa, e così giorno dopo giorno abbiamo interiorizzato che sbagliare è sbagliato.
Crescendo, le correzioni con la penna rossa hanno preso solo altre forme. Così quando il lavoro, le nostre relazioni, la famiglia e i nostri progetti non vanno secondo i piani, buona parte della nostro equilibrio e la nostra soddisfazione finiscono per schiantarsi contro la dura realtà.
L’errore diventa il nemico da evitare a tutti i costi e ci riempiamo di stress e ansia pur di non doverci trovare a fronteggiarlo. Ma evitare l’errore è davvero la strada giusta?
Ad ogni nuova esperienza ma anche ogni giorno, affrontiamo quello che abbiamo pianificato e anche una parte di situazioni del tutto inaspettate. Va da sè che qualcosa alla fine della giornata potrebbe non essere andato come da copione.
Come gestire allora i nostri errori e le nostre mancanze? Di fronte a questo dilemma, le strade possibili da percorrere sono tre: fregarsene totalmente, subire la frustrazione o prendere coscienza dell’errore e cercare di far meglio con serenità.
Dato che ignorare l’errore non aiuta a risolverlo, e caricarci di stress e frustrazione aggiunge solo un ulteriore problema, a mio avviso la terza strada è l’unica in grado di farci evolvere.
Come farlo? Ciascuno ha il proprio modo di affrontare gli ostacoli, a me aiutano tre domande: Cosa ho sbagliato? Quali alternative ho? Come posso fare meglio?
Se dalle risposte che ti sei dato ti accorgi che non avevi il pieno controllo per evitare quello che è successo, o comunque hai fatto ciò che ritenevi giusto o possibile, ti consiglio di perdonarti, accettare serenamente l’errore e continuare a fare del tuo meglio. Questo non vuol dire arrendersi alla prima difficoltà, ma evitare di torturarsi inutilmente dopo aver fatto tutto il possibile.
Con un approccio senza inutili giudizi, si impara ad accettare se stessi e i propri sbagli. In questo modo si torna a focalizzarsi velocemente su ciò che è davvero importante, senza perdere tempo rimuginando su cose che non possono essere cambiate.
Gli errori sono parte inegrante del nostro percorso, e in alcuni casi una deviazione inaspettata può addirittura portarci a opportunità che inizialmente non avevamo nemmeno preso in considerazione.
A scuola di fallimento
Tutto, anche affrontare il fallimento, è una cosa che è possibile imparare.
Se ti va di approfondire come affrontare errori e fallimenti con un altro approccio, ti consiglio di leggere Il fallimento è rivoluzione. Perchè sbagliare fa bene. di Francesca Corradi. Un manuale di self help ma anche la testimonianza di chi nella vita ha sbagliato, ma ha soprattutto imparato dai prori errori e ha modificato la propria rotta.
Con un team d’eccezione fatto di psicologi e neuroscienziati, Francesca Corradi ha fondato una vera e propria Scuola di fallimento. I suoi corsi stanno aiutando studenti, lavoratori, manager, ma anche cuori infranti e persone che si sentono schiacciate dal peso di una sconfitta.
Questo manuale contiene le sue lezioni, un percorso in grado di insegnarci ad accettare gli sbagli, sdrammatizzarli e usarli a nostro favore. Un metodo in grado di aiutarci a cambiare mentalità e ad accogliere l’errore.