Fabrizio Borgio ritorna in libreria e sul digitale con Panni sporchi per Martinengo il nuovo giallo targato Fratelli Frilli Editori. Protagonista del noir è Giorgio Martinengo, investigatore privato e personaggio chiave della serie di polizieschi creato dalla fantasia dallo scrittore piemontese. Il romanzo infatti esce dopo la pubblicazione di Asti e ceneri sepolte, il primo della serie uscito nel 2016, Morte ad Asti e La Ballata del re di pietra, tutti editi dalla stessa casa editrice.
Fabrizio Borgio la scrittura, la passione per il cinema e l’incontro con i fratelli Frilli
Ma chi sono i fratelli Frilli? Loro si ritengono dei “pazzi scriteriani” per aver realizzato il sogno non proprio “tascabile” come i loro noir.
Nel 2000 infatti i fratelli Frilli hanno deciso di riqualificare Genova dal punto di vista editoriale creando una nuova casa editrice.
L’obiettivo iniziale era dare voce agli scrittori liguri meno conosciuti con la possibilità di superare i confini regionali dando spazio a pubblicazioni che incontrassero le esigenze di un pubblico di lettori più vasto.
La spinta giusta è coincisa con la pubblicazione immediata di testi relativi ai dolorosi fatti del G8, ma il successo è arrivato con Le quattro giornate di Genova, all’epoca dei fatti, in testa alle classifiche dei libri più venduti d’Italia.
Un punto d’inizio fondamentale che ha consentito alla casa editrice di raggiungere la notorietà e di far nascere e incrementare la collana Noir, fiore all’occhiello della produzione letteraria con più di 200 titoli. I progetti dei Fratelli Frilli non si sono certo fermati, nel 2012 hanno creato l’antologia Toscana in giallo e ancora oggi sono pronti ad accogliere chiunque abbia voglia di raccontare una storia, perché “senza prendersi troppo sul serio, vale la pena continuare a sognare!”
Fabrizio Borgio è tra gli autori che hanno aderito con piacere all’iniziativa della casa editrice accettando di pubblicare due romanzi e la serie noir dedicata a Martinengo.
Qualche piccola nota biografica? Lo scrittore è nato ad Asti nel giugno del 1968. La sua passione per letteratura inizia durante l’adolescenza, inizia a scrivere racconti scoprendo anche una forte passione per il cinema. Lavora nell’esercito ma dopo qualche anno sceglie di lasciare la divisa per entrare negli ambienti artistici. Segue stage di sceneggiatura con grandi personalità del cinema, tra cui Mario Monicelli, Giorgio Arlorio e Suso Cecchi d’Amico e collabora come sceneggiatore e soggettista con il regista astigiano Giuseppe Varlotta.
Tra i generi preferiti la fantascienza, l’horror, il mistero, i gialli e noir senza disdegnare altri generi letterari. L’esordio infatti è con un racconto breve presentato al concorso letterario “Il nocciolino” di Chivasso, con il quale riceve il premio della giuria. Seguono poi Arcane le Colline del 2006 e La Voce di Pietra uscito nel 2007.
Per Fratelli Frilli Editori, Borgio pubblica nel 2011 Masche (terzo classificato al festival Lomellina In Giallo) e nel 2012 La morte mormora. Nel 2014 esce Vino rosso sangue, il primo noir che vede protagonista l’investigatore privato Giorgio Martinengo.
Alcuni suoi racconti si possono leggere nelle antologie Una Finestra sul noir e 44 gatti in noir. Sempre nel 2018 ha firmato la sceneggiatura con il documentarista Antonio De Lucia del cortometraggio Io resto ai surì in fase di distribuzione.
Fabrizio Borgio un’altra indagine per Martinengo, alle prese questa volta con il caporalato
Il noir è ambientato tra le Langhe e Monferrato e come tutti libri di Borgio, oltre all’enigma in sè, il racconto affronta molti temi scottanti come spiega lui stesso.
Raramente affronto una sola tematica nei miei libri, penso che mostrare sfaccettature fra le più disparate all’interno della stessa vicenda renda la trama più interessante e articolata.
Parto da un’idea e poi, rileggendo appunti sparsi mi ritrovo a incastrare concetti diversi costruendo le trame. In particolare in questo libro mi interessava introdurre alcune considerazioni sul concetto di famiglia, sulla differenza tra la famiglia come sentimento rispetto alla famiglia come istituzione. Il resto sono quasi conseguenze.
In Panni Sporchi per Martinengo viene affrontato infatti il tema del caporalato, un fenomeno purtroppo in espansione sul quale Fabrizio Borgio è molto critico,
“È una realtà presente e diffusa anche nel profondo nord, perché è un’orrenda pratica che non si è mai estinta e che a dispetto dell’essere nel ventunesimo secolo, condizioni che inconsciamente credevamo appannaggio del passato sono vive e fiorenti. Il caporalato è una barbara metafora e in troppi aspetti ricorda e riflette il mondo del lavoro, oggi”.
Panni Sporchi, un’indagine tutta in famiglia per Martinengo
La nuova sfida per Martinengo inizia all’interno della propria famiglia quando la zia gli chiede, sospettosa di fare un indagine sul patrimonio del marito, reo di condurre una vita troppo lussuosa. A questo si aggiunge le perplessità del titolare di una ditta di bevande sull’operato del suo braccio destro, sospettato di fare il doppio gioco con la ditta concorrente.
Nulla di più facile per l’investigatore che i poco tempo scopre il legame del giovane con la moglie dello zio già coinvolto nelle indagini. Le indagini portano a società sospette e a una cooperativa di Canelli in odor di caporalato. Intanto, durante un torrido settembre, si preparano le vendemmie. Indagini multiple, grane di famiglia, mafie dall’est e l’aiuto di un outsider dai modi spicci e le mani pesanti attendono Martinengo e sarà tutto più difficile.
Ti ricordo che Panni sporchi è già disponibile nelle librerie e su Amazon!
Buona lettura!