Caro iCrewer, hai mai sentito parlare degli ex libris? Io ne sono venuta a conoscenza quest’estate, mentre stavo preparando un esame e ne sono rimasta affascinata, perchè non sono solo un modo per rendere unici i propri libri ma alcuni sono delle vere e proprie opere d’arte!
Sei curioso di sapere di cosa sto parlando? Iniziamo allora questo viaggio dalla domanda più importante di tutte:
Cosa sono gli ex libris?
Gli ex libris (dal latino, “dai libri di”) sono delle etichette poste sulla copertina o sul frontespizio di un libro e spesso sono decorate con un’illustrazione e il nome della persona o dell’ente a cui appartiene il volume. Come puoi intuire, il loro scopo è infatti quello di indicarne il proprietario, proprio come gli adesivi che attaccavi sui quaderni di scuola o come la tua firma sulla prima pagina di un testo!
Si possono trovare in varie forme e in diversi materiali: possono essere dei contrassegni di cuoio o in tessuto, cartellini di carta e persino dei sigilli in ceralacca. I più diffusi e conosciuti sono però quelli creati tramite un timbro ad inchiostro e, a parer mio, sono anche i più belli, perchè ricordano i vecchi metodi di stampa.
Un po’ di storia
In effetti, queste etichette hanno molto a che vedere con l’invenzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo: avendo più libri in circolazione, ai loro possessori faceva comodo inserire una decorazione identificativa nelle prime pagine della propria copia, specie se essa faceva parte di una collezione bibliografica vasta e di una certa importanza. In questo modo, se il libro veniva prestato, c’erano buone possibilità che tornasse al suo legittimo proprietario.
La pratica di contrassegnare i documenti era però già conosciuta prima della tecnica tipografica di Gutenberg! Non si sa di preciso quando gli ex libris sono apparsi per la prima volta, ma i più antichi sono stati trovati nei cataloghi di monasteri e conventi e persino nelle raccolte private di qualche nobile. Questi primi esempi sono riconoscibili per la decorazione con lo stemma araldico della famiglia del proprietario oppure con il motto religioso della congregazione monastica. A volte, la scritta era una vera e propria maledizione divina, che minacciava chiunque non avesse restituito il manoscritto!
Come ho già accennato prima, questa usanza si è poi diffusa con l’invenzione della stampa, cambiando completamente le regole del gioco. Se prima gli ex libris erano talloncini estranei al libro, adesso venivano stampati su carta con un apposito timbro personalizzato. Grandi artisti avevano messo la loro bravura nel creare i sigilli intagliati nel metallo per conto del committente, rendendo così gli stampini delle vere e proprie opere d’arte. Fra i nomi celebri, nel XV secolo troviamo Albrecht Dürer (1471-1528), ma anche tra i pittori avanguardisti del primo Novecento troviamo esempi illustri, come Gustav Klimt (1862-1918), Koloman Moser (1868-1918) e più recentemente Maurits Cornelis Erscher (1898-1972).
Da semplici etichette ad oggetto di culto
Inutile dire che grazie alla mano degli artisti, queste etichette sono diventate degli oggetti di culto, ricercati sia da chi vuole personalizzare la propria raccolta bibliografica sia da collezionisti. Basta fare un giro fra mostre o mercatini dell’antiquariato per vedere come ancora oggi gli ex libris siano un fenomeno in voga!
Dopotutto, come è possibile non cedere al fascino di questi meravigliosi timbri che raccontano tanto della persona per cui sono stati fatti? Ormai gli ex libris non contengono più simbologia araldica, ma sono creativi e racchiudono un tratto distintivo del proprietario. Può essere l’animale preferito, un oggetto particolarmente caro, una pianta o addirittura un ritratto. Insomma, non c’è limite alla fantasia!
Pensando all’enorme importanza che queste stampe hanno avuto nella storia e al loro stretto rapporto con i libri, la letteratura non poteva restarne indifferente. Sto pensando ovviamente agli scrittori che si sono fatti realizzare il loro personale ex libris, come Johann Wolfgang Goethe (1749-1832), Rainer Maria Rilke (1875-1926), Gabriele D’Annunzio (1863-1938) e Leonardo Sciascia (1921-1989).
Per non parlare poi della saggistica e degli studi ad essi dedicati! Caro iCrewer, se sei interessato a saperne di più, ti consiglio due testi per approfondire: inPrimere l’idea – Preistoria, storia e futuro nella comunicazione attraverso l’ex libris di Gian Carlo Torre e Giovanni Daprà (Bozzi Multimedia, 2010) e Ex libris: storia, stili, significati, tecniche, collezionismo a cura di A. Conforti, A. Dietrich e D. Castello (Mondadori, 2003).
Anche l’autrice torinese Manuela Chiarottino si è lasciata ispirare dalle incisioni degli ex libris, inserendoli nel suo ultimo lavoro: La bambina che annusava i libri (More Stories, 2019), che Anna ha recensito quest’estate.
Anche tu vuoi il tuo personale ex libris?
Caro iCrewer, anche tu puoi avere un ex libris creato appositamente per te. Se ti guardi un po’ in giro, noterai numerosi siti che si occupano di realizzare il timbro con immagini già preconfezionate.
Oppure puoi farne uno con le tue mani: basta armasi di matita e inchiostro e disegnare il simbolo che più senti affine a te, poi incidere il sigillo su una forma di sughero, di gomma o di qualsiasi altro materiale da intaglio. Una volta pronto il timbro, non ti resta che inchiostrarlo e stamparlo sui tuoi libri!
Se opti per la soluzione fai-da-te, mi raccomando: non dimenticare di inviarci una foto con il tuo ex libris personale!