Il Natale è il periodo migliore per leggere appassionanti storie d’amore, dai toni magici e fiabeschi.
Oggi voglio raccontarvene una, scoperta da poco in un manoscritto del Duecento che ha per protagonisti un’enigmatica principessa occidentale e di un principe bizantino, erede al trono di uno dei più potenti imperi della Storia.
L’enigma dell’Epitalamio Vaticano (Vaticanus Graecus 1851) anche noto come Epitalamio per Andronico II Paleologo, dopo più di un secolo di incertezze, è stato finalmente svelato.
Scopriamo insieme quest’avvincente vicenda!
L’Epitalamio Vaticano: l’enigma della principessa di Bisanzio
La storia di questo codice medievale si perde nelle pieghe della Storia. È rimasto nascosto nella Biblioteca Apostolica Vaticana fino al 1886 quando Josef Strzygowski, uno studioso tedesco, non lo riportò alla luce per studiarlo.
L’Epitalamio Vaticano si presenta come un poema in versi, scritto per ricalcare la grandiosità delle tragedie greche, ma in una lingua più simile al bizantino volgare che non al greco classico.
Una giovanissima principessa occidentale era stata promessa in sposa ad un principe bizantino. Ma non ad un nobilotto qualsiasi, bensì all’erede al trono dell’Impero d’Oriente!
Attraverso versi incantevoli, miniature di una bellezza mozzafiato, il codice ripercorre l’arrivo della principessa di Bisanzio nell’omonima capitale d’Oriente, il suo ingresso a corte, il ricco cerimoniale di benvenuto fino all’incontro e alle nozze con il suo futuro sposo. Nozze che la consacreranno a tutti gli effetti “Augusta”, cioè consorte del futuro imperatore d’Oriente.
Ma c’erano dei problemi: il manoscritto era lacunoso, i fogli rilegati in maniera confusa e non sempre nell’ordine corretto e il greco bizantino utilizzato difficile da tradurre.
Strzygowski non riuscì a decifrare l’arcano:
Chi era questa principessa di Bisanzio?
La principessa di Bisanzio: la scoperta
Neanche gli studiosi successivi sono riusciti a svelare l’identità della principessa di Bisanzio, nonostante le numerose ipotesi formulate nel tempo.
Tra le tante proposte figura quella di Agnese, figlia del re francese Luigi VII, o di Maria, principessa del XIV secolo del regno di Bulgaria.
Il mistero è stato svelato soltanto recentemente da Peter Schreiner, docente di civiltà bizantina presso l’Università di Colonia.
Lo studioso, in base al confronto con altre opere e grazie all’aiuto di altri esperti che hanno attentamente valutato il tipo di scrittura, la lingua e anche le miniature del codice, è arrivato alla conclusione che la misteriosa principessa di Bisanzio altri non è che Anna d’Ungheria, figlia di Stefano V.
L’Epitalamio Vaticano, dunque, secondo Schreiner fu prodotto proprio poco dopo il matrimonio e donato alla principessa come regalo di nozze. Si trattava non solo di una sorta di “album di nozze” che celebrava l’evento ma anche di un’opera d’arte in piena regola che racchiudesse l’essenza artistica e cerimoniale della corte bizantina.
In effetti la dinastia dei Paleologi, iniziata proprio con l’unione di Andronico e Anna, è una delle più importanti dinastie bizantine dal momento che porterà all’Impero d’Oriente che ormai s’avvicinava alla sua fine, un ultimo roseo periodo di straordinaria fioritura artistica e culturale.
Anna visse a Costantinopoli per soli dieci anni. Morì, infatti, nel 1282 proprio l’anno in cui Andronico II diventerà imperatore a tutti gli effetti.
Anche se il neonominato imperatore fu costretto a risposarsi sembra che non riuscì mai a superare la morte della prima moglie. Il suo secondo matrimonio, infatti, sebbene prolifico (ebbe ben sette figli!) si rivelò estremamente problematico tanto dal punto di vista politico che personale per Andronico
Quella tra Andronico e la sua principessa di Bisanzio, infatti, fu una vera e propria storia d’amore che portò alla nascita di due figli, il primo dei quali destinato a diventare il futuro imperatore Michele IX Paleologo, un sovrano illuminato che per molti anni affiancò con successo il nonno nell’amministrazione del regno bizantino.
Insomma l’Epitalamio Vaticano, restaurato e riportato alla luce in questi giorni grazie all’impegno di fior fiore di studiosi, sembra volerci non solo raccontare una fiaba: una storia d’amore tra una principessa e il suo principe che, se vogliamo, anticiperà la ben più nota storia della principessa Sissi.
Sembra anche suggerirci che…sì, a volte, le fiabe si trasformano davvero in realtà.