Una donna enigmatica, vissuta in un periodo con forte tradizione protestante e puritano che ne influenzò sia la vita che le opere.
Della Dickinson è stato scritto ampiamente, in un nostro articolo pubblicato recentemente, ad opera di una delle redattrici, e che ti invito a rileggere se non l’hai già fatto.
Emily Dickinson la poetessa in perenne “quarantena”
Io, oggi, voglio ricordarla perchè ricorre il giorno e il mese della sua morte avvenuta il 15 maggio 1886; e lo faccio partendo da una delle sue celebri frasi:
Se leggo un libro e questo rende il mio intero corpo così freddo che nessun fuoco potrà mai scaldarlo, so che è poesia.
I suoi versi ruotano sistematicamente intorno a temi ricorrenti, come la natura, rappresentata in tutte le sue manifestazioni, o il tema della morte, della vita dopo la morte, dell’eternità e di Dio. Una delle cose che mi ha colpito di questa autrice è che si ritirò gradualmente dalla vita sociale e decise di vivere in completo isolamento senza mai lasciare la sua camera; nessuno la obbligò, fu una sua scelta, e le ragioni che la indussero a tale scelta non si conoscono appieno.
Alcuni studiosi ritengono che tale decisione sia stata dettata da un amore contrastato, o dalle scarse possibilità di riuscire ad instaurare una relazione positiva con il mondo, da qui la necessità di sviluppare una sorta di missione: scrivere poesie; quelle stesse poesie che il mondo conoscerà solo alla sua morte, perchè ritrovate dalla sorella.
Si può dire che è stata l’antesignana di quanto noi oggi stiamo vivendo, almeno fino a quando non si è “aperta” la fase 2, costretti a vivere nei nostri appartamenti dove, in principio l’abbiamo considerata una prigione, poi abbiamo dato spazio alle idee, e ci siamo creati una sorta di specchio dell’anima in cui gli altri potessero, specchiandosi, ritrovare e ritrovarsi.
La Dickinson ha fatto proprio questo, ha creato attraverso i suoi pensieri sotto forma di poesia una viaggio, quasi iniziatico, muovendosi in mille direzioni senza mai spostarsi da casa perchè era la poesia che viaggiava per lei. Nel tempo e nello spazio.
E in questo suo vagabondare si è riappropriata di una chiave di lettura importante, che ogni verità è basata sull’opposizione. La presenza si rivela dall’assenza, la parola dal silenzio, l’estate dall’inverno.
Emily Dickinson non rinunciò mai ad essere se stessa, aborrì le convenzioni, le rigide regole, lottò contro i formalismi, contro certi atteggiamenti che rinnegavano la forza del libero pensiero.
Dietro di me l’eternità s’immerge
dianzi a me l’Immortalità.
io sto tra loro, termine.
altro non è la morte, che l’impulso
grigio dell’Est, sciogliersi in Europa
prima che l’Ovest sia.
grandi vie di silenzio conducevano
a paesi da calma.
non vi erano notizie né discordie
né universo né leggi.
Gli orologi dicevano il mattino
e campane lontane chiamavano la notte
ma il tempo qui non aveva più base
era svanita ogni misura.
La visione dell’aldilà è uno dei motivi più ricorrenti nella poesia della Dickinson, ancor di più dopo la scomparsa di una sua amica, tant’è che ogni volta che una persona cara scompariva si interrogava per trovare una ragione a questa perdita.
In una lettera confessa: “Non riesco a rendermi conto che gli amici che ho visto dileguare al mio sguardo nella mia prima giovinezza come rugiada al sole non cammineranno più per queste strade… come non riesco a rendermi conto che quando li rivedrò, ciò accadrà in un altro mondo ben diverso dal nostro. Chissà se in cielo ci riconosceremo e se faremo gruppo come qui”.
“Tutte le poesie” è apparso in Italia per la prima volta nel 1997 tradotte da più interpreti proprio per sottolineare i diversi modi in cui le tonalità e le sfumature della sua poesia possono essere interpretate e restituite in un’altra lingua.
Ecco, caro iCrewer, questo è il mio elogio per questa Donna che è riuscita a creare la poesia contemporanea come la conosciamo, la sua lezione è nella ricerca della parola in essenza , nella vocazione alla profondità e autenticità della parola, alla scrittura poetica acuta come un’aforisma e profonda come pensiero filosofico. Soprattutto per le giovani generazioni, perchè Emily Dickinson scriveva la sua lettera al mondo non rivolta al passato o al presente, ma esclusivamente al futuro.