Sono andata a leggere una recensione fatta poco tempo fa di un testo della stessa autrice e sembra proprio ripercorrere la stessa strada per quanto riguarda gli aspetti negativi del romanzo che sto per recensire e di Quando non sarò più tua.
Iniziamo dalla trama
Il soggetto del libro è interessante, non è il solito romanzo rosa c’è qualcosa di più; la trama è intrigante e nello stesso tempo ben strutturata con una buona scansione degli avvenimenti se non fosse per la distribuzione temporale. Dopo pochi capitoli pensavo fossero passati un paio di giorni ed invece era passato un mese, verso la fine del libro è passato un anno ed invece sembrava che gli avvenimenti fossero consecutivi. Quello che succede ai protagonisti non coincide con il tempo che passa; alcune reazioni avvengono con una lentezza tale, se ci riferiamo al tempo che secondo l’autrice passa, che non hanno ragione di esistere.
Gli eventi si svolgono in un paesino del centro Italia ma potrebbe essere qualsiasi luogo, nulla che lo identifica e nulla che no contraddistingue, anche se fosse di pura fantasia non basta un edificio storico e una casa con i muri colorati per caratterizzare il tutto. Il negozio di fiori potrebbe essere una libreria e sarebbe la stessa cosa, il bosco com’era? Conifere, querce, abeti? Non lo sappiamo.
I personaggi
Intanto farei una domanda a Elena Lombardi: con che criterio ha dato i nomi ai suoi personaggi? Nulla da dire contro i nomi di origine anglosassone ma che in un romanzo ambientato in centro sud Italia solo il protagonista maschile abbia un nome italiano mi sembra alquanto strano. Questa è una mia personale riflessione, ma continuiamo.
Rose è la protagonista femminile, descritta bene dal punto di vista fisico e abbastanza da quello psicologico, l’ho trovata un po’
Leonardo è invece il protagonista maschile, che alla fine è l’unico vero protagonista nonostante Elena Lombardi scriva questo romanzo con l’intento di far sì che Rose lo sia.
Leonardo è bello, macho, intelligente, ostinato, prepotente e tremendamente testardo. E’ lui che muove le fila di tutto e lo fa in modo superbo, il suo ruolo diventa fondamentale per tenere uniti i pezzi di tutta la storia, ma… c’è sempre un ma. Mai e poi mai potrei credere che un uomo adulto faccia una proposta di matrimonio nelle condizioni in cui si trovano i protagonisti, nemmeno se fosse preso da un terribile momento di défaillance.
Tutto questo mi avrebbe portato comunque a dare tre stelle in quanto la trama è comunque accettabile, lo sforzo di scrivere qualcosa che non sia il solito romanzo rosa che riempie le nostre librerie si vede ed è da apprezzare.
Scrittura
Arriviamo al negativo di questo romanzo, il motivo per cui avrei dato una stella di valutazione. Un errore gravissimo per il quale non ci sono giustificazioni è l’aver apostrofato un prima di un aggettivo al maschile; a questo si aggiunge una punteggiatura spesso sbagliata, frasi che si riferiscono a complementi oggetto delle frase precedente divise da un punto fermo. Inoltre modi di dire o locuzioni scritti nel modo sbagliato e la medesima esclamazione ripetuta più volte.
Insomma molto c’è da fare e un buon editor avrebbe sicuramente aiutato l’autrice a fare un buon libro.