martedì 21 luglio serata unica a Rio nell’Elba, con il Premio “Lorenzo Claris Appiani” e il ricordo di Luis Sepúlveda, insieme a Ilide Carmignani, Loredana Lipperini e Marino Sinibaldi.
Il diritto di essere felici, senza disuguaglianze né prevaricazioni, è stato uno dei motivi fondamentali che ha spinto Luis Sepúlveda ad affidarsi alla parola scritta. Elba Book, l’unico festival isolano dedicato all’editoria indipendente, ha scelto di incentrare l’estate 2020 sul grande scrittore poiché fare cultura significa prendere una posizione, tutelando regole, processi, strutture, linguaggio, nonché il rispetto delle libertà individuali e delle minoranze. La sesta edizione, patrocinata e sostenuta dal Comune di Rio, manterrà fede al Patto per la Lettura sottoscritto con la Regione Toscana, e sarà possibile anche grazie al supporto di aziende premurose e lungimiranti quali Moby, Locman Italia e Ilva. L’evento a Rio nell’Elba sarà concentrato in un’unica sera, quella di martedì 21 luglio, e a identificarlo è l’ideogramma giapponese che raffigura il vuoto: lo stesso vuoto che ha attraversato l’isola nel Tirreno dopo la dismissione delle miniere, dopo il dilagare della disoccupazione e del precariato tra i giovani, dopo l’inesorabile perdita di significati dovuta alle affermazioni di una classe politica che spesso non corrispondono ad alcuna azione concreta. Lo stesso vuoto che in Italia è stato rimarcato dalla pandemia, mettendo in evidenza contraddizioni e debolezze sociali. Non a caso, il Premio “Lorenzo Claris Appiani” per la migliore traduzione letteraria quest’anno sarà consegnato da Aldo Appiani e dall’Università per Stranieri di Siena al noto nipponista Gianluca Coci e al romanzo La ragazza del convenience store (e/o) dell’esordiente Sayaka Murata, una storia in cui la protagonista Keiko riesce a rompere gli schemi e a rimanere coerente con i propri principi pur crescendo nell’impero del conformismo.
Elba Book prima delle personalità invitate a raccontarsi, dei nomi brillanti in palinsesto, ha dato dall’inizio la priorità agli argomenti e alle buone pratiche, e l’unico modo per rendere imitabili pratiche sostenibili e virtuose è aprirsi al mondo circostante guardandosi dentro. Di fatto, è stata la comunità elbana a nutrire inconsciamente un’iniziativa del genere, accompagnando gli ideatori Andrea Lunghi e Marco Belli a elaborare e declinare una serie di indirizzi prioritari che rispondessero subito alle esigenze del territorio, che lo aiutassero ad affrontare i vuoti accumulatisi negli ultimi decenni.
Concluderà la serata un omaggio a Sepúlveda e alla sua penna onesta, che sarà ricordato da Ilide Carmignani, sua traduttrice e amica, insieme ai giornalisti Loredana Lipperini e Marino Sinibaldi. Per l’autore cileno la scrittura era uno strumento con cui accettare e comprendere i cambiamenti, rivoluzionandosi e al contempo tenendosi ben saldo alle proprie radici. Con i suoi libri ha sempre difeso una concezione democratica della cultura, universalista e condivisibile, per sottrarre al mondo la propria parte di odio, di inquinamento, di privilegi e di soprusi. Per Sepúlveda la cultura non è mai stata possesso e occupazione, bensì convivenza solidale e riconciliazione con il pianeta, con tutti gli esseri viventi. A volte per fare cultura con coscienza è necessario opporsi al dio denaro, combattendo il maschilismo imperante, le intimidazioni, le generalizzazioni sugli immigrati e il disprezzo etnico.