Per il consueto appuntamento con il drabble oggi ti propongo un tema particolare: la ricerca. Stai pensando che la parola ricerca abbraccia un campo d’azione vastissimo e poco si lega con il drabble? Posso darti ragione. Al primo impatto potrebbe apparire così.
A rifletterci invece si può benissimo far combaciare la ricerca con i racconti drabble. Chi scrive trova ispirazione in ogni cosa, del resto una penna, un foglio, la creatività e la fantasia trovano legami ovunque e anche la ricerca può diventare fonte per libri e racconti, in drabble o in qualsiasi altro genere letterario.
Non pensare però che improvvisamente io mi sia data alla ricerca scientifica o affini, nè ad indagini investigative, nè tanto meno all’esplorazione tramite lanternino del famoso filosofo greco: la mia ricerca è una ricerca diversa che potrebbe sembrare alternativa ma che invece è la ricerca più ricerca di tutte. Quella con la quale ogni uomo sulla faccia della terra, prima o poi, si misura. E ognuno risponde come meglio crede, o sa, o può.
Ti racconto la mia ricerca in drabble che come già sai, si esplica in un racconto autoconclusivo di 100 parole. Un genere letterario che mi appassiona per la sua sinteticità ed essenzialità, con il quale mi sto cimentando o forse sarebbe meglio dire che lo sto sperimentando. Perché di esperimenti si tratta e come tali li pongo alla tua cortese attenzione.
Non ti anticipo niente sulla natura della mia ricerca. Leggendo i racconti capirai sicuramente. Potrai esserne o non esserne colpito, potrai ritrovarti nelle mie parole oppure esserne lontano anni luce, potrai riflettere dopo la lettura oppure pensare che la sottoscritta abbia qualche problema mentale, una cosa è certa la mia ricerca non è solo mia. È la ricerca di ogni uomo, nessuno escluso. Può solo cambiare il modo con il quale si risponde.
Drabble e ricerca
E ti vengo a cercare anche solo per vederti o parlare, perché ho bisogno della tua presenza, per capire meglio la mia essenza… (da E ti vengo a cercare, Franco Battiato)
La strada era sempre quella. Avrebbe potuto farla ad occhi chiusi. I suoi passi rimbombavano nel silenzio mattutino, incuranti degli sguardi curiosi di sporadici automobilisti di passaggio.
Andava a cercare se stessa in parole d’amore condiviso, nella serenità delle panche ordinate, nei gesti e nei riti che raccontavano l’attesa di cieli e terra nuovi.
La meta era precisa, l’unica in cui si ritrovava. Nel silenzio di quelle mura davanti ad un corpo straziato in croce, trovava risposta ad ogni inascoltata domanda, ad ogni atavico dolore.
Era lei che lo cercava o era Lui ad aspettarla da sempre?
Faccio a pugni con te, poi ti vengo a cercare… (da Ti leggo nel pensiero, Francesco De Gregori)
Vorrei conoscere le tue logiche, vorrei sapere la motivazione di certi avvenimenti, vorrei capire la tua pedagogia…
Vorrei mi spiegassi lo scopo dell’annaspare affaticato, del dibattersi e del rivoltarsi che conduce l’umanità a misurarsi continuamente con la Tua onnipotenza imperscrutabile.
E il dolore crudo, inspiegabile che si tocca con mano lascia interdetti, esterrefatti, incapaci di riconoscerti come Padre pietoso, misericordioso e amorevole con tutte le sue creature.
Lo so, non mi darai risposte facili e consequenziali. Le risposte hanno soltanto un simbolo vecchio di due millenni, quello del Dio Crocifisso. E non ho scelta, le accetto senza capirle.
Mentre il mondo cade a pezzi, mi allontano dagli eccessi e dalle cattive abitudini, tornerò alle origini, torno a te che sei per me l’essenziale… (da L’essenziale, Marco Mengoni)
La sua vita era trascorsa tra famiglia, insegnamento e partito. Aveva speso gli anni migliori con impegno e passione. “Pasionaria”, così era conosciuta dai compagni e di vere passioni viveva Maria. Forte, tenace, lungimirante, anche sindaco impegnata nella difesa dei più deboli.
La stessa passione mise quando, rimasta vedova, entrò in clausura: lei donna con quattro figli ormai grandi e sistemati, tornava a quell’amore che l’aveva travolta, cercata, attesa e sostenuta in tutte le battaglie portate avanti. Ora, quell’Amore la voleva tutta per sè, fra le mura di un monastero. E lei, Maria, all’Essenziale, disse: “Sì!”
Vai cercando qua, vai cercando là, […] Tutto vanità, solo vanità, vivete con gioia e semplicità…(da Vanità di vanità, Angelo Branduardi)
“E non ti trovo in magnificenze e splendori di cattedrali erette nel deserto dei secoli. Non ti trovo in ori e paramenti sacri, in lignei intagli di altari, in riti gorgheggianti, tronfi, ostentati.
Ti trovo in occhi e parole di bisogno negato, in negazioni ignare di necessità. Ti trovo nella melma dove rivolto i pensieri, ti trovo dove sembri non essere.”
Così pensava ogni volta che, davanti ad una celebrazione in pompa magna, sentiva dilagare il disagio di chi cerca e trova nelle piccole cose la grandezza divina. Era in errore o piuttosto la vanità umana non risparmia neanche Dio?