Caro iCrewer, i libri antichi sono una fonte di meraviglia, non credi anche tu? Le copertine in pelle incise e decorate, le miniature e le illustrazioni di grandi artisti e gli ex libris ci incantano e ci fanno sognare, ma questi non sono gli unici dettagli che rendono ogni esemplare unico e prezioso. Esiste infatti un’altra pratica che dal XVII secolo affascina ogni bibliofilo, come lo siamo noi: i dipinti a scomparsa nel taglio del libro!
Immagino tu abbia già visto in rete degli esempi di questi capolavori: si tratta di illustrazioni che appaiono sulle pagine di un volume, quando queste vengono piegate in un certo modo. Il gioco ottico è davvero spettacolare e affascinante, perchè dal nulla che si intravede a libro chiuso appare un’immagine estremamente dettagliata, che si espande per tutta la lunghezza dell’esemplare.
Sei curioso di saperne di più? Prendiamoci allora un po’ di tempo per conoscere questa pratica e restarne affascinati!
Dipinti a scomparsa: qual è la loro origine?
Caro iCrewer, per capire bene in cosa consiste questa particolare tecnica, occorre fare un passo indietro e vedere come è nata la decorazione del taglio. Innanzitutto, bisogna precisare cos’è il «taglio»: nell’anatomia del libro, con questo termine si indica quella parte del volume in cui sono visibili le pagine, al contrario della «costa» ovvero il lato rilegato. Ci sono dunque tre tagli per tomo: quello inferiore e quello superiore, che sono i più corti, e il taglio davanti, che è quello laterale.
La pratica di dipingere il taglio dei libri risale al Medioevo ed era riservata ai tomi più pregiati, perchè ne arricchiva il valore. All’epoca i manoscritti erano costosi e in pochi potevano permetterseli, perciò avere un volume con i bordi dorati o decorati con lo stemma araldico della propria famiglia o un motivo classicheggiante aggiungeva fascino ed eleganza ad un bene di lusso. Ovviamente, queste illustrazioni non potevano che essere ad opera di celebri pittori di quel periodo storico! Il più importante fu il veneziano Cesare Vecellio (1521-1601), parente del più famoso Tiziano (1488/90-1576).
Bastava quindi che il libro fosse chiuso per ammirare il disegno, tuttavia la moda cambiò intorno al XVII secolo in Inghilterra. Si hanno poche notizie riguardo all’apparizione dei dipinti a scomparsa, ma i primi esempi ritrovati riportano date comprese fra il 1649 e il 1651 e sono riconducibili al rilegatore Samuel Mearne, il quale potrebbe essere l’ideatore di questa tecnica.
La leggenda
Come nelle migliori tradizioni, c’è una leggenda che aleggia intorno all’invenzione dei dipinti a scomparsa! Si narra che il re Carlo II d’Inghilterra (1630-1685) fosse solito prestare i libri della sua collezione privata ad una duchessa sua amica, la quale si dimenticava spesso di restituirli. Per scongiurare altre sparizioni, il sovrano incaricò il pittore di corte Sir Peter Lely e il rilegatore dei libri di corte Samuel Mearne di escogitare un metodo che gli permettesse di identificare il volume della sua raccolta. I due pensarono allora di aggiungere una decorazione segreta sul taglio: nel caso in cui le pagine venissero piegate, i bordi dorati avrebbero mostrato lo stemma reale come prova di appartenere alla raccolta del re.
L’occasione per mettere a frutto il trucchetto si presentò poco tempo dopo, quando Carlo II fece visita alla duchessa e ovviamente alla sua libreria. Lì sullo scaffale trovò un volume dall’aspetto famigliare, lo prese e lo aprì a ventaglio, per verificare se quello fosse proprio il suo libro e così fu! Da quel momento, la duchessa non poté più dimenticare di restituire i manoscritti che prendeva in prestito dal re.
Una moda tutta inglese: i soggetti nascosti
Dopo aver abbandonato gli stemmi famigliari, i committenti optarono per paesaggi di luoghi realmente esistenti o di finzione. Vennero rappresentate scene sacre o i momenti salienti della trama del romanzo e alcuni scelsero i ritratti dei propri autori preferiti!
Purtroppo questa meravigliosa arte ha subito una battuta d’arresto con il progresso tecnologico, però è ancora possibile ammirarne degli antichi esemplari nelle collezioni di musei, archivi o biblioteche storiche. La più celebre è certamente quella della Cornell University Library, nello stato di New York, che poco tempo fa aveva diffuso alcuni video che mostravano alcuni esemplari del suo ampio catalogo, facendo riscoprire al mondo quest’arte quasi dimenticata.
In pochi la praticano ancora infatti, come l’artista inglese Martin Frost, che da quarant’anni realizza su commissione pregiate illustrazioni sulle pagine dei volumi, utilizzando varie e complicate tecniche di pittura. È un vero peccato che questa forma d’arte stia scomparendo, tuttavia è proprio il metodo raro e antico a rendere i dipinti a scomparsa così ammalianti!