Il 7 ottobre 2023, mentre il mondo assisteva all’inizio di un nuovo capitolo del conflitto israelo-palestinese con l’attacco di Hamas contro Israele, una giovane studentessa diciannovenne di Khan Yunis, Wi’am Qudaih, prendeva in mano la penna. Quello che ne è scaturito è un documento straordinario: Diario da Gaza, pubblicato il 14 marzo 2024 da Tamu Edizioni.
Questo testo rappresenta un’opera unica nel suo genere, non essendo una traduzione di un volume preesistente, ma la prima edizione in assoluto di questi scritti, tradotti dall’arabo da Sami Hallac e Roberta Stracquadanio. La prefazione è firmata da Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per il territorio palestinese occupato, che definisce il diario “una narrazione secca e disarmante, che tiene assieme in una collezione di memorie la cronografia di un genocidio vissuto dall’interno”.
Tra normalità e tragedia: la vita a gaza
“A Gaza si cresce fra una guerra e l’altra. La guerra arriva e ruba le nostre vite senza alcun permesso o preavviso. Nel 2014 ha rubato la vita di mia madre“, racconta Qudaih nelle prime pagine del suo diario.
La forza del racconto risiede nel contrasto devastante tra la vita ordinaria di una giovane appena diplomata – con i suoi esami di maturità superati nell’estate 2023, le uscite in macchina con le amiche, i progetti per il futuro – e l’improvvisa, brutale interruzione di quella normalità. Pagina dopo pagina, assistiamo al graduale sgretolarsi della quotidianità e all’emergere di una realtà dominata dalla distruzione, dalla paura e dall’incertezza.

Diario da Gaza: una voce autentica dal cuore del conflitto
La scrittura di Wi’am colpisce per la sua immediatezza e autenticità. In un passaggio emblematico del diario, scrive: “E mentre stavo cercando di descrivere la gioia della partita, l’ilarità, le urla di entusiasmo, come ridevamo del pessimo stato delle divise dei giocatori… esattamente quando mettevo giù la frase ‘le nostre risate non mi spaventano più’, i quadcopter, come se immaginassero quello che stavo scrivendo, si sono messi a sparare. Il rumore era proprio vicino. Sembrava un messaggio: ‘Torna ad avere paura’, oppure: ‘Non smettere di avere paura’“.
Ciò che rende questo diario particolarmente prezioso è la capacità dell’autrice di andare oltre la propria esperienza personale. Wi’am raccoglie e documenta con rispetto e delicatezza anche le storie di altre persone coinvolte nel conflitto, creando un mosaico di voci che restituisce dignità e umanità a ciò che spesso viene ridotto a fredde statistiche nei notiziari.
Un atto di resistenza attraverso la scrittura
Nata nel 2005 a Khan Yunis, Wi’am Qudaih aveva appena concluso le scuole superiori quando è iniziato il conflitto. Tra le sue aspirazioni c’è quella di studiare scrittura e sceneggiatura, con l’ambizione di pubblicare un romanzo – sogni che continua a coltivare nonostante le circostanze estremamente avverse.
Come sottolinea la casa editrice, questo libro rappresenta non solo una testimonianza storica, ma anche un “potente appello alla coscienza collettiva”. Attraverso le parole di Wi’am, siamo invitati a riflettere sulla resilienza umana di fronte alle avversità più estreme e sul valore inestimabile della memoria come atto di resistenza.
Perché leggere Diario da Gaza
In un’epoca in cui l’informazione rischia di diventare frammentaria e desensibilizzante, il diario di Qudaih rappresenta un antidoto al distacco emotivo che spesso accompagna la copertura mediatica dei conflitti. La sua scrittura ci permette di entrare in contatto con la realtà vissuta dai civili palestinesi, superando barriere geografiche e culturali.
Il libro ci ricorda l’importanza delle testimonianze dirette, di quelle voci che, dall’interno delle tragedie, riescono a raccontare ciò che i resoconti ufficiali e le notizie non possono catturare: l’esperienza umana nella sua complessità emotiva e quotidiana.
Diario da Gaza si configura quindi come una lettura essenziale non solo per chi è interessato al conflitto israelo-palestinese, ma per chiunque creda nel potere della letteratura come strumento di comprensione, empatia e, in ultima analisi, pace.