Della stessa sostanza dei padri. Poesie al maschile è, in ordine di tempo, l’ultima silloge poetica di Davide Rocco Colacrai, poeta, giurista e criminologo di cui ho già avuto modo di parlarti ampiamente in varie e recenti occasioni. Pubblicata il 5 marzo 2021 dalla casa editrice Le mezzelane, Della stessa sostanza dei padri. Poesie al maschile è una silloge che non si discosta dallo stile di Colacrai, né per contenuti, né per sensibilità e profondità, né per modus poetico. Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, non è semplice da cogliere al primo impatto, la poetica del nostro autore necessita di attenta lettura per poterne percepire tutta la pregnanza e la ricchezza.
Al primo approccio con Della stessa sostanza dei padri. Poesie al maschile, sono stata consapevole di essere davanti a una silloge poetica da leggere e rileggere e devo dire anche da approfondire… E ti spiego il perché caro lettore. Davide Rocco Colacrai è essenzialmente poeta, ma è un poeta di quelli che non si accontentano di scrivere versi emozionali e basta. Colacrai studia, indaga, conosce e poi trasforma in poesia il frutto delle sue conoscenze che, da quanto si può dedurre dalle sue pubblicazioni, non sono affatto limitate: Della stessa sostanza dei padri, non si discosta da questa modalità, che costituisce lo stile personale dell’autore.
Maria Grazia Beltrami, capo editor della casa editrice Le mezzelane, nella post-fazione della silloge afferma che la poesia di Davide Rocco Colacrai è un autentico piacere di lettura, di confronto intellettuale, di riflessione. Definizione che non può che trovarmi concorde. Oltre al piacere di leggere versi densi, pregnanti di contenuti e di immagini poetiche, il lettore è spinto al confronto e alla riflessione: si realizza in questa maniera il ruolo civile, come lo definisce la Beltrami, della poesia.
Della stessa sostanza dei padri: la poesia civile di Colacrai
Non stupirti di questa definizione, caro lettore, se un minimo segui questa rubrica di poesia sai bene che ho sempre ribadito il concetto di una “letteratura impegnata”: in poesia o in prosa un libro deve indurre a pensare, deve smuovere le acque stagnanti del disimpegno, deve lanciare un messaggio, oltre che raggiungere le corde più profonde del lettore.
Della stessa sostanza dei padri. Poesie al maschile di Davide Rocco Colacrai riesce a conseguire questi obiettivi? Sì, lo fa. E lo fa in maniera pregevole. Perche se la poesia non è fatta per spiegare il mondo ma per illuminarlo sotto una luce nuova e intensa, se la poesia è un modo di cogliere parole dal mazzo dell’usato per attribuir loro significati nuovi, se la poesia è raccontare l’ordinario in maniera straordinaria, la nuova silloge di Colacrai risponde in pieno a queste caratteristiche.
La varia umanità di Della stessa sostanza dei padri. Poesie al maschile
Della stessa sostanza dei padri. Poesie al maschile, come lo stesso titolo e sottotitolo anticipano, è una silloge dedicata all’universo maschile: tutti uomini sono infatti i protagonisti dei 27 brani poetici. Tra essi personaggi famosi, uomini della strada e amici del nostro autore che, in ogni brano, ne mette in versi la vita o episodi di essa, rilevandone gli accadimenti ordinari e straordinari.
Colacrai racconta e interpreta in poesia personaggi famosi fra i più svariati: da Rudolf Nureyev ballerino la cui danza brucia come lava e moltiplica la girandola del mio cuore/ nell’infinito bianco di rosa/ dove riconosco Dio; o Stephen Hawking cosmologo, cui scava dentro il rogo di un presagio che partorisce eredità/ […] E se le stelle fossero le efelidi di Dio?; o ancora Reinaldo Arenas scrittore e poeta che imprigionato per le idee anti-castriste sogna il mare per anni in una scatola di galera impregnata di sudore.
Accanto ai personaggi conosciuti, in Della stessa sostanza dei padri, Colacrai narra le persone normali, quelli cioè che non hanno voce né visibilità sulle pagine di libri e giornali. E quindi Nicola, nato con trentacinque anni di ritardo, ospite di un guscio di miracoli all’incontrario, che additano manicomio, è idealmente accanto agli omosessuali morti nei campi di concentramento che sapevano di vivere sospesi, crocifissi al vocabolario della nostra carne e ad altra varia umanità.
I personaggi di Della stessa sostanza dei padri rappresentano un’umanità al maschile che racchiude in sé forza e debolezza, un’umanità affabulata da versi strutturati e non di facile “acchiappo” perché dietro a ogni verso, dietro a ogni componimento c’è conoscenza e cultura e le note che corredano ogni brano lo testimoniano. Ci sono similitudini, metafore e vocaboli incastonati a formare versi come gioielli che brillano in ogni particolare.
Della stessa sostanza dei padri, un titolo a caso?
La prima domanda che mi sono posta leggendo il titolo della silloge è: “Come mai questo titolo?” Se conosci il Credo cristiano, quello per intenderci che rappresenta la testimonianza di fede degli apostoli e per estensione di tutti i credenti in Cristo, saprai che ad un certo punto, recitando, si incontra la frase: generato e non creato della stessa sostanza del padre, riferita alla persona di Gesù Cristo. “Significano qualcosa nella scelta del titolo queste parole?”, mi sono chiesta e ho cercato di darmi una risposta.
Azzardo un’ipotesi… Del resto, come lo stesso autore ha dichiarato nell’intervista che mi ha rilasciato, la poesia non ha, e non può avere, una interpretazione unitaria. La sua bellezza infatti sta proprio nel fatto che ogni lettore, in base a cosa e a come ha vissuto, può riconoscersi in una poesia piuttosto che in un’altra… E allora, io azzardo.
La scelta del titolo potrebbe avere attinenza con il Credo cristiano e per estensione con la fede che è palpabile nella scrittura di Colacrai, sia con riferimenti precisi sia quando si percepisce fra le righe? L’uomo ha nella sua natura la stessa sostanza del Padre, che potrebbe non essere soltanto il padre terreno ma è “il Padre” generatore di tutte le cose e datore di vita. Una sostanza quindi che non è solo carne della carne ma che attraverso la poesia, si sublima e si erge anche a diventare altro… È una mia ipotesi che potrebbe essere giusta oppure no, so però che nella vera poesia niente è lasciato al caso.
Della stessa sostanza dei padri come l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters
Un parallelismo che non ho potuto fare a meno di cogliere leggendo Della stessa sostanza dei padri di Davide Rocco Colacrai è l’analogia con l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master, con le ovvie differenze è chiaro. Come Master, Colacrai racconta la varia umanità del suo tempo facendo parlare i personaggi in prima persona e come Master, si “serve” di loro per porre l’accento su tematiche sociali e civili, facendo della poesia un mezzo di denuncia.
Termino qui per ovvi motivi di spazio e lo faccio con qualche verso estrapolato dalla silloge che ha quasi il sapore di una summa poetica o di un autoritratto:
Ogni parola monda di inchiostro/ è una deriva sospinta dalla bellezza matura dell’attesa,/ dove il mio nome è a somiglianza di un loto/ macerato dall’età di uno splendore/ che reclama il suo approdo/ […]
Il domani è un nuovo inchiostro mondo di parola…/ […] rarefatto come la mia ombra di rondine./
Dove convergono deriva e approdo e Dio tace,/ e l’età attende il suo nome,/ ed io foggio il mio orizzonte,/ a metà.
Davide Rocco Colacrai, per me un nome completamente nuovo, che, a quanto leggo in questa bella recensione, è da associare alla poesia che indaga l’uomo. Vedremo, quindi, di approfondire la conoscenza della sua scrittura.
Per chi “mastica” Poesia, è un autore da conoscere. (Il maiuscolo non è un caso)