Uno dei libri più importati che siano mai stati scritti per un cittadino italiano, è la Costituzione della Repubblica. Eppure, credo che in pochi si siano presi del tempo per leggerla – escluso Roberto Benigni, che nel 2012 ha dedicato una serata intera, dal titolo La più bella del mondo, alla spiegazione e recitazione della Costituzione.
Certo, non si tratta di un romanzo, o di una cronaca storica, quindi ovviamente manca il pathos che gli altri generi possono offrire – non che ci voglia tanto, visto che è una raccolta di leggi, ma andiamo avanti – quindi è comprensibile che la conoscano a menadito solo i giuristi. Tuttavia, siccome è certamente un volume che ha fatto la Storia, ho deciso di parlartene.
La Costituzione della Repubblica italiana: il libro che ci accompagna ogni giorno
Partiamo dalla nascita di questo volume, dal Secondo dopoguerra. Con un’Italia tutta da ricostruire, in cui le ferite lasciate dalla guerra civile erano aperte e sanguinanti, le forze politiche fecero l’impossibile: crearono un governo di coalizione che potesse guidare la neo-Repubblica (questa forma di governo viste contro la monarchia nel referendum del 2 giugno 1946, la prima occasione in cui poterono votare anche le donne) verso giorni migliori.
Furono i membri dell’Assemblea costituente – le Camere provvisorie, per capirci – a nominare al proprio interno la Commissione per la Costituzione: settantacinque persone, con il compito specifico di redarre il testo della nuova legge fondamentale dello Stato italiano. La versione ufficiale venne promulgata il 27 dicembre 1947, ed entrò in vigore dal primo giorno del 1948. A oggi, il testo è stato più volte modificato tramite referendum, ma le fondamenta sono le stesse poste dall’Assemblea.
Ma cosa c’è scritto nella Costituzione?
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Articolo 1.
I primi dodici articoli sono i cosiddetti “principi fondamentali” e sono gli unici a non essere modificabili nemmeno con referendum – visto che la sovranità appartiene al popolo, è solo il popolo a poter autorizzare cambiamenti alla Costituzione, per evitare atti arbitrari. Vi troviamo, ad esempio, l’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, e la condanna di ogni forma di discriminazione. La rinuncia alla guerra. La tutele della dignità e dei diritti fondamentali di ogni individuo. La tutela delle minoranze linguistiche. Il diritto e il dovere al lavoro. La separazione dalla Chiesa cattolica e la parità di ogni confessione religiosa davanti alla legge.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Articolo 3
Nella prima parte, vengono definiti i diritti e i doveri di ogni cittadino, passando per i rapporti civili, politici, economici ed etico-sociali. Qui troviamo, per esempio, l’articolo 21, che parla della libertà d’espressione.
Qui si parla, inoltre, di Consiglio dei Ministri, di Pubblica amministrazione, di Province e Regioni. Insomma, si tratta del vero e proprio cuore pulsante del nostro apparato di statale.
Infine, c’è tutta una parte che riguarda le disposizioni transitorie e finali.
Se ti dovesse essere venuta voglia di approfondire, la Corte costituzionale rende disponibile un formato .pdf con con note, scaricabile gratuitamente.