Eventi letterari accaduti nel 1920: La Reggenza Italiana del Carnaro.
Caro iCrewer eccomi qui a parlarti di un evento alquanto insolito che accadde tra il Settembre del 1919 e il dicembre 1920, ovvero la fondazione della Reggenza Italiana del Carnaro e anche se può sembrare che questo evento storico poco abbia a che fare con il mondo della letteratura, mettiti comodo perché fu proprio uno scrittore l’artefice di quanto accaduto.
La Fondazione della Reggenza Italiana del Carnaro da parte di Gabriele D’annunzio.
La vostra vittoria è in voi. Nessuno può salvarvi, nessuno vi salverà: non il Governo d’Italia che è insipiente ed è impotente come tutti gli antecessori; non la nazione italiana che, dopo la vendemmia della guerra, si lascia pigiare dai piedi sporchi dei disertori e dei traditori come un mucchio di vinacce da far l’acquerello…..Domando alla Città di vita un atto di vita. Fondiamo in Fiume d’Italia, nella Marca Orientale d’Italia, lo Stato Libero del Carnaro.
Discorso di Gabriele D’Annunzio, 12 agosto 1920
Ogni volta che rifletto su quanto è accaduto a Fiume nel 1920 provo una forte curiosità e anche una certa ammirazione per quanto ha fatto Gabriele D’annunzio, certo il suo gesto può essere o meno criticato, tuttavia c’è da dire che mostra quanto carismatico questo letterato fosse.
Pensa caro iCrewer che il poeta comandò un’occupazione ribelle che nel 8 settembre del 1920 proclamò la Reggenza italiana del Carnaro. Si trattata di una vera e propria entità statuale situata presso la città di Fiume.
Lo scopo dello scrittore era preparare l’annessione della città nel Regno d’Italia. La Reggenza Italiana del Carnaro aveva una bandiera, di cui ti riporto l’immagine, aveva un motto, che recitava così: Quis contra nos? ovvero Chi contro di noi?
La sua capitale era Fiume, la moneta che vi circolava era la Corona austro-ungarica e vi si parlava: l’Italiano, il Croato e L’Ungherese; la religione maggiormente professata era il Cattolicesimo. Questo sogno D’Annunziano ebbe vita breve e si concluse con il peggiore dei modi, nel dicembre del 1920 e con l’intervento dell’esercito italiano, noto come Natale di Sangue.
Fiume alla fine della Prima Guerra Mondiale
Come sappiamo, appena conclusa la Prima guerra mondiale, la città di Fiume, che era parte del Regno d’Ungheria, ma abitata per la maggioranza da italiani, divenne il centro di una grande discussione internazionale.
Alla Conferenza di pace di Parigi, 1919 venne discusso il destino della città. Gli jugoslavi rivendicarono l’Istria, la Dalmazia e il Friuli, Venezia, Giulia comprese Gorizia e Trieste, ma tali territori erano stati promessi tramite il Patto di Londra, 1915, all’Italia e così i politici italiani, oltre che questi stati, rivendicarono anche Fiume, basandosi su dei criteri linguistici: la maggioranza dei fiumani parlava un dialetto veneto ed etnici, la maggioranza degli abitanti di Fiume erano italiani.
Tale mossa però indebolì l’Italia che venne accusata di imperialismo e gli oppositori chiesero invece di ergere la città a stato libero e l’Italia dopo un certo tira e molla rinunciò a Fiume e a gran parte della Dalmazia.
L’Impresa di Fiume
In questa situazione politica Gabriele D’Annunzio prese l’iniziativa e si mise a capo di 2.600 uomini; tramite una marcia di circa 70 km guidò i suoi legionari fino a Fiume e presero possesso della città in vista dell’annessione al Regno d’Italia.
A tutto questo le forze di occupazione franco-anglo-statunitensi preferirono non intervenire militarmente, mentre nonostante le buone intenzioni dei legionari, la reazione del governo Italiano fu di grande dissenso, tuttavia le azioni per arginare la situazione furono minime.
La Proclamazione della Reggenza italiana del Carnaro
Tra l’inverno e l’estate del 1920 le trattative internazionali emisero per Fiume la sentenza di divenire uno Stato indipendente, il progetto faceva leva sulla secolare autonomia di cui Fiume aveva goduto già quando era sotto gli Asburgo.
I dannunziani, che ancora assediavano la città, scelsero di anticipare la costituzione dello Stato libero e l’8 settembre del 1920 dichiararono Fiume stato indipendente in attesa di essere annesso all’Italia e nominarono questa entità Reggenza Italiana del Carnaro.
Tale reggenza fu dotata, oltre di quanto ti ho già anticipato, anche di una costituzione, detta Carta del Carnaro, scritta da Alceste De Ambris e rielaborata da Gabriele d’Annunzio.
Fu solo con l’insediamento al governo di Giovanni Giolitti, aprile 1920 e con l’allora Ministero degli Esteri italiano Carlo Sforza che si cercò di riappacificare i rapporti tra l’Italia e la Jugoslavia. I regnanti dei due governi decisero di incontrarsi presso Rapallo e le trattative portarono alla sottoscrizione del trattato di Rapallo che portò a riconoscere Fiume come stato libero e Gabriele D’Annunzio fu invitato a rinunciare alla sua impresa.
Lo scrittore rifiutò di lasciare la Reggenza, così che Fiume fu completamente circondata e nel mattino della Vigilia di Natale del 1920, fu sferrato un’attacco da parte dell’esercito italiano che provocò una serie di vittime e l’allontanamento degli occupanti.