“Gli umani sono animali strani, adattabili, e col tempo si abituano a ogni cosa, persino all’impossibile e all’intollerabile“, La voce delle ombre, di Frances Hardinge.
Ciao iCrewer! Oggi, per la rubrica Creepy Books, mi piacerebbe parlarti di un libro che ho letto un po’ di tempo fa. Non farti ingannare dalle apparenze, mi raccomando: sebbene sia segnalato come libro per ragazzi, io l’ho trovato profondo e complesso, oltre che molto inquietante. Sto parlando di La voce delle ombre di Frances Hardinge, edito da Mondadori.
Un libro cupo, fumoso, immerso nella nebbia. E’ questa l’impressione che mi ha dato e trasmesso lungo tutta la lettura.
La storia di Makepeace è oscura, misteriosa, piena di intrighi e cose non dette. Per assurdo, scopriamo che persino il nome della protagonista non è del tutto autentico, ma un cambiamento voluto dalla madre per cercare d’ingentilire gli abitanti di Poplat, paesino inglese di cui ella è originaria e in cui si trova costretta a tornare insieme alla figlia bambina. Fin da piccola, Makepeace si rende conto che lei e la madre non appartengono veramente a quel luogo, che sembra esserci uno steccato, una recinzione che le separa dagli altri.
Soltanto un nome rimane, Fellmotte, in qualche modo collegato alle origini della ragazza. E quando Makepeace viene presa in consegna proprio da questa antica famiglia scozzese, il momento delle risposte sembra essere giunto.
Così la giovane si trova prigioniera in un castello tetro, alla mercé di Lord Fellmotte, vecchio, fragile, ma con occhi che sanno trafiggere la mente e paralizzare il corpo. Cosa vogliono da lei? Perché la tengono rinchiusa? E’ come dice James, il suo fratellastro: lei si trova in quel luogo solo per fare da contenitore di spiriti? Una cosa è certa, l’unico di cui si può fidare è lo spirito dell’Orso che dimora in lei, l’accompagna e la protegge.
E’ un libro inquietante, caotico, eppure immediato nel trasmettere il suo messaggio primario: è una storia di sopravvivenza. Resistere è quello che fa Makepeace ad ogni prova che le si para davanti. Prima si tratta di sopravvivere nel contesto estremamente religioso di Poplar, con il rischio di venire additata come strega; poi le notti nella buia cappella nel camposanto; gli incubi; la rivolta; l’Orso; i tentativi di esorcismo e, soprattutto, cercare di sopravvivere ad un destino che sembra quasi segnato.
Tuttavia, in questo libro c’è molto altro. C’è l’amore fraterno per James, l’unico essere umano di cui Makepeace si fida. C’è la caparbietà, la volontà ferrea di raggiungere lo scopo prefissato, indipendentemente dal prezzo richiesto. E c’è la pietà, pietà per ogni essere vivente, anche se gli uomini fanno di tutto per non meritarsela.
E’ un cambiamento continuo, quello di Makepeace: cambia maschera, nome, identità. Cresce. Da bambina sola e spaurita, si trasforma in una donna forte, coraggiosa, astuta e con un grande cuore. Cresce molto più di James, accecato dal desiderio di fare parte di qualcosa, fino al punto di rischiare di essere annientato.
Di sicuro un libro imprevedibile. Non ho capito come e dove sarebbe finita, fino a che non sono arrivata all’ultima pagina.
Il linguaggio è tetro quanto il racconto. Frances Hardinge fa un ottimo lavoro nel tinteggiare tutto con colori foschi, nel descriverci le scene in modo tale da far aumentare i battiti del nostro cuore, quasi in sincrono con la paura, o la determinazione, di Makepeace.
La cover mi è subito piaciuta. Insolita, ha catturato immediatamente la mia attenzione. Credo che si sposi molto bene con la narrazione che introduce.
L’autrice
Originaria di Oxford, Frances Hardinge tra ispirazione per i suoi lavori dalla sua infanzia e dall’enorme casa in cui è vissuta, in un piccolo, strano villaggio. Tutto ciò l’ha portata a scrivere romanzi ambientati nel passato, intrisi di mistero e magia. Oltre a La voce delle ombre, con Mondadori ha pubblicato anche Una ragazza senza ricordi (2017) e L’albero delle bugie (2017).