Sono solo parole è il sedicesimo numero di COSE Spiegate bene, la rivista di carta del Post realizzata in collaborazione con Iperborea.
COSE Spiegate bene è la rivista di carta del Post, il giornale online nato nel 2010 e che ha cambiato un pezzo dell’informazione italiana. Ogni numero è dedicato a un argomento, per raccontare come funziona, di cosa si parla, quali sono le Cose da sapere e che spesso vengono date per scontate. Perché le Cose cambiano se le si conoscono bene, e le vite migliorano se si capiscono le Cose. Ecco di cosa parla l’ultimo numero!
Cose spiegate bene: Sono solo parole

Gli italiani non sono un popolo di allenatori della Nazionale (in questo numero di COSE Spiegate bene parliamo anche di frasi fatte e luoghi comuni) ma di linguisti: d’altronde non c’è niente che venga insegnato loro a scuola così a lungo quanto l’italiano, e non c’è niente che venga esercitato quotidianamente con tanta intensità. Si può capire che tendiamo a essere presuntuosi, sulla conoscenza dell’italiano e dei suoi usi. I social network, poi, hanno dato spazio a ricchi dibattiti, confronti, riflessioni, anche sulle stesse parole di cui li affolliamo.
C’erano insomma ottime ragioni per dedicare COSE Spiegate bene a storie e spiegazioni che riguardano il linguaggio, con approcci prudenti e indulgenti e con molta carne al fuoco (espressione figurata: anche di queste ne abbiamo tante). Parliamo della lingua delle intelligenze artificiali, di quella dei tribunali, di quelle inventate dal cinema e dalla letteratura. Ma anche del vituperato schwa, del latino che usiamo e dei suoi equivoci, e di parole ed espressioni come «movida», «piuttosto che», «cringe», e di certe che non si possono dire. Di come mai diciamo «pronto?» quando rispondiamo al telefono, e di quando smettere di dire «buongiorno» e iniziare a dire «buonasera». Ricordando che «le parole sono importanti», ma anche che «sono solo parole».