Sport: Coppa Italia, si ricomincia? Non c’è nulla da fare, a comandare per lo sport, almeno per ora, è sempre lui: il Covid 19. Certo, le maglie si sono allargate, ma i nuovi protocolli emanati dai decreti ministeriali assomigliano tanto a quei terribili tubi di ventilazione polmonare che a vederli ti fanno venire i brividi. Se poi ci pensi e rifletti, capisci che sono indispensabili per sopravvivere. È il destino dello sport!
In questo momento bisogna sopravvivere, fare in modo che i limiti consentiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, vengano rispettati. Lo scenario, se questo dovesse rialzarsi, sarebbe catastrofico, quindi meglio ubbidire, dico io!
Coppa Italia. Il calcio e gli altri sport, i nuovi protocolli
Comunque qualcosa dal 4 maggio fino ad ora è cambiato e non è tutto da buttare. Le diatribe tra il calcio e il Ministero si sono affievolite. Per questo dobbiamo ringraziare il buon senso del Presidente della lega Calcio e del sindacato giocatori, oltre che il Ministro dello Sport, fortunatamente più lucidi per comprendere che insistere avrebbe comportato conseguenze dolorose. Tutti di comune accordo nel ricominciare, ma con regole certe. Detto questo il primo a riaprire le porte è stato il calcio, pressato in verità da logiche che vanno al di là del mero gioco sportivo. E qui mi fermo a discorrere, meglio. Per non sminuire tutto il resto si è poi pensato di concedere eguali opportunità agli altri sport, visto che gli interessi non si contano solo negli stadi di calcio.
Alla fantomatica fase 2 quindi si è passati alla fase 3 ma le regole spronano sempre alla massima prudenza. Non è solo il calcio a doverle rispettare ma tutto il mondo sportivo. La norma, la più importante, è chiara: i professionisti e le società da cui vengono gestiti possono ricominciare a svolgere attività rispettando le distanze, sanificando gli ambienti chiusi. Si dovrà dotare tutti di guanti di protezione monouso e mascherine pronte ad essere eliminate in appositi contenitori. Alle Federazioni sportive, in base alle norme tecniche, è stato consentito di riprendere gli eventi e le competizioni ma obbligatoriamente a porte chiuse o all’aperto senza la presenza del pubblico.
E gli allenamenti nelle strutture private? Anche quelli, a patto che sia mantenuta la distanza dei due metri, a meno che non si sia familiari. I famosi congiunti, che tragedia! Gli amatori, poverini, rimangono ancora a bocca asciutta. In parole povere, se ti va di farti due tiri a canestro, giusto per divertirti o fare due tiri in porta con gli amici, mi dispiace ma ti tocca aspettare fino al 25 giugno. Te lo spiego nel dettaglio!!
Dal 25 giugno sarà consentito lo svolgimento anche degli sport di contatto a livello amatoriale nelle Regioni e Province Autonome che, “d’intesa con il ministero della Salute e dell’Autorità di Governo delegata in materia di sport, abbiano preventivamente accertato la compatibilità delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei rispettivi territori pubblici”.
Certo se a parare hai tuo fratello o ti diverti a murare tua sorella giocando a pallavolo, non ti preoccupare sono congiunti!! Che confusione, sarà perchè lo sport è sempre stato sinonimo di libertà e negarla equivale a sentirsi comunque prigionieri. Ma c’è sempre un ma che va rispettato. La salute, in qualsiasi situazione è un diritto che va tutelato ed è un dovere per chi la gestisce. Quindi caro amatore, mettiti l’animo in pace, divertiti con chi sai, il 25 è vicino!
Coppa Italia, riprende il calcio. La prima finale dopo il Covid 19
Alla luce delle nuove disposizioni, il mondo del calcio come ti ho anticipato, si è mobilitato per smuovere le acque ormai stagnanti. I patti sono stati chiari: si ricomincia a patto che siano salvaguardate la legalità e nuove norme di gestione organizzativa! Quali sono?
1) semplificare le norme che regolano l’accesso agli stadi relativi all’acquisto dei biglietti senza però sottovalutare l’importanza di monitorare e nel caso valutare gli eventuali rischi che potrebbero compromettere lo svolgimento delle gare stesse
2) sanificare gli ambienti chiusi con l’istallazioni di dispencer, distributori di mascherine e guanti monouso da buttare subito dopo negli appositi contenitori.
3) gli spazi comuni e di passaggio devono essere sanificati prima e dopo.
Certo è che non sarà facile ma indispensabile, quindi il mio consiglio è PAZIENZA!
Tutti in campo quindi ma con le dovute attenzioni. Ci saranno accessi separati per le squadre che entreranno in campo. Con il buonsenso si dovrà stare attenti a non urtarsi troppo e al fischio finale o all’intervallo, è prescritto di uscire con “tempistiche differenti per l’ingresso in campo e l’uscita dal campo delle squadre”, bisognerà osservare Il distanziamento in panchina, non si potrà esultare se non con qualche gomitata. La gara si giocherà a porte chiuse e non ci dovranno essere più di 300 persone, non più di 100 per zona.
E se un po’ di emozioni erano necessarie per ritornar a veder la luce ecco che domani alle 21 allo Stadio Olimpico di Roma, per i fans e gli amanti del calcio, il Napoli e la Juventus scenderanno in campo per giocarsi la finale della Coppa Italia! Non si poteva ricominciare a vedere le stelle se non con una sfida all’ultimo goal, anche perché, purtroppo, la distanza sarà sempre quella. Mi dirai, ma come faranno Dybala o il grande Ronaldo a non dare qualche colpettino con la scarpetta chiodata? Il virus, non possiamo negarlo, ha lasciato segni tangibili, nella continuità e forse nella concentrazione.
Nella prima semifinale con il Milan del 12 giugno scorso, il campione spagnolo non ha certo sfoderato la sua migliore prestazione, anzi. Covid o non covid, vederlo sbagliare il rigore è stata una sorpresa non da poco.. E in verità, mi fa proprio piacere che per una finale così importante a scendere in campo siano i biancocelesti di Mister Gattuso.
Nessuna rivendicazione meridionale. Lo giuro! Da simpatizzante interista sarebbe stato scontato tifare per Conte, tra l’altro salentino come me, ma ci sono regole morali che vanno oltre al mero interesse sportivo. Sono la dignità, la sportività e in questo Gattuso non lo batte nessuno. Negli occhi la tristezza per la scomparsa a soli 37 anni della sorella Francesca e sono dolori che devastano, ma nello sport come in un qualsiasi palcoscenico, lo show deve continuare. Gattuso questo l’ha spiegato tempo fa in Se uno nasce quadrato non muore tondo.