Bentornato nella nostra rubrica dedicata ai classici della letteratura, amico iCrewer. Oggi mi piacerebbe fare, e condividere con te, alcune considerazioni su Harry Potter e la pietra filosofale, il primo volume della fortunatissima saga letteraria – e cinematografica – scritta da J.K.Rowling.
Come ben sai, se hai letto buona parte degli articoli di questa rubrica, io fin dal pezzo d’esordio, ho sostenuto che anche libri come quello di cui parlerò oggi meritano un posto d’onore nella sezione classici nonostante la loro giovane età e la leggerezza che li contraddistingue. Dopotutto a fare la differenza sono i numeri in termini di vendite, seguito e mercato indotto: Harry Potter e la pietra filosofale – e i suoi fratelli minori – non sono secondi a nessuno.
Harry Potter e la pietra filosofale: il primo volume della saga
Diciamocelo chiaro, amico lettore, Harry Potter vive di luce propria. Lo dimostra il fatto che anche nel titolo di questo articolo non è stato necessario scrivere che si tratta di un romanzo scritto dalla straordinaria autrice britannica J.K.Rowling. Lo si da per scontato, si da per certo che tutti lo sappiano. L’equazione Potter–Rowling è ormai di uso comune ed è entrata a pieno titolo nella cultura pop di massa.
Perché dunque non considerare Harry Potter e la pietra filosofale un classico?
Ti dirò di più, amico iCrewer. Proprio durante il weekend appena passato mi sono reso conto di quanto sia forte la presenza del piccolo maghetto nelle usanze e nei costumi dei nostri ragazzini. Qui in Lombardia abbiamo appena archiviato la settimana di carnevale. Ho fatto fatica, durante una bella passeggiata nel centro della mia città, a contare i bambini vestiti da Harry. Ho visto occhiali e bacchette come se piovesse.
Pensaci bene, carissimo lettore, quante volte hai visto persone travestite da Renzo e Lucia, Rosso Malpelo, Ulisse o Mattia Pascal alle feste di Carnevale? Questa considerazione può dire tutto ma anche non dire niente. Io la lascio qui a sedimentare; sarebbe bello che attraverso i commenti anche tu dicessi la tua a riguardo. Harry Potter è o non è un grande classico della letteratura?
Senza dubbio lo è della letteratura per bambini e ragazzi. Sono stato infatti ripreso, da una cara amica appassionata del mondo di Hogwarts, quando le ho detto che solo qualche settimana fa sono riuscito finalmente a leggere Harry Potter e la pietra filosofale, nella versione tascabile ed economica di Salani Editore.
«Non avevi mai letto Harry Potter?» mi ha chiesto sgranando gli occhi.
No. Meglio tardi che mai.
A suo avviso arrivandoci a quarant’anni mi sono perso gran parte della magia contenuta che invece viene assorbita completamente quando si è ragazzini. Peccato che anche nel 1997, data in cui è uscito il primo volume, io fossi già un bel ragazzino stagionato. Quindi anche a questo interrogativo non sono in grado di rispondere e mi avvalgo dell’aiuto del pubblico di iCrewplay: È meglio leggere Harry Potter e la pietra filosofale da ragazzi o è lo stesso anche da adulti?
Prima di concludere, visto che data l’inflazione dei pezzi su questo argomento e la popolarità della storia non serve certo che io riporti la trama, la sinossi o il racconto della mia esperienza di lettura, vorrei fare un’ultima riflessione che si avvale del potere della fantasia e della magia.
Guardandoci intorno, oggi, sembra che il mondo sia nelle mani di Lord Voldemort (l’ho solo scritto, non l’ho nominato) e che serva davvero l’aiuto di un supereroe per guarire le tante ferite che ci affliggono. Tornando alle piccole sfilate di carnevale a cui ho assistito, quanto sarebbe bello che tutti quei maghetti potessero alzare al cielo le bacchette e far sparire il male nel mondo?
Succederà e funzionerà.
Non per la magia o per i loro travestimenti, ma semplicemente per la loro giovane età. Per la prospettiva di essere coloro che scriveranno il futuro. E se lo faranno dopo essere cresciuti, anche grazie a pane e libri, io resto fiducioso.
Chi lo sa, magari i nostri bambini saranno capaci di rivelarsi il più potente degli Expecto Patronum.