Ci sono giorni che si rivelano al mattino, quando apri gli occhi e vorresti girarti dall’altro lato e continuare a dormire ma il giorno ti reclama e devi alzarti. E ri-cominciare con la fatica di far girare ogni cosa per il solito verso. Quello giusto. Ci sono giorni che appena apri il balcone e respiri, neanche l’aria fresca ti sveglia dal torpore mentale. E ti accorgi che l’aria passa nei polmoni ma non lascia traccia di ossigeno. Lascia asfissia e ti sembra di non respirare perchè anche i polmoni si rifiutano di collaborare.
Ci sono giorni fatti di colazioni insapori, dove il caffè non ha aroma ma solo l’amaro del chicco abbrunito e torrefatto, e al gusto senti solo il bruciato che aggiunge amarezza all’amarezza. E non c’è zucchero che basti mai ad addolcire l’amaro. Ci sono giorni che ti muovi per le stanze come un automa, pulisci, ordini, rassetti, soltanto perché inserita la tua personale presa alla corrente, parti in automatico, meccanicamente. Solo l’abitudine ti muove.
Ci sono giorni che ti guardi allo specchio e non ti vedi. E quella che perplessa ti osserva dallo specchio è una che ti somiglia ma tu non sai chi è, né cosa vuole. E quel sorriso sardonico, forzato, non è il tuo, non ti somiglia. Ci sono giorni che cucini, prepari la tavola, mangi, lavi i piatti ma sei altrove. In un altrove che non sai dov’è, com’è e perché sei lì ma è l’unico posto dove non hai domande o risposte, né ragione o torto, né intelligenza o cretinaggine, né razionalità né follia. Stai e resti, immota e immobile, ferma e impassibile.
Ci sono giorni che anche i pensieri emigrano, si perdono fra le vaghe nubi dell’orizzonte o nell’azzurro quieto e lontano che tutto avvolge quasi indifferente. E quell’indifferenza diventa tua. La inglobi e ti appartiene. Ci sono giorni che niente ti fa star bene e nulla ti dà sofferenza, sono giorni neutri, incolori, anestetizzati. Giorni che se vedessero crollare ogni fondamento e tutte le certezze, farebbero spallucce girandosi a guardare altrove. E sei sospesa, distaccata, sei in un limbo e stai bene lì.
Ci sono giorni nongiorni
Ci sono giorni che guardi la sera sopraggiungere piano con i suoi bruni colori e nell’oscurità scorgi te stessa che ha vissuto un giorno non vissuto. È scivolato lento e lieve sulla pelle. Come una carezza non ricevuta, non sperata, non cercata e non voluta. Ci sono giorni senza fremiti, senza passioni, senza piaceri, senza emozioni. Giorni senza libri da leggere, senza parole da comporre e scrivere, pure la poesia tace e non racconta, dorme in un angolo, zitta. E tu la vedi, la osservi da lontano e non la senti.
Ci sono giorni in cui cammini senza passi, ti muovi senza gesti, parli senza parole, guardi senza vedere, ascolti senza capire, forse sorridi ma senza intenzione. Ci sono giorni in cui ti senti solo materia persa tra le pieghe del tempo e non sai essere altro che un minuscolo corpuscolo vagante in un giro immortale. Un frammento di universo, cui qualcuno ha dato alito di vita.
Ci sono giorni che non cerchi niente, non vuoi niente e niente ti fa fremere. Sono giorni indifferenziati proprio come rifiuti da buttare. Senza rimpianti e senza progetti, senza passato e senza futuro. Sono giorni nongiorni. Sono giorni che forse anche tu conosci o forse no. Sono giorni che scivolano, sdrucciolano piano e lasciano incolmabili vuoti. Come la morte, quando gioca d’anticipo.
Ci sono giorni per la poesia
Ci sono giorni in cui trovi per caso anime che come la tua, con gli stessi giorni. E scopri che le anime sono simili senza saperlo e ti consoli, ti senti meno avulsa, meno esclusa, meno aliena e allora comprendi che siamo impastati nella stessa amalgama, inclusi nella stessa pasta e fili invisibili ci uniscono, ci accomunano, ci affratellano. E allora sai, comprendi che la poesia matura spesso in un limbo fatto di niente, a volte si forma nel buio e nelle caverne dell’anima ma cerca sempre la luce del sole e la regala a piene mani.
Ci sono giorni in cui la poesia non si scrive,
riposa ,
dorme sotto un prato di nuvole,
altri giorni grida e ride con le rondini
e non vuol saperne di scendere
a scriversi sul foglio.
A volte si nasconde
dentro il cuore
e non vuol mostrarsi a nessuno.
Poi improvvisamente
diventa un uccellino azzurro
e sussurra all’orecchio
parole che rotolano in fretta
e trilla e canta a squarciagola
come se fosse ancora Primavera.
Sandra Mirabella
Se sei stupito di questo articolo, ti dico subito che rileggendolo ha stupito anche me. È uscito di getto dalla penna, una sera, mentre raccoglievo pensieri e idee per il solito appuntamento di poesia del venerdì che, ti dico sinceramente, non riuscivo a trovare. Ho buttato qualche frase, lì, quasi per caso quasi senza pensarci. Non ti nascondo che quando mi succede di solito è il cestino della carta straccia che raccoglie quelle che, in genere, giudico elucubrazioni mentali o masturbazioni cerebrali.
La vera sorpresa è stata quando la mattina del giorno dopo, aprendo la pagina di un noto social, vedo come prima notizia la poesia che hai letto sopra. Sandra Mirabella, che hai avuto modo di conoscere attraverso un mio articolo di qualche mese fa, quando ti ho presentato la sua prima raccolta di versi Ali di carta, aveva avuto probabilmente gli stessi miei pensieri che ha saputo tradurre mirabilmente in versi.
A quel punto, con immenso stupore ho davvero pensato che, come mi ha scritto la stessa Sandra, a volte un filo rosso lega alcune persone che pur non conoscendosi dal vivo, pur non avendo contatti di nessun tipo se non i post di Face Book, hanno gli stessi giorni nongiorni…
… E non ho cestinato, al mio solito, ciò che ho scritto di getto. Tu hai appena letto e ti ringrazio anche se non hai apprezzato.
Ci sono anche quei non-giorni, che la realtà ci rende quasi come automi, sbrighiamo le stesse faccende le abitudini di sempre e ti senti come dentro un film che ripete all’infinito le stesse immagini.
Ci sono di questi giorni grigi appallottolati come carta di giornale…poi scopri quel filo rosso e Tutto
cambia perché non ti senti più il solo e unico essere protagonista di quei non-giorni, ma siamo in tanti e ti consoli, non sempre si vive al massimo, ma quando le emozioni scoppiano all’improvviso ti senti veramente come se un uccellino ti fischiettasse all’orecchio note di primavera. Eh si cara Pina , quel filo rosso esiste eccome …ne abbiamo la prova. Un abbraccio e grazie sempre .
Grazie a te Sandra per la tua cortese attenzione… E per avermi “regalato” i tuoi versi. Belli e profondi come sempre.
Si li conosco eccome