…Fare memoria… per non dimenticare…
Si è spenta in una clinica a Palermo Rita Borsellino…
Quando ho letto la notizia che distrattamente scorreva tra quelle appena battuta dalle agenzie di stampa, l’attenzione è caduta sul cognome… mi sono chiesta se fosse quel Borsellino... e cosa avessero in comune. Saltare alle conclusioni è stato immediato, perchè Borsellino non è un cognome qualsiasi e, in quel caso, non mi ero sbagliata. Lo sguardo, la sagoma del viso, osservandola bene, non lasciava dubbi, Rita Borsellino somigliava tantissimo al suo caro fratello, gli stessi occhi chiari, quel sorriso dolce ma autorevole nello stesso tempo.
Leggendo la sua vita, il primo pensiero è stato quello di trovarmi davanti una personalità estremamente riservata, schiva, timida, capace tuttavia, senza esitare, di scendere in campo per continuare, con i suoi mezzi e il suo pensiero, la lotta intrapresa dal fratello, a Palermo, contro l’illegalità diffusa e dilagante.
Una vita quella di Rita Borsellino, almeno nella prima parte, vissuta dietro le quinte, una laurea in farmacia, tre figli, ma sempre accanto al fratello, protagonista scomodo di una realtà ostile, custodisce le sue confidenze e i suoi timori, è consapevole dei pericoli ma lo sostiene e quando i timori si trasformeranno in tragica realtà, sente di aver ereditato e raccolto un patrimonio difficile e dare un senso al sacrificio di chi, per amore di giustizia, aveva pagato con la vita, diventerà il suo unico desiderio.
Custodire la memoria e impegnarsi con coerenza diventerà la sua missione perchè “La memoria è vita che si coltiva ogni giorno” affermava la signora Borsellino, e va condivisa per non disperderla”. Dopo la strage di Via D’Amelio, diventa parte attiva di un progetto di diffusione e comunicazione, partecipa ai dibattiti sulle mafie, frequenta le scuole, i convegni giovanili, e non si tira indietro quando, nel ‘94, Don Ciotti le chiede di aderire a Libera, un’associazione con la quale girerà l’Italia e l’Europa per diffondere la cultura della legalità.
Nel frattempo, pubblica, nel 2002 il suo primo libro “Fare memoria… Per non dimenticare e per capire” un testo che non ha bisogno di spiegazioni, nel 2005 “Il sorriso di Paolo”, nel 2006 “Nonostante tutto“, nel 2007 sarà lei la protagonista di “Rita Borsellino, la sfida siciliana”, libro scritto a quattro mani da Giuseppe Lo Bianco E Sandra Rizzi.
All’impegno sociale, la sorella del magistrato, unisce quello politico, condividendo il pensiero del partito democratico, lontano dal pensiero politico del fratello, simpatizzante di destra ma lei di questo non si curava perchè la legalità e l’impegno non hanno colore” diceva… un impegno istituzionale che la vedrà impegnata, per diversi anni, come assessore a Palermo, fino alla nomina come eurodeputato nel 2009, un’esperienza che chiuderà definitivamente nel 2012, non senza contestazioni, delusa da troppe incoerenze.
“La frase tanto non cambia niente”, ribadiva con forza Rita, si può far cadere. Le cose cambiano se le vuoi far cambiare, se tu ce la metti tutta per cambiare. Da sole non possono cambiare, possono solo peggiorare e allora chiediti cosa tu puoi fare per gli altri e per la tua città!” Bisogna amare qualcosa. Bisogna amare intensamente qualcosa che non piace, perchè disinteressarti di ciò che non ti piace può farti solo male…”
Rita Borsellino non ha smesso di farsi sentire, neanche dopo la malattia che le ha tolto le forze fisiche ma non la forza per testimoniare, il 19 luglio scorso, con la sua presenza e stretta ai suoi nipoti, era in via D’Amelio, per il ventesimo anniversario dalla strage di Via D’Amelio, in cui persero la vita il fratello e gli uomini della scorta.
La sua voce si è spenta ieri, dopo una lunga sofferenza, ma il suo esserci… sempre…, come diceva lei… nonostante tutto… non lo dimenticheremo… perchè chi ha paura muore ogni volta… chi non ha paura muore una volta sola…”