Si dice che gli artisti abbiano un’anima tormentata, così come gli scrittori.
Ci lascia all’improvviso Alessandra Appiano, scrittrice e vincitrice del Premio Bancarella nel 2003 con “Amiche di salvataggio” della Sperling & Kupfer.
La scrittrice non è riuscita a superare i suoi tormenti interiori e si è tolta la vita.
Alessandra era una donna dalla parte delle donne e non solo con i suoi libri, interventi in tv, ma anche come amica. Una persona meravigliosa, vera e genuina, che c’era sempre per chi ne aveva bisogno. Era una sorella maggiore e un’amica per le persone vicine e che diceva sempre quello che pensava. Una qualità rara nel mondo della cultura e spettacolo.
La donna aveva 59 anni e con un gesto volontario si è tolta la vita. In pochi istanti torna in mente anche la tragedia di David Foster Wallace e Sylvia Plath, scrittore e poetessa entrambi morti suicidi.
A volte, gli scrittori riescono ad avere una tale profondità da portarli nell’abisso, senza riuscire a riemergere.
L’artista, come avevo già anticipato in questo caso parliamo di scrittura, si interroga sul mondo e sui vari punti di domanda che la vita ci mette davanti costantemente, si scontra con dinamiche che arrivano più violente di uno schiaffo in pieno volto, situazioni di un’editoria sempre più faticosa, specialmente se diventa il centro di tutto. Poi, arrivano pure le occasioni mancate, risultati diversi dalle aspettative, lotte, stanchezza che ti porta allo stremo delle forze.
Il buio si allenta e ci lascia respirare quando tiriamo fuori la nostra parte bambina, dimenticandoci per un attimo i problemi. Tutto ciò è la dimostrazione che quello che ognuno di noi nasconde dentro di sè, è ben diverso da ciò che si mostra nelle foto o come si appare. Il mostro che ha portato via Alessandra, non è di certo scritto nei suoi libri come antagonista, ma ha una sola parola: depressione. A volte essere circondati di amore e affetto, per questa patologia non basta.
Noi di Icrewplay la vogliamo ricordare felice e sorridente, parlando di alcune delle sue opere.
Ti meriti un amore di Cairo Editore, dove ricostruiva il caso dell’assassinio di Gloria Rosboch.
Il bicchiere mezzo pieno di Piemme Editore.
E tutto ciò soli centocinquant’anni dopo che il dottor Semmelweis, il primo medico che un giorno disse ai suoi colleghi “stimatissimi, sarà il caso che uscendo dalla sala autopsie e dirigendoci in sala parto ci laviamo le mani?”, venne obbligato a lasciare la sua città, rinchiuso in un manicomio ed escluso a vita dalla comunità scientifica, a suggello del fatto che esistono congiunture astrali per cui tra essere riconosciuto come un genio ed essere stigmatizzato come idiota il passo è davvero troppo breve e amaro.
Questo libro si muove su quel crinale, affascinante e pericoloso, sfidando rassegnazione e cinismo con un rapido ed elegante battito di ciglia. Racconta storie il cui epilogo non è stato sventurato come quello del medico viennese di cui sopra, si sbatte alla ricerca di leggerezza, tallona un anelito di speranza come il viaggiatore ramingo insegue un caffè decente in autostrada.
In un momento in cui l’ottimismo non è più il profumo della vita, in una stagione in cui questo mirabile concetto viene vissuto come il contrario non del pessimismo, ma del realismo, è sempre giusto e prezioso celebrare quell’istinto mai sopito che suggerisce di vedere finalmente il bicchiere mezzo pieno, badando anche a quale sia la sostanza al suo interno, dettaglio questo di discriminante importanza.»
Geppi Cucciari“
Amiche di Salvataggio di Sperling & Kupfer.
Altre sue opere:
- La vita è mia e me la rovino io, Mondadori, 1992
- Sola? Come vivere felici con gli uomini. Delle altre, Mondadori 1993
- Più malsani più brutti, Mondadori, 1995
- Domani ti perdono, Sperling & Kupfer, 2003
- Scegli me, Sperling & Kupfer, 2005
- Le vie delle signore sono infinite, Sperling & Kupfer, 2006
- La belle e le bestie, Sperling & Kupfer, 2007
- Il cerchio degli amori sospesi, Garzanti, 2010
- Solo un uomo, Garzanti, 2013