Che la forza sia con noi, si rientra! Finalmente i nostri ragazzi tornano a scuola. Gioia e giubilo, si torna a imparare, a creare, a crescere tutti insieme. Si conclude questa sospensione di vita durata sei mesi in cui dai tre ai diciannove anni i giovani si sono trovati senza più i soliti obiettivi, senza più la routine degli orari scolastici, senza la condivisione di spazi, tempi e culture.
Si sono adattati a un sottoprodotto scadente e frustrante di scuola che ha fatto impazzire i genitori, reso ipertesi gli insegnanti e trasformato i ragazzi in cavie sottosviluppate per metà umani (quella superiore, che entrava nel monitor) e per metà australopitechi (quella inferiore, che rimaneva sotto il tavolo).
Eppure in quel momento, nel momento del picco dei contagi, nel momento del clou della pandemia, probabilmente non c’era molto altro da fare anche se il settore scuola è stato quello in assoluto più sacrificato, meno considerato e maggiormente ignorato dalle istituzioni. Va bene dai… non facciamo polemica, è passata: hanno avuto sei mesi, ben sei mesi per organizzarsi per il rientro, per dare direttive chiare e mettere in condizione la scuola di ripartire con la giusta marcia ingranata.
Che la forza sia con noi
Ecco, è questo il punto, sei mesi per capire come fare, sei mesi sprecati tra le fantasiose soluzioni dei banchi a rotelle e delle lezioni nel bosco e poi nessuna direttiva per i trasporti. Fino a dieci giorni prima dell’inizio della scuola nessun comune aveva linee guida sugli scuolabus: perchè era ovvio che per rispettare il distanziamento bisognava comprarne di più di autobus e bisognava avere i soldi. Ma nessuno ci ha pensato… e allora dai sì riempiamo gli scuolabus fino all’80% ma anche il 100% va bene se il tragitto è minore di 15 minuti.
E va bene dai, se l’hanno detto quelli delle task forces bisogna fidarsi, ci capiranno loro no? Il Presidente Conte ha detto che la scuola avrà dei disagi ma rimane comunque il faro, il grande centro della nostra società. Boia non me n’ero accorta. Ero occupata col lievito…
E con quali direttive andiamo a scuola? Voglio dire: come devono comportarsi i genitori? Dunque… devono comportarsi bene. Sì ma nella fattispecie? Non devono mandare a scuola i figli con la febbre. E va bene, succedeva anche prima e poi? Ma nemmeno con problemi respiratori. E quindi manco col raffreddore? No va bé non esageriamo adesso, col raffreddore sì ma non troppo forte.
E con la tosse? Basta che tossisca nel gomito e abbia la mascherina. Anche al banco? Per 8 ore? No, macchè tranquillo! Se sta fermo immobile per 8 ore può non averla, ma se si muove la deve mettere e anche a ricreazione, che comunque deve fare solo con la sua classe senza avere contatti con le altre.
Scusa ciccio, ma io ho due figli, uno in prima uno in terza, si lavano i denti insieme sputandosi addosso il dentifricio la mattina… che mi frega se si scambiano la merenda? PESTE E CORNA! L’ANTICRISTO!!! Mascherina. Il consiglio sarebbe quello di utilizzarla anche a casa magari mentre i genitori fanno sesso perchè non si sa mai.
Sei mesi… sei mesi e né la ministra Azzolina né i suoi costosissimi consiglieri sono stati in grado di ideare un metodi per disinfettare i ragazzi all’entrata come succede in Cina, dove utilizzano l’ozono.
Gente… che la forza sia con noi, e pure tanta pazienza e parecchi anticorpi. In bocca al lupo, e che ci difenda lui dai predatori pericolosi!