Che differenza c’è tra castità e astinenza sessuale? Questo è un interrogativo che si sono posti molte persone dopo le parole di Papa Francesco: “Il piacere sessuale, che è un dono di Dio, è minato dalla pornografia: soddisfacimento senza relazione che può generare forme di dipendenza“.
Che differenza c’è tra castità e astinenza?
Castità e astinenza sono due concetti spesso associati alla moralità e all’etica sessuale. Entrambi giocano un ruolo significativo in molte tradizioni culturali, religiose e sociali, ma è importante riconoscere che hanno sfumature distinte.
Origini culturali e religiose
La castità ha radici profonde nelle tradizioni religiose, specialmente in quelle che pongono un’enfasi particolare sulla purezza e la moralità sessuale. Molte religioni, inclusi il cristianesimo, l’islam, l’induismo e il buddismo, hanno insegnamenti che incoraggiano la castità come un modo di mantenere una vita sessuale moralmente pura.
Dall’altra parte, l’astinenza è spesso associata a una scelta consapevole di astenersi da attività specifiche, come il sesso o il consumo di cibo o bevande. Mentre l’astinenza può avere radici religiose, come nei periodi di digiuno presenti in molte tradizioni, può anche essere una scelta personale basata su motivazioni etiche, di salute o sociali.
La castità si riferisce generalmente a uno stato di purezza sessuale, spesso associato all’assenza di attività sessuali al di fuori del matrimonio o di specifiche norme religiose. La castità può anche essere interpretata come un impegno a mantenere una vita sessuale moderata e rispettosa delle norme etiche.
L’astinenza, d’altra parte, indica la rinuncia temporanea o permanente a certe attività, come il sesso. Mentre l’astinenza sessuale è spesso legata a motivazioni etiche o religiose, può anche essere praticata per ragioni di salute o come forma di autocontrollo.
L’impatto sulla società moderna
Nella società moderna, la castità e l’astinenza continuano ad avere risonanza, sebbene il contesto culturale sia in evoluzione. Molte persone scelgono di praticare la castità come espressione della propria fede religiosa, mentre altre possono adottare l’astinenza come parte di uno stile di vita sano o come risposta a questioni sociali, come la consapevolezza dell’HIV/AIDS.
Tuttavia, c’è un crescente dibattito sulla moralità e sull’applicabilità di concetti come castità, specialmente in un’epoca in cui le norme sessuali e le relazioni sono in costante evoluzione. Alcune voci sostengono che la castità può essere interpretata come restrittiva e moralisticamente giudicante, mentre altri vedono nell’astinenza una forma di autocontrollo positiva e una scelta consapevole.
Castità e astinenza sono concetti complessi, intrecciati con la storia, la religione e l’etica. Mentre la castità è spesso associata a norme religiose, l’astinenza può essere una scelta personale guidata da molteplici motivazioni. In un’epoca in cui le norme sessuali e sociali stanno cambiando, è importante comprendere la diversità di prospettive su questi concetti e rispettare le scelte individuali basate su fedi, valori personali e la ricerca di un significato più profondo nella vita.
L’intervento di Papa Francesco
Nell’udienza generale del 17 gennaio, Papa Francesco ha dichiarato: “Il piacere sessuale, che è un dono di Dio, è minato dalla pornografia: soddisfacimento senza relazione che può generare forme di dipendenza”. Sottolineando: “Dobbiamo difendere l’amore“.
“Vincere la battaglia contro la lussuria, contro la ‘cosificazione’ dell’altro, può essere un’impresa che dura tutta una vita“, ha aggiunto il Papa nella catechesi dedicata al vizio della lussuria.
Il Papa ha parlato anche della castità che “non va confusa con l’astinenza sessuale“. È “la volontà di non possedere mai l’altro. Amare è rispettare l’altro, ricercare la sua felicità, coltivare empatia per i suoi sentimenti, disporsi nella conoscenza di un corpo, di una psicologia e di un’anima che non sono i nostri, e che devono essere contemplati per la bellezza di cui sono portatori”.
“Amare è bello“, ha sottolineato Papa Francesco. Ma talvolta l’innamoramento “viene deturpato dal demone della lussuria, e questo vizio è particolarmente odioso, almeno per due motivi. Anzitutto perché devasta le relazioni tra le persone. Per documentare una realtà del genere è sufficiente purtroppo la cronaca di tutti giorni. Quante relazioni iniziate nel migliore dei modi si sono poi mutate in relazioni tossiche, di possesso dell’altro, prive di rispetto e del senso del limite?”.
Il Pontefice infine ha citato il Cantico dei Cantici, un libro della Bibbia, per ribadire che “nel cristianesimo non c’è una condanna dell’istinto sessuale”.