Il 6 aprile torna il Carbonara Day, la giornata dedicata a uno dei piatti simbolo del Lazio, in particolare di Roma. Un appuntamento atteso da appassionati, buongustai e semplici amatori, che ogni anno celebra la celebre ricetta italiana con eventi e iniziative.
Secondo un’indagine commissionata dai pastai dell’Unione Italiana Food all’Istituto Piepoli, la carbonara è un piatto da condividere: per il 95% degli italiani, infatti, si gusta in compagnia, soprattutto in famiglia. L’indagine, condotta su un campione rappresentativo di 500 adulti, rivela che per l’80% degli intervistati la carbonara è legata a un forte valore affettivo: il 62% la mangia con i propri familiari, il 20% con il partner. Solo il 13%, con una percentuale più alta tra i giovani uomini sotto i 35 anni, la condivide con gli amici. Curiosamente, tra i personaggi con cui gli italiani vorrebbero gustare un piatto di carbonara, spiccano Carlo Verdone e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Quando e perché si celebra il Carbonara Day
Il 6 aprile è il giorno ufficiale del Carbonara Day, un evento ideato nel 2017 dai pastai italiani dell’Unione Italiana Food, in collaborazione con l’International Pasta Organization (IPO). L’obiettivo? Celebrare un piatto semplice ma amato in tutto il mondo, capace di unire le persone attorno alla tavola, specialmente nei momenti più difficili.
Non c’è un legame storico diretto tra la data del 6 aprile e la nascita della carbonara: si tratta piuttosto di una data “mediatica”, pensata per lanciare una campagna social globale attorno al piatto, con hashtag dedicati e una forte partecipazione online.

Le origini del piatto
La carbonara è un classico della cucina romana, preparata con ingredienti semplici ma dal sapore deciso. I formati più tradizionali sono gli spaghetti e i rigatoni, rigorosamente di semola di grano duro. Ma dove è nata esattamente?
Una delle teorie più accreditate vuole che la ricetta sia nata nel secondo dopoguerra, quando i soldati americani, in Italia, conobbero la “cacio e ova” preparata dagli abruzzesi, in particolare dai carbonai dell’Aquilano. Da qui, potrebbe derivare anche il nome “carbonara”. Secondo un’altra ipotesi, il nome richiama i boscaioli del centro Italia che, salendo sull’Appennino per produrre carbone, si preparavano questo piatto sostanzioso e veloce, da cui il termine “carbonara”.
La carbonara viene menzionata per la prima volta in un film italiano del 1951 con Aldo Fabrizi e, solo tre anni dopo, fa la sua comparsa anche nella letteratura, nel libro Racconti romani di Alberto Moravia. Tuttavia, la prima ricetta ufficiale del piatto viene pubblicata curiosamente in una guida ai ristoranti di un quartiere di Chicago.
Grazie a un’attenta ricerca condotta da Luca Cesari presso la Biblioteca Gastronomica di Academia Barilla, è stata possibile una ricostruzione dettagliata e originale delle origini e dell’evoluzione di uno dei piatti di pasta più amati al mondo.
È interessante notare che la prima versione della carbonara pubblicata in Italia prevedeva ingredienti oggi considerati “eretici”: pancetta, gruviera e aglio. Nessuna traccia, invece, di pecorino, guanciale e pepe nero, elementi oggi ritenuti imprescindibili dai puristi.
La teoria più accreditata dagli storici della gastronomia è che la carbonara sia nata dall’incontro tra la cucina tradizionale del Centro Italia e le influenze americane, in un contesto post-bellico in cui la contaminazione culturale ha dato vita a un piatto destinato a diventare leggenda.
Un piatto popolare anche nel food delivery
Oggi la carbonara non è solo una ricetta tradizionale: è uno dei piatti più ordinati nel food delivery, amatissimo non solo in Italia ma anche all’estero. Simbolo di convivialità e tradizione, continua a conquistare tutti, un morso dopo l’altro.
Pasta alla Carbonara: la ricetta di Giallo Zafferano
Ecco la ricetta di Giallo Zafferano:
Le dosi per quattro persone:
- 400 g pasta (spaghetti, mezze maniche, bucatini)
- 280 g guanciale
- 200 g pecorino romano
- 5 tuorli (media grandezza)
- q.b. pepe nero in grani
Per prima cosa, mettete a scaldare una pentola di acqua. Come sale ne basta poco: circa metà del solito quantitativo, dato che il pecorino è già molto saporito. Quando avrà raggiunto il bollore, lessate la pasta prescelta: pasta lunga come spaghetti o bucatini, ma anche le mezze maniche sono perfette.
Prendete il guanciale, eliminate la cotenna, e tagliatelo a listarelle piuttosto spesse, di ca. mezzo centimetro. Lasciatelo sfrigolare in una padella, a fuoco moderato, finchè la parte grassa non diventerà trasparente. Non serve aggiungere altro olio, dato che cuocerà già nell’abbondante suo grasso. Versate il grasso all’interno di una scodellina. Rimettete il guanciale sul fuoco per renderlo croccante per qualche minuto, poi spegnete la fiamma e conservate il guanciale a parte.
Adagiate i tuorli all’interno di una scodella, unite il pecorino (tenendone due cucchiai per la decorazione) e una spolverata di pepe nero macinato al momento. Amalgamate brevemente con una spatola. Unite 2 mestolini di grasso del guanciale per rendere il composto di tuorli cremoso, denso e vellutato, amalgamando con la spatola.
Tenete da parte un bicchiere di acqua di cottura della pasta e scolatela. Versate la pasta nella padella dove avete cotto il guanciale, unite la crema di tuorli e pecorino e un mestolino di acqua di cottura. Mescolate molto bene per far amalgamare il tutto. Se fosse necessario, unite ancora acqua. Questa operazione andrà fatta rigorosamente fuori fuoco.
Quando la pasta alla carbonara sarà diventata super cremosa (ma non liquida), grazie al calore della pasta e agli amidi contenuti nell’acqua, unite il guanciale (tenendo qualche listarella per la decorazione), amalgamate brevemente e servite nei vari piatti. Decorate con una spolverata di pecorino e ancora un po’ di pepe. La vostra Carbonara è pronta! La vera Carbonara proprio come viene servita nella osterie di Roma!