Cari iCrewers, oggi apriamo l’ultima casella del nostro Calendario dell’Avvento e scopriamo la Natività, ovvero la scena principale che va a costruire il nostro presepe.
In questi 24 giorni abbiamo scoperto curiosità, storie, origini, cibi e leccornie legate al Natale. Abbiamo condiviso con voi lettori i nostri pensieri e auguri, abbiamo atteso il Natale e la nascita del Bambinello insieme, proprio come una famiglia. E da grande famiglia di lettori che siamo, non possiamo che concludere il nostro calendario con la famiglia più riprodotta dall’arte.
Simbologia della Natività
Molti di noi, amanti del presepe, siamo stati attenti a non posizionare Gesù Bambino, che verrà posto solo la notte tra il 24 e il 25 dicembre. Ma i simboli, le statuine e le scenografie che usiamo per la Natività hanno significati diversi. D’altronde, il presepe è la riproduzione di un racconto biblico fatto da uomini e artisti che hanno introdotto simboli legati alla venuta del Signore.
Anche la culla del Bambinello ha un suo significato. La culla è rappresentata simile ad un sepolcro, è dunque implicita l’esperienza della morte cui il Dio incarnato andrà incontro. Questa scelta è stata optata dagli artisti per cercare di racchiudere la nascita, la Passione e la Resurrezione di Gesù.
Il bue e l’asinello, inesistenti nei Vangeli canonici, compaiono invece in quello dello Pseudo Matteo:
Tre giorni dopo la nascita del Signore nostro Gesù Cristo, la beatissima Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla, depose il bambino in una mangiatoia, ove il bue e l’asino l’adorarono. Si adempì allora quanto era stato detto dal profeta Isaia, con le parole: “Il bue riconobbe il suo padrone, e l’asino la mangiatoia del suo signore”. Gli stessi animali, il bue e l’asino, lo avevano in mezzo a loro e lo adoravano di continuo.
Nell’iconografia orientale, il bue e l’asinello rappresentano i popoli pagani che hanno riconosciuto la venuta del Messia, mentre il popolo di Israele ancora attende la sua venuta.
Dando un’altra lettura dei due umili animali, possiamo intendere i due animali come il principio generativo (bue) e la personalità (asino). Nella antichità il bue, il toro, è sempre stato considerato come il principio generativo. In Egitto, ad esempio, il bue Apis era il simbolo della fertilità e della fecondità. Il bue è sotto l’influsso di Venere, e rappresenta la forza sessuale. L’asino è sotto l’influsso di Saturno e rappresenta la personalità, vale a dire la natura inferiore dell’uomo, quella che noi chiamiamo il Vecchio Adamo, testardo, ostinato, ma buon servitore.
San Giuseppe, l’uomo che ha saputo accettare la gravidanza di Maria, rappresenta tutti i padri e incarna tutte le doti di benevolenza, umiltà, devozione e comprensione. Queste qualità in un padre sono utili per crescere ed educare un figlio.
Maria, vergine e madre, è il simbolo della castità, della purezza e della rigenerazione, scelta da Dio per essere la madre di Gesù il Salvatore. Nel presepe o nella rappresentazione artistica, la Vergine Maria si trova sempre seduta o inginocchiata a simboleggiare l’ascesi tra divino e l’umano, e inoltre ha il ruolo di formare una comunità credente.
Genericamente, mi piace attribuire alla Natività il solo e semplice significato di Amore. Un amore che si è anche sacrificato per noi. Anche per i non credenti potrebbe essere esteso questo significato. Infatti, chiunque ami qualcuno è disposto a sacrificarsi per il bene del prossimo.
Ma questo è solo il semplice pensiero di una persona che crede ancora nella bontà e nella buona fede delle persone.
Cari iCrewers, vi auguro un sereno Natale!