Caro iCrewer, apriamo la settima casella del nostro Calendario dell’Avvento e scopriamo il Panettone. È uno dei dolci tipici del Natale e pochi conoscono le sue origini e la sua storia.
In realtà le origini di questa delizia si perdono nel tempo e la nascita del panettone è legata a numerose leggende. La più famosa narra che il panettone sarebbe nato alla corte di Ludovico il Moro, signore di Milano nel lontano XV secolo.
Le leggende e l’origine del panettone
Secondo la leggenda più diffusa la parola panettone e la sua realizzazione deriverebbe da Pan di Toni. Questo dolce milanese è stato creato per la famiglia degli Sforza e per Ludovico il Moro.
Il dolce venne apprezzato così tanto che la famiglia Sforza decise di chiamarlo “pan di Toni”, da cui deriverà nei secoli a venire il termine panettone.
Ma questa non l’unica leggenda. i dice, anche, che il dolce natalizio sia stato realizzato da suor Ughetta:
In un convento di suore molto povere, il giorno di Natale, suor Ughetta decise di celebrare la festività con un dolce di sua creazione. Per benedirlo tracciò con un coltello una croce sulla crosta che, cuocendo e diventando dorata, prese la forma a cupolone. Oggi questa è una delle caratteristiche distintive del dolce più caro alla tradizione natalizia.
La storia legata ad Ughetto degli Atellani è ambientata verso la fine del ‘400, nel periodo di Ludovico il Moro:
Ughetto, figlio del condottiero Giacometto degli Atellani, s’innamorò follemente della bella Adalgisa, figlia di un fornaio. Per fare colpo su di lei e starle il più vicino possibile, Ughetto s’improvvisò pasticcere nella bottega del padre della giovane dando vita a un pane unico nel suo genere. Farina, lievito, burro, uova, zucchero, cedro e arance candite. Immediato il successo, il dolce andò a ruba in tutta Milano facendo la fortuna della bottega del padre di Adalgisa. Ughetto, così, riuscì a ottenere la mano della sua bella e a sposarla.
L’unica certezza è che il panettone è nato nel medioevo ed è legato alla tradizione, che vigeva all’epoca, di preparare in occasione del Natale dei pani molto ricchi, che venivano serviti dal capofamiglia ai commensali.
Un manoscritto tardo quattrocentesco di Giorgio Valagussa, precettore di casa Sforza, attesta la consuetudine ducale di celebrare il cosiddetto rito del ciocco. La sera del 24 dicembre si poneva nel camino un grosso ciocco di legno e, nel contempo, venivano portati in tavola tre grandi pani di frumento, materia prima per l’epoca di gran pregio. Il capofamiglia ne serviva una fetta a tutti i commensali, serbandone una per l’anno successivo, in segno di continuità.
Per gli storici le prime prove documentali sull’esistenza del panettone risalgono al 1606. In quel periodo infatti il Dizionario milanese-italiano parla del panaton de danedaa. A quell’epoca era molto basso e non lievitato, simile al pandolce di Genova. Nell’Ottocento la ricetta venne perfezionata e il dolce prese il nome di panattón o panatton de Natal.
Il Panattón o Panatton de Natal come una Spe[cie] di pane di frumento addobbato con burro, uova, zucchero e uva passerina (ughett) o sultana, che intersecato a mandorla quando è pasta, cotto che sia risulta a molti cornetti. Grande e di una o più libbre sogliamo farlo solo a Natale; di pari o simil pasta ma in panellini si fa tutto l’anno dagli offellai e lo chiamiamo Panattonin – Nel contado invece il Panatton suole esser di farina di grano turco e regalato di spicchi di mele e di chicchi d’uva.
Il dolce milanese ha subito tante modifiche ed è possibile trovarlo farcito con le più fantasiose creme. C’è chi lo vende ripieno di gelato, chi con la crema al pistacchio, chi al limone, chi anche ne ha fatta una versione salata. Voi siete amanti del panettone e delle diverse farciture? Lo amate classico, con o senza uvetta e canditi.