Caro Icrewer,
per l’appuntamento odierno del nostro Calendario dell’avvento, ho pensato di scrivere per te un piccolo racconto di Natale. Ideale da leggere sotto le coperte mentre sorseggi una cioccolata calda!
Senza indugi non mi resta che augurarti una buona lettura!
La Stella di Natale
Era la vigilia di Natale e una leggera coltre di neve avvolgeva il tranquillo quartiere dove viveva il dodicenne Tom. Nel camino scoppiettava un fuocherello vivace che irradiava nella stanza un calore piacevole mentre proiettava sulle pareti ipnotici giochi d’ombra. Seduto sul davanzale della finestra, il ragazzo osservava i fiocchi bianchi danzare nel buio della notte.
Dalla stanza accanto risuonavano le grida dei suoi genitori, impegnati nell’ennesima lite. Chissà di quale frivolezza stavano discutendo questa volta! Forse di un piatto venuto male per la cena, di un parente non invitato o magari di un regalo troppo costoso fatto ad un amico.
Era sempre così durante le feste: tutti parlavano di armonia, tranquillità e di stare insieme ma al piccolo Tom sembrava che, anziché mettere da parte le ansie e le preoccupazioni quotidiane, i grandi se ne facessero venire sempre di nuove.
A bocca aperta per lo stupore, osservò l’astro correre per il cielo e la sua luce farsi sempre più luminosa, così tanto da costringerlo a ripararsi gli occhi con le mani. Quando riacquistò la vista ciò che vide lo lasciò senza fiato: nel suo giardino, lì a pochi metri dalla sua casa, la stella di Natale pulsava debolmente di una luce calda e soffusa.
Tom gettò un rapido sguardo verso la porta dell’altra stanza dove i suoi genitori continuavano a discutere, poi si gettò verso l’ingresso, afferrò sciarpa, cappello e cappotto e scivolò fuori. L’aria era gelida e pungente ma quando si avvicinò alla Stella di Natale sentì subito un’ondata di calore attraversargli tutto il corpo. La sua luce, però, era debole e si stava affievolendo sempre di più.
«Devo riportarla in cielo!» esclamò Tom preoccupato «Altrimenti morirà!» afferrò la stella di Natale e la mise in uno zainetto preso in tutta fretta dal capanno in giardino. Ma come avrebbe potuto rimettere la Stella di Natale al suo posto? Tom si guardò attorno per un attimo: poco oltre casa sua si ergeva una collina maestosa ed imponente. Su quella collina c’erano diversi vigneti che a settembre si riempivano di colori e di vita. Ma ora era solo un gigante bianco e dormiente avvolto nella sua candida coperta di neve.
Dalla cima di quella collina avrebbe potuto restituire la Stella al cielo! Tom si sfregò le mani per il freddo, si avvolse la sciarpa attorno al collo e saltò in sella alla sua bici con la Stella di Natale ben al sicuro nello zainetto. La neve scricchiolava sotto le ruote della bici, risuonando nel silenzio della sera.
«Vai Stella! Ora puoi tornare a casa!» ma la Stella di Natale non si mosse.
«Su! Avanti! Non puoi restare qui!» incalzò ancora quasi spingendo l’astro con i palmi delle mani.
Ma quella rimase immobile, lanciò un ultimo debole bagliore e poi si spense.
Tom abbassò le braccia e osservò quella che ora aveva tutta l’aria di essere una comunissima pietra, fredda e scura. La strinse a sé e rabbrividì. Ma non era per il freddo.
Sconfitto, il piccolo Tom rimise la pietra nello zaino e iniziò a scendere la collina per tornare a casa. Sulla via del ritorno però notò sul ciglio della strada qualcosa che prima gli era sfuggito: una donna ed una bambina se ne stavano al freddo, sotto la neve, gettando occhiate disperate a destra e sinistra.
Tom andò loro incontro e chiese «Chi siete? Cosa fate qui fuori al freddo?».
«Mi chiamo Dora» disse la donna, stringendosi nel cappotto «E questa è mia figlia Jenny» indicò la bambina che tremava accanto a lei. «Dovevamo andare in città per le feste ma la nostra auto si è rotta!» dietro di loro, infatti, l’’auto non si vedeva quasi più, sepolta dalla neve.
«Venite con me!» disse prontamente Tom offrendo il proprio cappello alla donna per scaldarsi «Casa mia è proprio laggiù!» e offrì la sciarpa alla piccola Jenny.
Madre e figlia si guardarono per un attimo, spaesate e confuse. Poi annuirono debolmente col capo, accettarono quei doni e seguirono Tom. Il ragazzo le condusse rapidamente a casa sua.
«Tom! Dov’eri finito?!» esclamò sua madre dall’uscio della casa. Dall’interno proveniva l’odore invitante della ricca cena della vigilia e si intravedevano le fiamme crepitanti del caminetto.
«Mamma loro sono Dora e Jenny» spiegò Tom, mentre la donna si fece subito avanti con aria dimessa pronta a spiegare la situazione. Jenny nel frattempo adocchiava con stupore la ricca tavola imbandita e le sfolgoranti luci dell’albero di
«Mamma, possono cenare con noi?» propose il ragazzo. La madre lo guardò per un attimo con sorpresa, poi spostò lo sguardo sulle due straniere. Impiegò qualche istante prima di sorridere dolcemente e invitarle ad entrare.
Tom rientrò felice in casa, posò lo zaino e si unì alla cena, più felice che mai.
La serata andò avanti tra storie e risate e la tensione che aveva avvolto la famiglia si dissolse rapidamente sostituita dalla giovialità e dal calore di quelle due giovani ospiti. Era da tanto tempo che Tom non trascorreva un Natale così felice!
Al termine della cena, Tom ringraziò Dora e Jenny per la compagnia e le salutò sull’uscio di casa mentre il padre le riaccompagnava in città. Quando l’auto era ormai sparita, inghiottita dalla neve e dal buio, Tom richiuse la porta e l’occhio cadde involontariamente sullo zainetto che aveva abbandonato lì per la fretta.
Quando lo afferrò si accorse che era stranamente leggero.
Lo aprì in tutta fretta e vi frugò all’interno ma non c’era niente! Lo rivoltò come un calzino ma della pietra non c’era alcuna traccia!
Spaventato si guardò nervosamente attorno. Poi la vide: nel cielo notturno, limpido e sereno, una luce brillava più accesa e calda che mai.
Tom sorrise.
La sua Stella di Natale era tornata a splendere.
Emozionante!