Che cosa sono i caffè letterari? A cosa dobbiamo il loro successo? I caffè letterari sono luoghi d’incontro e non sono concepiti solo per sorseggiare una buona tazza di caffè, vendere o sfogliare un libro, ma per creare connessioni di idee e aggregazione sociale. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria rinascita di questi spazi nelle nostre città: tra un evento culturale, una mostra d’arte e un concerto ci possiamo immergere in un’atmosfera magica in cui lo scambio intellettuale tra persone diverse è reale e stimolante.
La nascita dei Caffè letterari in Europa e in Italia
La diffusione del caffè è strettamente legata alla comparsa dei caffè letterari che nacquero in Francia a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo per poi diffondersi e prendere piede in tutta Europa. Erano luoghi in cui si incontravano le élite intellettuali dell’epoca, che discutevano di letteratura, arte, filosofia e politica. Nel tempo diventarono il simbolo della cultura borghese: i frequentatori più assidui erano gli illuministi che diffondevano le idee di libertà e uguaglianza, principi su cui hanno fondato il loro pensiero.
Le Cafè Precope fondato nel 1686, dal ristoratore siciliano Francesco Procopio dei Coltelli, è il più antico di Parigi e d’Europa. Ai suoi tavoli si potevano incontrare Voltaire, Diderot, Rousseau, Victor Hugo, Paul Verlaine, Alfred De Musset e Honorè de Balzac. Altri caffè francesi celebri sono il Cafè de Flore e il Cafè des Deux Magots.
Invece il più antico caffè letterario italiano è il Caffè Florian di Venezia, aperto al pubblico nel 1720. In questo elegante locale di Piazza San Marco ci si poteva imbattere nelle figure di spicco del tempo, come Carlo Goldoni e Giacomo Casanova. Dopo pochi anni, nel 1760, apre, a Roma, il famoso Caffè Greco con sede nell’elegante via Condotti. L’iconico locale romano ospitò intellettuali come Goethe, Keats e Gogol. Ancora oggi, dopo 264 anni di attività, si può assaporare un buon caffè tra le sue sale ricche di storia, cimeli e opere d’arte.
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Caffè letterari: dai fervori del Risorgimento ai primi anni del Novecento
I caffè letterari divennero luoghi fondamentali durante gli anni del Risorgimento. A Milano, il Caffè Cova, fondato nel 1817, fu un importante rifugio per patrioti e rivoluzionari. In Piemonte, il Caffè San Carlo di Torino (1822) e il Caffè Fiorio (1800) erano frequentati da intellettuali della statura di Cavour e D’Azeglio, che discutevano le strategie politiche che portarono all’Unità d’Italia.
A Firenze, nel 1848, nacque il Caffè Michelangiolo che divenne il punto d’incontro degli artisti della corrente dei Macchiaioli, che rinnovarono l’estetica pittorica tradizionale, e segnarono un punto di svolta nel panorama artistico italiano. Anche questo locale storico fu frequentato da intellettuali, scrittori e patrioti che si riunivano per discutere di politica e letteratura.
Il Caffè Michelangiolo cessò la sua attività nel 1861. Dopo qualche anno nel 1897 riaprì il caffè Le Giubbe Rosse, che è tuttora uno dei caffè storici più famosi di Firenze, situato in Piazza della Repubblica. In ricordo del primo caffè letterario fiorentino furono proprio i letterati del Caffè Le Giubbe Rosse che apposero sul muro del vecchio Caffè Michelangiolo una lapide, visibile ancora oggi, ai frequentatori del locale. Un altro caffè storico è il Gran Caffè Gambinus di Napoli, nato nel 1890, e ancora oggi un vivido ritrovo culturale per la città partenopea
Nei primi anni del Novecento i caffè letterari continuarono a essere il centro nevralgico della cultura italiana. A Trieste, il Caffè San Marco (1914) era frequentato da famosi habitué come gli scrittori James Joyce e Italo Svevo. A Milano, il Caffè Camparino (oggi Camparino in Galleria), situato nella Galleria Vittorio Emanuele II, attirò artisti, poeti e intellettuali futuristi come Marinetti e Boccioni.
Caffe letterari: dal declino del secondo dopoguerra alla rinascita degli ultimi anni
Nel secondo dopoguerra, i grandi cambiamenti sociali e l’ascesa di nuovi spazi di socialità, come club e librerie, portò a un temporaneo declino di questi luoghi. Tuttavia, negli ultimi decenni si è assistito a una rinascita dei caffè letterari con l’aggiunta di elementi di modernità come il Caffè Letterario di Roma o il Caffè Pedrocchi di Padova (noto come il “caffè senza porte”). In una società individualista e competitiva, in cui siamo sempre iperconnessi, ma sostanzialmente soli, l’idea di questi luoghi aperti alle possibilità di incontro e confronto tra le persone su tematiche culturali è di buon auspicio per recuperare un po’ della vivacità intellettuale del passato.