Il cristianesimo è compatibile con le arti marziali e l’antico codice samurai del Bushido?
È questa la domanda da cui parte il reverendo Sasamori Takemi, autore del libro Bushido e Cristianesimo, che arriva per la prima volta in Italia grazie a Casadei Libri. In questo numero di Filosofiamo, cercheremo di capire il legame che c’è tra questi due mondi: quello cristiano e quello nipponico, ancorato alla cultura millenaria dei samurai.
Bushido e Cristianesimo: una storia complessa
Il Bushido, letteralmente “la via del guerriero”, è il codice morale e spirituale che ha guidato i samurai giapponesi per secoli, plasmando le loro azioni, le loro relazioni e la loro etica. Le sue origini sono complesse: in forma embrionale ce ne sono tracce sin dal VII secolo a.C. ma si affermò solo a partire dal medioevo (tra XII e XIV secolo) quando i samurai emersero come classe guerriera e divennero il perno della società feudale giapponese. Da questo punto di vista può essere paragonato al codice cavalleresco su cui si reggeva la civiltà feudale occidentale.
Il Bushido rappresenta dunque l’anima della cultura storica giapponese e racchiude principi ispirati a tradizioni e filosofie come lo Shintoismo, il Buddhismo Zen e il Confucianesimo, creando un mosaico unico di regole di condotta. Esso si basa su sette virtù fondamentali: gi (rettitudine), yu (coraggio), jin (benevolenza), rei (rispetto), makoto (onestà), meiyo (onore) e chugi (lealtà). La violazione di anche solo uno di questi principi causava per il samurai un disonore tale che solo la morte per seppuku (suicidio rituale) poteva riscattarlo.
Dopo che il Cristianesimo arrivò per la prima volta in Giappone, attorno al 1549, lo scontro con la cultura giapponese fu inevitabile. La società giapponese, infatti, aveva una forma piramidale basata su caste di cui i samurai rappresentavano il vertice. Molti ritenevano che l’enfasi cristiana sul perdono e sulla compassione fosse in conflitto con il rigore del Bushido, specialmente rispetto al concetto di gi (rettitudine), che richiedeva una giustizia quasi spietata.
Anche l’idea di un Dio unico e trascendente sfidava l’animismo dello Shintoismo, con la sua venerazione per i kami e per la natura. Così, la diffusione del Cristianesimo incontrò crescenti resistenze, culminando nel XVII secolo con persecuzioni feroci e il bando definitivo della religione nel 1614, deciso dal shogunato Tokugawa per prevenire influenze esterne destabilizzanti.
Bushido e Cristianesimo sono davvero incompatibili?
Ma ad aderire al cristianesimo non furono soltanto coloro che occupavano i gradini più bassi della scala sociale giapponese. Alcuni daimyo (i signori feudali del Giappone) e anche molti samurai abbracciarono la fede cristiana, forse scorgendovi una forma di spiritualità non completamente opposta a quella del Bushido. Takayama Ukon, ad esempio, fu un samurai che si impegnò a divulgare il Vangelo, mentre Amakusa Shiro fu un ronin (così erano chiamati i samurai ribelli) che guidò un’insurrezione cristiana a Shimabara.
In effetti, nonostante la diversa origine culturale, il Bushido e il Cristianesimo presentano punti di contatto significativi. Entrambi promuovono un’etica di sacrificio e di dedizione, sebbene espressa in modalità diverse: il Bushido in termini di lealtà e onore al servizio del signore e della famiglia, il Cristianesimo nella forma dell’amore e del servizio al prossimo.
Oggi, entrambe queste correnti hanno assunto nuove forme, adattandosi ai cambiamenti culturali e sociali della società giapponese moderna. Se il Bushido non è più una pratica attiva dei samurai, i suoi valori continuano a permeare la cultura giapponese, dalle arti marziali alla mentalità aziendale, in cui l’onore, la lealtà e l’etica professionale sono ancora fortemente apprezzati. Allo stesso modo, il Cristianesimo, pur essendo minoritario, gode oggi di una maggiore libertà religiosa e ne viene sempre più apprezzato l’impianto ideologico di fondo.
Così, se un tempo apparivano come sistemi incompatibili, oggi sono spesso percepiti come filosofie che, anziché escludersi, si arricchiscono a vicenda. Le differenze restano, certo, ma come avviene in molti incontri tra culture, il dialogo apre la strada a una comprensione più ampia, in cui ogni tradizione preserva la propria identità arricchendosi del confronto con l’altra.
Mentre il Bushido insegna l’importanza dell’onore e della disciplina come fondamenti di una vita virtuosa, il Cristianesimo sottolinea l’amore e il perdono come strumenti di pace e guarigione. Entrambi i sistemi possono così coesistere come vie parallele che, anziché confliggere, si armonizzano in un mosaico spirituale capace di rispondere alle diverse esigenze dell’animo umano.
Bushido e Cristianesimo: il libro di Sasamori Takemi
Arriva per la prima volta in Italia Bushido e Cristianesimo del reverendo Sasamori Takemi, ministro metodista e pastore della Komaba Eden Church di Tokyo, in Giappone, ed erede di tre antiche tradizioni di arti marziali.
Nel saggio il reverendo Sasamori si domanda se il cristianesimo è compatibile con le arti marziali e l’antico codice samurai del Bushido, dando una risposta inequivocabile: sì! L’autore mostra la visione che aveva della dottrina samurai, nella quale è cresciuto e di cui è stato maestro, e di quella cristiana. Un percorso che attraversa gli eventi storici, i miti giapponesi, le storie della Bibbia e le sue esperienze personali dimostrando come anche dottrine all’apparenza molto distanti possano convergere e portare ad un’esistenza con una maggiore pienezza di significato.
La riflessione di Sasamori Takemi parte proprio dalla relazione tra i codici morali del Bushido e della cultura nipponica e quelli appartenenti al Cristianesimo e alla cultura occidentale. Due mondi che seppur molto distanti e quasi antitetici hanno in comune un approccio a regole e comportamenti da seguire, soprattutto nella sfera morale, atti a migliorare la vita di chi pratica la dottrina.
Bushido e Cristianesimo è una lucida analisi che affronta la nascita e lo sviluppo di queste due visioni del mondo. In un intreccio di tradizioni, accadimenti e fenomeni appartenenti a due culture Sasamori dimostra come alcuni temi e comportamenti umani siano insiti nella nostra natura, indipendentemente dalle differenze culturali e geografiche. Con questo testo, frutto di oltre quarant’anni di esperienza come pastore e più di settant’anni di allenamento nelle arti marziali tradizionali giapponesi, il reverendo Sasamori colma il divario culturale tra Oriente e Occidente.