Il burnout è un fenomeno psicologico che sta guadagnando sempre più attenzione nella nostra società. Caratterizzato da una profonda sensazione di esaurimento fisico ed emotivo, il burnout è spesso il risultato di stress prolungato e situazioni lavorative o scolastiche difficili. Ecco una guida utile per riconoscerlo e affrontarlo con alcuni consigli di lettura!
Cos’è il burnout: cause e sintomi
Il termine “burnout” è stato coniato negli anni ’70 dal psichiatra Herbert Freudenberger e descrive uno stato di esaurimento emotivo. Non è una semplice fatica o stress temporaneo, ma una condizione complessa che può avere gravi conseguenze sulla salute mentale e fisica.
Le cause di questo fenomeno possono riguardare sovraccarichi di lavoro, la percezione di non avere controllo sulle proprie attività, l’insoddisfazione personale, la mancanza di stimoli o relazioni interpersonali difficili, legate al contatto con ambienti tossici dove si vivono spesso conflitti o isolamento. Tutto ciò porta in evidenza i principali sintomi del burnout, ovvero l’esaurimento fisico, emotivo e mentale, il cinismo e la depersonalizzazione, la ridotta realizzazione personale e naturalmente problemi di salute di varia entità.
Affrontare il burnout: alcuni consigli di lettura
Sta diventando fondamentale essere in grado di prevenire l’insorgere di burnout al fine di evitare effetti negativi sulla salute e sul benessere psicologico. La prevenzione è il migliore trattamento, e oltre al consiglio di un esperto, a volte è più facile informarsi attraverso la nostra migliore fonte: ovviamente, i libri! Ecco alcuni consigli sul tema del burnout.
Perfezionista e felice di Katherine M. Schafler
Mondadori porta sugli scaffali delle nostre librerie il nuovo libro Perfezionista e felice dell’autrice e psicoterapeuta Katherine M. Schafler. Un libro (o forse meglio una vera e propria guida) per tutte le donne meticolose, determinate e intraprendenti che a volte rischiano un vero e proprio burnout pur di riuscire a fare tutto quello che si mettono in testa! Katherine M. Schafler cerca di spronare queste donne a non vedere il perfezionismo come un acerrimo nemico, bensì come il più grande degli alleati.
Innumerevoli persone – per lo più donne – che si definiscono perfezioniste sono brillanti, ambiziose e super attive. Eppure, abbastanza inspiegabilmente, non appena un piccolo problema intralcia il loro cammino cominciano a percepire mille crepe e d’un tratto si sentono imperfette, incapaci di assegnare le giuste priorità e a rischio di burnout. Accade così che una perfezionista infelice rischi di impiegare tutte le sue energie alla ricerca di un equilibrio sempre sfuggente, in una continua tensione mai bilanciata. Per fortuna, una soluzione esiste. Secondo la psicoterapeuta Katherine Morgan Schafler, infatti, soffrire di perfezionismo non è di per sé un problema. Se anzi lo si accetta, se lo si usa con abilità e intelligenza, si scoprirà che non solo non è necessario cambiare il proprio carattere per essere felici e soddisfatte, ma che il perfezionismo può trasformarsi nel nostro più potente alleato e diventare così una sorta di super potere. Una volta che ci siamo rese conto che inseguire la perfezione serve a stimolarci a realizzare appieno il nostro potenziale per accedere all’interezza del nostro essere, cambia il modo in cui vediamo e rispondiamo al nostro perfezionismo. Se impariamo a vederci come esseri umani già di per sé perfetti, saremo capaci di sentirci degne di meritare tutto l’amore, la gioia e la libertà che l’universo ha in serbo per noi. Per aiutarci in questo percorso verso l’autostima, l’autrice definisce i cinque tipi classici di perfezionista: inflessibile, classica, parigina, procrastinatrice e disordinata. Identificando il nostro profilo, vedendone le specificità, comprendendone le necessità, impareremo a gestirlo in modo che non lavori contro di noi ma, al contrario, diventi una risorsa. Perché non solo è possibile essere perfezioniste e felici, ma è la cosa giusta da fare per noi stesse e per la società.
Il benessere sul lavoro. Come evitare il burnout e valorizzare le relazioni personali di Christina Maslach e Michael P. Leiter
Christina Maslach e Michael P. Leiter mostrano che il burnout deve essere gestito anche dall’organizzazione aziendale, e non solo praticando tecniche di rilassamento o esclusivamente facendo terapia. Citando un’ampia gamma di dati di ricerca e attingendo anche ad aneddoti esemplificativi, il volume mostra come le organizzazioni possono cambiare per promuove – re una produttività sostenibile e fornisce strumenti utili per identificare i segni del burnout nei dipendenti, offrendo soluzioni pragmatiche, creative ed economiche per migliorare l’efficienza, la salute e la felicità dei dipendenti. La chiave, sostengono gli autori, è iniziare con cambiamenti poco impegnativi, ma che i dipendenti trovino comunque significativi, preparando il terreno per riforme future più sostanziali.
Slow productivity: L’arte dimenticata di essere efficaci evitando il burnout di Cal Newport
La nostra idea di “produttività” non funziona più. Siamo sopraffatti da tutto ciò che dobbiamo fare e sull’orlo del burnout, costretti a decidere tra cedere alla cultura dell’affanno che ci soffoca o rifiutare del tutto l’ambizione di carriera. Ma molto prima dell’arrivo delle email e delle agende intasate, alcuni fra i filosofi, gli scienziati, gli artisti e gli scrittori più creativi e significativi della storia hanno padroneggiato l’arte di produrre un lavoro di valore, e con un impatto duraturo, senza cadere nella trappola della produttività performativa che caratterizza i nostri tempi. Cal Newport attinge alla saggezza di storici intellettuali (da Galileo e lsaac Newton, a Jane Austen e Georgia O’Keefe) per delineare i principi chiave della “slow productivity’; una produttività più lenta e un’alternativa più sostenibile al sovraccarico insensato, e condivide una serie di strategie e consigli pratici che possono trasformare radicalmente il nostro approccio al lavoro e tutelare il nostro benessere psicologico.