Buongiorno iCrewer! Il libro di cui ti parlerò oggi, che ho terminato di leggere poco tempo fa, rientra in una categoria particolare, non ancora enormemente nota in Italia. Sto parlando di Black Shield. Shield of the World, volume uno, scritto da Byron-senpai e pubblicato da Elison Publishing.
La light novel è un genere letterario, originario del Paese del Sol levante, che coniuga la prosa alle illustrazioni tipiche del fumetto giapponese (il manga). Quello di Byron-senpai è, che io sappia, uno dei non numerosissimi titoli (se ne conosci altre, non esitare a farmelo sapere) non solo disponibili in italiano, ma addirittura il cui autore è italiano (o almeno così mi sembra di dedurre dalla trama, visto che non ho trovato nessuna informazione su Byron-senpai).
Ora, prima di passare alla recensione, ti do un assaggio della trama…
…ma giusto due parole
A Byron, in questo preciso momento, le cose non stanno andando proprio benissimo. La vacanza che aveva desiderato per così tanto tempo, il viaggio che per anni aveva implorato i suoi genitori di compiere, si è rivelato una delusione. Purtroppo, quando lui e la sua famiglia sono giunti sull’isola di Prince Edward, in Canada, al posto di un idilliaco paesaggio, si sono trovati di fronte un paese impegnato nei lavori di ricostruzione.
Perché la tempesta non ha portato con sé solo distruzione. Il mondo è cambiato, e forse anche Byron non è più lo stesso.
La mia recensione di Black Shield. Shield of the World
Ti dirò, caro iCrewer, la storia narrata da Byron-senpai non mi è per nulla dispiaciuta. Ho apprezzato soprattutto la scelta coraggiosa di optare per un genere così inusuale e particolare. Tuttavia, da avida spettatrice di anime giapponesi (e saltuaria lettrice di manga) non ho potuto che rallegrarmi, quando tra le pagine di Black Shield sono comparse le illustrazioni di Kitsune Yoru – molto belle, tra l’altro.
In Black Shield ho ritrovato la struttura tipica di un manga shōnen, ossia pensato per un target soprattutto di maschi adolescenti (e sì, poi ci sono io, che non leggo i manga per ragazze, perché se non c’è almeno un combattimento mi annoio). Alcuni esempi di titoli di questo genere sono, giusto per citare dei grandi classici, Naruto, One Piece e Bleach.
Nel primo volume della serie Shield of the World, assistiamo alla nascita di un nuovo eroe, che sceglie di lasciare la normalità per mettersi a servizio dell’umanità, proprio come spesso accade in questi fumetti.
Ecco, Byron mi ha ricordato proprio Ichigo, il protagonista di Bleach: hanno lo stesso desiderio di difendere chiunque, senza limiti, senza attenersi a quello che dovrebbe essere il loro compito. Se c’è qualcuno in pericolo, loro faranno il possibile per trarlo in salvo. Tuttavia, c’è una grande differenza, che ha reso il personaggio italiano molto credibile, secondo me: Byron ha paura, non accetta i suoi poteri a cuor leggero, non si getta a capofitto nell’azione fin dal primo istante. Prende la decisione di diventare Black Shield dopo aver riflettuto lungamente; è pienamente consapevole del passo che sta per compiere (“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità“).
Credo che sia stata proprio questa scelta a fare da punto di svolta nella crescita del personaggio, che diventa psicologicamente più forte e più consapevole di sé.
La trama dell’opera di Byron-senpai non mi è dispiaciuta, anzi. L’essere il primo capitolo di una serie ha permesso a Black Shield di dipanarsi con i suoi tempi, senza la fretta o le forzature che possono derivare dalla necessità di condensare una storia intera in trecento pagine, nella migliore delle ipotesi. Ho apprezzato i cambi di punto di vista, che hanno movimentato la narrazione e chiarito gli angoli ciechi del racconto di Byron.
Forse, a questo punto, ti starai chiedendo “Ma se ci sono stati così tanti aspetti che ti sono piaciuti, perché hai dato due stelle e mezza a questa light novel?“. Il problema, iCrewer, per me non è stato nel cosa è stato narrato, ma nel come. La scrittura di Byron-senpai mi ha ricordato molto un flusso di coscienza, uno scorrere libero dei pensieri del protagonista, con periodi lunghi e molte coordinazioni (e fin qui, tutto bene).
Durante la lettura, però, purtroppo non ho potuto fare a meno di notare le moltissime ripetizioni, le improprietà di linguaggio (ad esempio, “il mio sguardo muta espressione“) e di lessico (come nel caso del termine “affittuario“, usato con il significato di “proprietario dell’immobile”, quando invece indica la persona che paga l’affitto) e, mi spiace dirlo, anche qualche grosso errore grammaticale (“sono la gente superficiale come voi che mi costringono a reagire così“).
Inoltre, Byron-senpai ha optato per riportare in lingua originale parti di dialoghi avvenuti in lingua inglese o francese. Ora, il francese non lo parlo e tanto meno lo leggo, quindi ho usufruito delle note presenti a fine volume, ma l’inglese lo mastico abbastanza bene e, quindi, ho notato alcune costruzioni che non funzionano e qualche svista.
Non fraintendermi, iCrewer, scrivere in una lingua straniera è molto più difficile che nella propria: bisogna stare attenti a non cadere nella trappola della traduzione diretta da un idioma all’altro, perché quello che funziona in italiano, non per forza è corretto anche in inglese (e fidati, so di cosa parlo; sono sei anni che litigo per tradurre al meglio pensieri che nascono in italiano).
Cambiando argomento, la cover non è male, rispetta lo stile delle illustrazioni all’interno e dà un assaggio del genere fantascientifico in cui si colloca la light novel.
Chi è Byron-senpai?
Come ti anticipavo in apertura, caro iCrewer, non sono riuscita a trovare molte informazioni su Byron-senpai. So che è un appassionato di anime e che è un habitué del mondo delle fanfictions (pare che le leggesse su Efp, lo stesso sito che frequentavo io, prima di passare ai lavori in inglese).
Proprio questa sua passione l’ha spinto a optare per la stesura di una light novel, piuttosto che un romanzo. Le illustrazioni presenti in Black Shield. Shield of the World 1, sua opera d’ordine pubblicata da Elison Paperback, portano la firma di Kitsune Yoru, ma Byron-senpai non nasconde il desiderio di prendere lui stesso in mano la matita, per creare l’adattamento fumettistico della sua opera.
Ora non ci resta che aspettare il secondo volume!
Piccola nota linguistica, perché non sono stata capace di trattenermi: il temine senpai è una parola giapponese intraducibile, che affianca il nome (o, spesso, cognome) di qualcuno più grande di noi e verso cui portiamo rispetto. Nello specifico, è usato principalmente in ambito scolastico dagli alunni per riferirsi e rivolgersi a compagni che frequentano le classi successive (e viceversa, un ragazzo/una ragazza dell’ultimo anno chiamerà kōhai tutti gli studenti più giovani).