Oggi siamo sempre più immersi in una società caotica e frenetica in cui, il più delle volte, finiamo per perderci disperdendo le nostre energie in una miriade di stimoli spesso inutili se non addirittura dannosi. La psicologia ha, tuttavia, fatto numerosi passi avanti nel cercare di contrastare questa tendenza, attingendo anche a campi, risorse e prospettive meno ortodosse e più creative.
Per questo, in questo appuntamento domenicale con il mondo della filosofia, ho deciso di parlarti della Biotransenergetica, una disciplina recente ma estremamente rivoluzionaria nell’approccio. Se vuoi saperne di più mettiti comodo e goditi il resto!
Biotransenergetica: che cos’è e quando è nata

La Biotransenergetica, detta anche BTE, è un approccio psicospirituale nato negli anni Ottanta grazie al lavoro di Pier Luigi Lattuada, medico e psicoterapeuta italiano. Si tratta di un modello che integra elementi della psicologia transpersonale, pratiche sciamaniche e tecniche di consapevolezza per promuovere una trasformazione profonda dell’individuo. Secondo Lattuada, la BTE non si limita alla sola analisi psicologica, ma mira a connettere la persona con una dimensione più ampia dell’essere, ponendo l’accento sulla relazione tra mente, corpo ed energia.
Il concetto di Biotransenergetica si è sviluppato nel corso degli anni attraverso studi e pratiche che affondano le radici nelle tradizioni spirituali di diverse culture, dallo sciamanesimo amazzonico al buddhismo tibetano, fino alle moderne teorie della fisica quantistica. La BTE propone un metodo terapeutico che considera il disagio non solo come un problema psicologico o biologico, ma come un’opportunità di crescita e trasformazione.
Questo approccio si basa sull’idea che l’essere umano non è un’entità separata, ma un flusso in continua trasformazione, che può essere armonizzato attraverso il contatto con stati di coscienza più elevati. Questo principio base della Biotransenergetica può apparire complesso ma in realtà è piuttosto semplice. Parte dall’idea che il flusso energetico di un essere umano è costretto a confrontarsi ripetutamente ed inconsciamente con le energie dell’ambiente circostante e con quelle di tutti coloro che lo abitano.
L’obiettivo della BTE è, appunto, quello di prendere coscienza di questi flussi energetici e dei loro “scontri” dai quali spesso possono nascere ansie, paure ma anche malattie, instabilità emotive e psicosi di ogni genere. Il punto di partenza della Biotransenergetica è, dunque, la Transe, quel momento in cui la coscienza umana riesce a connettersi ed entrare in armonia con le energie circostanti. Così la spiega Lattuada:
L’energia vitale infatti è in trasformazione incessante, perciò se si desidera modificare una certa situazione, occorre ‘cambiare transe’, ossia cambiare posto, spostarsi dal luogo del problema al luogo della soluzione, proprio come fa lo sciamano andando alla ricerca della medicina esplorando dimensioni differenti”.
Insieme alla Transe sciamanica, per la BTE è indispensabile il momento della captazione, un processo che permette al terapeuta di espandere la propria coscienza fino ad abbracciare il campo del paziente, entrando in transe e “diventando l’altro” a tutti gli effetti. In questo modo, il terapeuta e il paziente possono affrontare un viaggio spirituale, intimo ma condiviso, con il quale esplorare le radici di ogni problema fino a trovarne la loro soluzione.
Ricezione ed applicazioni moderne
Oggi la Biotransenergetica trova applicazione in diversi ambiti, dalla psicoterapia alla crescita personale, fino all’educazione e alla gestione dello stress. Viene utilizzata in percorsi individuali e di gruppo, nei quali si impiegano tecniche come la respirazione consapevole, la musicoterapia, la meditazione e il lavoro corporeo per favorire il riequilibrio energetico. Alcuni terapeuti la utilizzano per trattare disturbi emotivi come ansia e depressione, mentre altri la considerano un mezzo per sviluppare una maggiore consapevolezza e connessione con la propria interiorità. Inoltre, la BTE è entrata nel mondo del coaching e della leadership, dove viene impiegata per migliorare la capacità di gestione delle emozioni e lo sviluppo del potenziale umano.
Una delle tecniche più utilizzate nella BTE è la “trance sciamanica”, che permette di esplorare stati di coscienza modificati per accedere a livelli più profondi della psiche. Questo tipo di esperienza può avvenire attraverso l’uso di tamburi, movimenti corporei o pratiche respiratorie particolari. La connessione con le energie della natura è un altro elemento centrale della pratica, dove elementi come il vento, l’acqua o il fuoco vengono utilizzati come simboli di trasformazione interiore.
Tuttavia, la Biotransenergetica non è esente da critiche. Da un lato, vi sono studiosi e professionisti della psicologia tradizionale che la considerano un approccio poco scientifico, basato su concetti difficili da verificare empiricamente. La sua integrazione con pratiche spirituali e sciamaniche viene vista da alcuni come una mancanza di rigore metodologico, e alcuni critici sostengono che la sua efficacia non sia stata dimostrata attraverso studi scientifici controllati. Inoltre, la BTE viene talvolta associata al mondo delle pseudoscienze, proprio per il suo riferimento a energie e stati di coscienza difficili da misurare con i metodi scientifici convenzionali.
D’altro canto, ci sono anche pareri positivi da parte di chi ha sperimentato la BTE e ne ha tratto beneficio. Alcuni professionisti della psicologia transpersonale e della medicina olistica la vedono come un’importante evoluzione nel campo della terapia, capace di integrare aspetti spesso trascurati dalla psicologia tradizionale. Inoltre, molte persone che hanno seguito percorsi basati sulla Biotransenergetica riferiscono di aver ottenuto miglioramenti significativi nella propria vita, sia a livello emotivo che spirituale.
In definitiva, la Biotransenergetica rappresenta un modello innovativo che cerca di coniugare scienza e spiritualità, proponendo un approccio globale alla salute e al benessere. Sebbene le sue basi teoriche siano ancora oggetto di dibattito, il suo impatto su chi la pratica è evidente, e il suo sviluppo continua a suscitare interesse sia in ambito terapeutico che nella crescita personale. Come ogni disciplina che esce dai confini della scienza tradizionale, la sua validità dipenderà dalle future ricerche e dall’esperienza di chi continuerà ad applicarla e a studiarla.