Caro lettore, oggi, dopo averlo letto ti scrivo la recensione al libro Biglietti di sola andata secondo libro di Giovanni Locatelli, edito da Elison Publishing il 30 marzo 2020.
Lo scrittore nel 2019, con la stessa casa editrice aveva pubblicato Polveri sottili, dove affrontava il tema dell’elaborazione di un lutto, grazie a una donna e al volontariato.
Voglio iniziare dalla copertina, a mio parere per nulla pertinente al contenuto del racconto: un bacio fra due ragazzi non mi fa pensare che il libro che sto per leggere sarà un racconto di azione e avventura sul crimine o ancora un thriller o un giallo, come è stato catalogato da alcuni siti di rivendita libri.
Il secondo aspetto di cui ti voglio parlare oggi è il titolo, che si comprende solo verso la fine del libro, ma non è per nulla azzeccato con il testo narrato. La prima domanda che mi sono posta, dopo aver compreso il significato del titolo è stata: Biglietti di sola andata… per dove? L’unica risposta plausibile e di senso che sono riuscita a fornirmi è stata: per l’inferno.
La trama di Biglietti di sola andata di Giovanni Locatelli
Ora voglio parlarti della trama. La Forex, un’azienda nel bresciano, sta per fallire: il suo titolare, Alcide, è accusato di inquinamento ambientale, per i suoi traffici di materiale nocivo, lavoro in nero e responsabilità nei confronti dell’incidente capitato a Maicol, uno dei dipendenti. Marja, moglie di Alcide e madre di Landj pronta, alla prima difficoltà, a lasciare il marito per tornare in Romania. Khaled è preoccupato per la sorella Fatima ricoverata in ospedale per una tubercolosi. Carmine è un bullo che vuole fare successo nella mafia locale.
Ai precedenti personaggi principali si possono aggiungere: Fosco, il povero ragazzo sordo-muto, che sa e vede tutto, ma non può raccontarlo a nessuno e Luca, un ragazzo storpio e sottomesso dai soprusi del fratello Marco. Un intreccio di malaffare, violenza, soldi, abusi e sesso lega tutti questi personaggi in un racconto macabro, noioso e pesante.
Recensione di Biglietti di sola andata di Giovanni Locatelli
A parte un modo di scrivere prolisso, privo di emozioni e di colori non ho per nulla apprezzato la superficialità con cui sono stati trattati alcuni argomenti che, invece, meritavano una maggior attenzione da parte dello scrittore e ancor più del lettore. Marja rischia di essere abusata sessualmente dal fratello di Luca, Marco; Carmine viene ucciso da mano fratricida; ultimo, ma non meno importante, uno dei personaggi fa un attentato dentro alla moschea, uccidendo moltissime donne e bambini.
La mia impressione è che l’autore abbia voluto raccontare delle storie di “ordinaria follia”, inserendo in un racconto tanti argomenti di cui si sente spesso parlare ai telegiornali, tentando così di trasformare qualcosa di straordinariamente negativo e diabolico in qualcosa di quotidiano, normale. In fondo, la maggior parte dei personaggi sono legati a un condominio e Fosco è spettatore della maggior parte degli eventi senza poter esserne narratore, perchè nessuno lo comprenderebbe.
Ultima nota: non ha una conclusione. Il finale è completamente aperto: Maicol esce dal coma? Il responsabile dell’attentato viene arrestato? Il fratello di Carmine viene condannato per il suo reato? Biancaneve, un’avventura sessuale di Luca, riuscirà a renderlo meno aggressivo nei confronti della vita? Ammetto di aver guardato poche telenovele nella vita, ma se inizio un libro, dove non è espressamente indicato che è una collana, mi aspetto che abbia un suo inizio e un suo epilogo.
Vuoi la classica ciliegina sulla torta? I capitoli non hanno dei veri titoli, ma solo l’inizio della frase in grassetto; sono presenti degli errori di battitura e di conteggio dei capitoli, indicati con i numeri romani. Ultimo, ma non meno rilevante: sono presenti delle frasi in dialetto bergamasco che riducono notevolmente il pubblico a cui può essere rivolto il libro.
Leggete… con la lettura volerete! Buona lettura!