Nel cuore di Genova, la Biblioteca Berio rappresenta oggi un punto di riferimento per studiosi e lettori, ma pochi sanno che la sua storia affonda le radici nel Secolo dei Lumi grazie all’iniziativa di un uomo di Chiesa dalla mentalità aperta e visionaria.
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L’Abate Berio: un uomo di fede e scienza
Intorno al 1775, Carlo Giuseppe Vespasiano Berio, un abate di origini imperiesi, decise di aprire al pubblico la sua vasta biblioteca privata in via del Campo. Questo gesto, dettato dalla volontà di diffondere il sapere, pose le basi di quella che sarebbe diventata la principale biblioteca civica laica di Genova. Successivamente, la raccolta fu trasferita in un palazzo di piazza Campetto, accogliendo sempre più studiosi e appassionati di lettura.
Un centro di sapere e sperimentazione scientifica
L’abate Berio non si limitò a condividere il suo patrimonio librario: allestì anche un laboratorio scientifico all’avanguardia, dotato di strumenti modernissimi per l’epoca. Tra questi, macchinari per esperimenti sull’elettricità, una macchina pneumatica, un ventilatore idraulico e persino una macchina fumicatoria progettata per salvare gli annegati. La sua biblioteca divenne così un centro di divulgazione del sapere scientifico, incarnando perfettamente lo spirito dell’Illuminismo.
Un tesoro di libri tra fede e ragione
Alla morte dell’abate nel 1794, la sua collezione contava circa 17.000 volumi. Non si trattava solo di testi sacri, ma anche di opere letterarie, filosofiche, scientifiche e storiche, con particolare attenzione alla storia locale. Il valore della raccolta era tale che, nel 1817, uno degli eredi, Francesco Maria Berio, la donò a re Vittorio Emanuele I di Savoia, il quale a sua volta la consegnò alla città di Genova.
La nascita ufficiale della Biblioteca Berio
L’acquisizione da parte dell’amministrazione civica richiese alcuni anni, ma il 26 dicembre 1823 la biblioteca divenne ufficialmente un’istituzione pubblica. Da allora, la Biblioteca Berio ha continuato a crescere, diventando un polo culturale di primaria importanza per la città.
L’intuizione di un abate illuminato, che senza saperlo creò uno dei più importanti centri di sapere della Liguria, vive ancora oggi tra le sue sale, testimoniando come la cultura possa essere un ponte tra epoche e discipline diverse.