Ciao iCrewer! Per la nostra rubrica Autori in tasca, oggi ho deciso di parlarti di Bertrand Russell: filosofo, logico, saggista matematico e, soprattutto, attivista britannico.
“[…] il compito della filosofia è quello di cominciare con qualcosa di così semplice da far pensare che non valga la pena di esporlo, e di finire con qualcosa di tanto paradossale che nessuno riuscirà mai a credervi.”
Bertrand Russell: chi era?
Nato nel maggio 1872 e morto nel febbraio 1970, Bertrand Russell è stato rampollo di una delle più importanti famiglie aristocratiche inglesi. Tra i suoi parenti, infatti, si possono annoverare personalità molto importanti, nonché regnanti, reggenti o Primi Ministri.
Si potrebbe pensare che la sua infanzia non sia stata proprio orrenda, magari trascorsa a cavalcare per estese tenute, o immerso in biblioteche antiche. Invece, come lui stesso affermò, i primi quindici anni della sua vita furono un inferno. L’educazione puritana che gli venne impartita dai nonni (i genitori erano morti quando lui era ancora molto piccolo) lo soffocò, fu così opprimente da fargli anche considerare il suicidio.
L’unico suo modo di evadere? La matematica, per la quale sin da piccolo ha dimostrato un grande interesse. L’amore per la filosofia è arrivato poi, e l’ha portato ad iscriversi all’Università di Cambridge, abbinando lo studio del pensiero umano alla logica.
Fu un convinto attivista, prendendo a cuore soprattutto le proteste pacifiste e quelle per i diritti dei discriminati.
“Bambini affamati, vittime torturate dai loro oppressori, anziani indifesi considerati un odioso fardello dai loro figli; e tutta la solitudine, la povertà, e il dolore, si facevano beffa di ciò che la vita umana avrebbe dovuto essere. Desidero fortemente alleviare i mali del mondo, ma non posso farlo, e ne soffro.”
Furono proprio le sue azioni di protesta contro l’entrata del Regno Unito nella prima Guerra mondiale, a costargli il suo posto d’insegnate al Trinity College di Cambridge, nonché sei mesi di carcere, nel 1918, quando espresse il suo parere contrario alla partecipazione anche degli Stati Uniti.
Fu, da subito, molto contrario all’impiego della bomba atomica – delle armi nucleari più in generale – sebbene non escludesse la possibilità di utilizzarne la presenza come mezzo intimidatorio nei confronti dell’URSS di Stalin.
Sebbene in veneranda età, manifestò con zelo la sua opinione riguardo la guerra del Vietnam e accettò di scontare in carcere la pena prevista per la sua protesta, sebbene l’essere un membro della Camera dei Lords gli concedesse il privilegio di evitare la prigione.
I suoi saggi non furono incentrati solamente sul tema del pacifismo, ma esplorò anche la pedagogia, la fisica e l’etica, diventando materiale fondante e di rilievo in tutte le discipline.
Lodevole il fatto che, grazie anche alla sua presenza in Parlamento, nel 1967 riuscì a far depenalizzare l’omosessualità nel Regno Unito.
Quando Bertrand Russell morì, a 98 anni, a causa di una polmonite acuta, aveva appena finito il terzo tomo della sua autobiografia e aveva già scritto il proprio elogio funebre.
Il Premio Nobel
Ebbene sì, nel 1950 Bertrand Russell ricevette il Premio Nobel per la Letteratura “in riconoscimento ai suoi vari e significativi scritti nei quali egli si erge a campione degli ideali umanitari e della libertà di pensiero”.
Di tutti i suoi innumerevoli lavori, che hanno conseguito a fargli vincere questo riconoscimento, ho deciso di fartene conoscere uno, che mi è sembrato molto interessante:
La conquista della felicità
«Oso sperare che qualcuno, in mezzo alla moltitudine di uomini e di donne che soffrono di infelicità senza goderne, possa trovare qui diagnosticato il suo caso e, in pari tempo, qualche suggerimento sul metodo da seguire per guarirne. È nella convinzione che, mediante sforzi ben indirizzati, molti infelici possano liberarsi della loro infelicità e diventare felici, che ho scritto questo libro.»