Il romanzo, edito da Mondadori, ha inizio a Roma nel dicembre 2002 per poi subire subito un salto temporale e portarti indietro, nel 1978 in Puglia, precisamente a Bari per tutta la prima parte. Ritorneremo poi con Rosa adulta nel tragitto che dalla Capitale la porterà nella sua città natale, qui i ricordi e le cose non dette torneranno a galla e la porteranno a riflettere su quella che è stata tutta la sua vita. Un dialogo con la madre che non c’è, da cui si sta recando e a cui racconta i segreti della sua giovinezza
Le vicende della famiglia di Rosè partono da Bari vecchia:
Bari vecchia in fondo era un piccolo mondo dentro un grande mondo, uno di quei paesaggi racchiusi in una sfera di cristallo. E mentre sul lungomare sorgevano palazzi nuovi e fieri, dalle facciate chiare e
i lineamenti rigidi, lei rimaneva uno scrigno segreto, vecchio e infranto
Le descrizioni sono tutte molto belle, curate e precise. Una semplice camminata di Rosè diventa una pennellata su un quadro. Io non conosco Bari e il suo mare, ma Rosa Ventrella mi ha fatto vedere il bello e il brutto di quei luoghi, mi ha fatto respirare l’aria colma di salsedine e quella stantia dei vicoli della citta.
Percorsi a passi svelti la strada che a quell’ora del pomeriggio era desolata, il vico in salita che prima procedeva dritto e poi improvvisamente curvava a destra, passando tra campi abbandonati. Le chianche lasciavano il posto a erba che si insinuava come un rivo verde in mezzo alla calce, e i muretti facevano bella mostra di lucertole e scarafaggi. In lontananza si vedeva solo terra brulla, qualche ulivo solitario e pale di fichi d’India, ma più in là, quando chiunque avrebbe scommesso che la natura la facesse finalmente da padrona, sorgevano i palazzoni dei quartieri nuovi, in un susseguirsi di profili altezzosi e filiformi, fino al mare che conciliava finalmente ogni cosa.
Rosa è la protagonista e tutti le persone che incontra nella sua vita fanno da sfondo alla sua storia e Rosa Ventrella li utilizza per evidenziare passaggi particolari e fondamentali della sua vita. Tutti sono evidenziati per quello che serve a far risaltare la storia di Rosa, tutti sono fondamentali, in positivo o negativo, per la sua vita.
Rosa Ventrella cosa pensi della tua cover?
La cover di questo testo evidenzia molto bene i rapporti conflittuali tra i protagonisti e anche il desiderio di protezione dato dalle due mani che stringono le due teste vicine, quasi a volersi unire in un rapporto morboso o mai esistito.
Chiederei all’autrice se lei è stata interpellata nella scelta di questa copertina per Benedetto sia il padre. Vorrei spere il motivo della scelta delle sfumature del grigio. Una vita senza colori quella di Rosa? Una vita piatta? Una vita in cui tutto era bianco o nero e queste sfumature di grigio non esistevano?
Per quanto concerne la scrittura, nulla da dire. Scritto così bene, con una tale ricerca di termini appropriati che la lettura risulta veramente molto piacevole. I dialoghi in dialetto sono brevi e pochi, ma sufficienti per creare l’atmosfera del momento. Dai dialoghi è messa molto bene in evidenza la figura del padre, che si distingue dal r4esto dei protagonisti oltre che per il parlato anche per gli atteggiamenti e ilo comportamento nei confronti sia della famiglia che dei compaesani.