Oggi parliamo di autismo, un tema delicato, profondo e attuale che in base ai numeri dell’Angsa, Associazione genitori di bambini con autismo, tocca l’1% della popolazione italiana, quasi oltre 600.000 persone con una costante tendenza all’aumento anno dopo anno. Ma che cos’è l’autismo?
Cos’è l’autismo
Questa parola deriva dal greco autòs che significa se stesso, e l’etimologia del termine ci aiuta già a percepire che si crea un allontanamento dalla socialità, e ci si racchiude in un mondo interiore. Si tratta di un disturbo neuro comportamentale che tocca che interessa diverse aree dello sviluppo di un bambino (linguaggio, sensibilità, senso della realtà, socializzazione e affettività).
I sintomi emergono nella prima infanzia, anche se possono conclamarsi quando il bambino è più grande e compromettono il funzionamento globale dell’individuo.
Le cause di questo disturbo
Mentre nel passato la causa era attribuita ai cattivi genitori, in primis le cosiddette mamme frigorifero, cioè madri accusate di essere troppo distanti e fredde nei confronti del figlio e quindi si pensava che quest’ultimo si ammalava di autismo, ad oggi le cause precise dell’autismo sono sconosciute.
Sicuramente è stata esclusa la responsabilità dei genitori ma non si è trovato il fattore scatenante. Tra i vari studiosi che si sono occupati di autismo c’è accordo nel parlare di multifattorialità, ovvero sia aspetti genetici, che aspetti legati all’interazione tra geni e fattori ambientali, che altre variabili di ordine biologico.
È giusto chiarire che si deve parlare di spettro autistico, perché esistono numerose forme di autismo da quelle più lievi e quelle più gravi e ogni persona autistica è diversa da una altra perché variano i disturbi.
Dentro il mondo del silenzio
Ci vuole grande empatia per comprendere quello che vive un autistico, e cambiare totalmente prospettiva di sentire il mondo. L’autismo può apparire una realtà difficile da comprendere quando basterebbe soffermarsi e capire che si tratta di un’altra lingua da imparare con pazienza e attesa. Noi guardiamo il mondo in senso generale mentre una persona affetta da autismo guarda i particolari, i dettagli di un micro mondo che a noi sfugge.
Un’altra caratteristica dell’autismo è la mancanza di empatia, di interesse verso l’altro, la mancanza di guardarlo negli occhi. La ripetitività dei loro gesti quotidiani, l’ossessione per alcuni oggetti è fondamentale per loro e va salvaguardata perché infonde protezione e sicurezza per un autistico. Queste persone comunicano in modi differenti: parlare può sembrare un’impresa per cui si utilizzano suoni immagini e gesti: possiamo paragonarle a lingue diverse come se gli autistici fossero dei veri e propri poliglotti.
Abbracciare il mondo silenzioso: esistono delle soluzioni per questo disturbo?
L’autismo una volta diagnosticato è una condizione da cui non si può guarire (rimane tutta la vita) ma su cui può intervenire. L’identificazione precoce dell’autismo rappresenta una sfida importante poiché apre delle possibilità in cui lo sviluppo del bambino può subire dei progressi notevoli.
Tutto deve partire con la collaborazione tra genitori e il pediatra che attiva il percorso diagnostico, per individuare tempestivamente i sintomi e per indirizzare la famiglia dallo specialista. Non dimentichiamo che ci deve essere un lavoro di gruppo e interventi di vario tipo:
- interventi educativi volti a migliorare specifiche abilità del paziente tramite determinate attività.
- terapia cognitivo-comportamentale, cioè una forma di psicoterapia che ha lo scopo di insegnare al paziente come riconoscere e controllare determinati comportamenti definibili problematici.
- sedute basate su tecniche psicologiche che coinvolgono l’intero nucleo famigliare del paziente.
Libri: finestre sul pianeta blu
I libri fanno parte di quei strumenti che mirano a ridurre la distanza tra le persone autistiche e non. Le letture hanno in comune la stessa casa editrice Uovonero, che nasce nel 2010, dall’incontro tra Enza Crivelli, Lorenza Pozzi e Sante Bandirali con l’intenzione di creare libri speciali per dare a tutti i bambini, compresi quelli che hanno difficoltà di lettura, il piacere di leggere e condividere gli stessi libri, diffondendo una cultura della diversità intesa come ricchezza.
Questo libro è adatto per bambini dagli otto anni in su, ma in realtà lo consiglio anche a mamme e papà!
Non gioca con gli altri e segue regole tutte sue. Mattia l’ha soprannominata “Cuore d’ortica”, perché nessuno riesce a starle vicino e a diventare suo amico. Finché qualcuno non impara a guardarla con occhi diversi.
Non perdere la recensione di Margherita cuore d’ortica al prossimo appuntamento con la rubrica Leggiamo per i piccoli!
Ciao Sonya sono Marco 🙂 Ragazzo affetto con spettro autismo è ho letto il tuo articolo ti faccio tanti complimenti come ai trattato questo argomento
Ciao Marco! Il tuo commento mi ha fatto emozionare, sono contenta ti sia piaciuto!