Ottant’anni fa, il 16 giugno 1944, Genova fu teatro della più grande deportazione operaia della storia d’Europa. Un piccolo esercito di seicento uomini, tra SS e camicie nere, marciò su quattro stabilimenti siderurgici di Sestri Ponente e rastrellò 1500 metalmeccanici. Questi lavoratori furono poi caricati su due treni piombati diretti a Mauthausen e successivamente smistati nelle fabbriche austriache e tedesche per costruire i carri armati nazisti.
Per un anno intero, questi uomini vissero in condizioni disumane: al gelo, vestiti solo con canottiera e zoccoli, picchiati e insultati, costretti a lavorare in condizioni igieniche devastanti. La loro quotidianità era fatta di turni di 13 ore, una zuppa di rapa al giorno e la costante minaccia di essere uccisi o di morire a causa di incidenti sul lavoro.
Assalto alla fabbrica un libro che riporta alla luce le storie degli operai deportati
Le storie di questi operai sono raccolte nel libro “Assalto alla fabbrica” di Giovanni Mari, giornalista del Secolo XIX. Questo libro racconta le vicende di uomini comuni, strappati alle loro famiglie e gettati in un inferno di lavoro forzato. Molti di loro non fecero mai ritorno, morti durante il viaggio o uccisi dai loro carcerieri. Chi sopravvisse dovette fare i conti con traumi fisici e psicologici incalcolabili.
Gli operai deportati dovettero ingegnarsi per sopravvivere: raccoglievano acqua piovana per dissetarsi, bollivano erbacce per sfamarsi e cucivano suole per non camminare scalzi. Alcuni riuscirono a creare cappotti dai sacchi di cemento gettati nell’immondizia e rubavano nelle case abbandonate per trovare cibo e vestiti. Quando finalmente furono liberati dalle truppe alleate, impiegarono settimane per rientrare a casa.
Il libro di Giovanni Mari è una testimonianza preziosa di un periodo oscuro della nostra storia, un racconto che ci invita a riflettere sulla resilienza e la forza di volontà di questi uomini. È una lettura indispensabile per comprendere meglio le sofferenze patite da chi lottava per i diritti, il pane e la pace.