Antonio Cardamone è il giovane autore di un thriller dalla trama sorprendente, Il trasformista. Il libro opera prima dell’autore, è stato pubblicato in self-publishing nel gennaio del 2017. Di origini campane, fin da piccolo appassionato lettore di thriller, Antonio Cardamone ha voluto cimentarsi con la scrittura e, dopo un lungo percorso dalla sua penna o dalla sua tastiera, è uscito il libro che pongo oggi alla tua attenzione, Il trasformista.
La trama, alquanto intrigante, cattura l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine:
Per le strade di Los Angeles si aggira un pericoloso serial killer. Un mostro, un pazzo, materia di studio di strizzacervelli, uno psicopatico, un pericolo per la società. Commette i suoi crimini travestendosi e assumendo altre identità, facendo ricadere le colpe su degli innocenti. Per questo lo chiamano Il trasformista.
Le sue vittime hanno tutte caratteristiche simili e un destino segnato. Sui loro corpi si scatena la furia omicida e la chirurgica precisione del professionista che prova piacere nell’uccidere e nel mutilare. Sulle sue tracce Morgan e il suo collega Paul Spencer e la giornalista Clare Oliveira. Una lotta contro il tempo per cercare di interrompere la catena di omicidi…
Ho letto Il trasformista di Antonio Cardamone in pochissimo tempo, proprio per la curiosità e il coinvolgimento che riesce a creare sin dall’inizio. Gli eventi della storia si susseguono a ritmo veloce ed incalzante, tanto che quasi dispiace dover sospendere la lettura. I colpi di scena concatenati fra loro, uno dopo l’altro coinvolgono il lettore che si trova ad essere totalmente immerso nell’atmosfera del thriller.
La modalità di scrittura che Antonio Cardamone adotta si adegua perfettamente al taglio svelto e veloce che il libro presenta dalla prima all’ultima pagina. Scorrevole e leggero, senza giri di parole o descrizioni dettagliate, lo stile di Antonio Cardamone è tutto sommato piacevole, anche se devo dire che in alcuni punti ho avuto l’impressione che l’autore facesse quasi un riassunto degli eventi descritti.
In ogni caso il libro non dà al lettore lo spazio di annoiarsi fra le pagine. Continui sono i cambi di scena e gli spostamenti fra un personaggio e l’altro tanto che si ha quasi l’impressione del flashback: Antonio Cardamone punta il faro della sua attenzione, per un attimo, su un personaggio descrivendone velocemente le azioni e mezza pagina dopo lo sposta su un altro personaggio, cambiando totalmente scenario.
Se da un lato questo tipo di dinamica dà movimento e sprint a tutta la storia, dall’altro potrebbe disorientare chi legge in quanto si viene costretti ad esercitare la memoria andando a ripescare le scene e i fatti precedenti là dove erano stati interrotti. È forse una strategia adottata da Antonio Cardamone per coinvolgere il lettore ed impedire che si distragga?
A questa domanda non posso darti io la risposta, caro lettore, lo farà lo stesso autore probabilmente quando nei prossimi giorni sarà ospite della nostra rubrica Sogni di Carta.
Antonio Cardamone e i personaggi di Il trasformista
I personaggi che si muovono sulla scena di Il trasformista sono, chi più chi meno, ben delineati psicologicamente: ovvio che l’attenzione dell’autore si concentri più sui protagonisti principali e un po’ meno sui personaggi secondari. Si può affermare però che lo sfondo del “mistero” è ben orchestrato e anche i risvolti psicologici hanno le loro valide motivazioni senza apparire forzati.
Antonio Cardamone ha l’abilità di non far trapelare nulla durante il corso della lettura di Il trasformista: il lettore non viene mai messo nelle condizioni di intuire chi si cela sotto le spoglie del trasformista e questo, a mio avviso, è la base essenziale per chi scrive thriller. E quindi un bravo, il nostro autore, lo merita tutto.
Solo verso la fine del libro, quasi con un colpo di scena, si arriva a comprendere: la scoperta però lascia il lettore con un punto di domanda non indifferente: il trasformista è un carnefice o una vittima malgrado tutti i delitti efferati che ha commesso? Com’è vero che, a volte, la linea di demarcazione tra il bene e il male non è poi così netta come la si vorrebbe!