Antologia di Spoon River è una raccolta di poesie Edgar Lee Master… Poteva mancare tra le mie letture classiche preferite? La risposta è più che ovvia. No, non poteva mancare. E penso si possa inserire a pieno titolo tra le opere trattate in Spazio ai classici, rubrica di iCrewplayLibri che si pone l’obiettivo di dare ai classici della letteratura lo spazio che giustamente si meritano.
Una raccolta che arriva da oltreoceano e non è di certo recente: le poesie contenute nell’Antologia di Spoon River sono state pubblicate per la prima volta tra le pagine di Reedy’s Mirror, noto giornale americano, agli inizi del secolo scorso, 1914 per l’esattezza, mentre nel 1915 fu pubblicata l’intera raccolta. Ha oltre un secolo di vita ma sa regalare ancora emozioni e spunti di riflessioni ogni volta che si rilegge. A riprova del fatto che se un’opera sa “raccontare”, il tempo diventa molto relativo. Potranno cambiare le modalità, le abitudini, gli usi e i costumi ma non cambia l’essenza degli uomini.
In Italia, l’Antologia di Spoon River è stata pubblicata per la prima volta da Einaudi nel 1943, tradotta da Fernanda Pivano e scoperta da Cesare Pavese. Da allora sono state fatte innumerevoli edizioni; il numero di copie vendute, da autentico bestseller, è straordinario, soprattutto se si tiene conto del fatto che si tratta di un libro di poesia, tradotto per di più da un’altra lingua. Dal libro sono stati tratti dischi, riduzioni teatrali, musicali, radiofoniche, televisive. E intere generazioni l’hanno scelto come testo da leggere e come oggetto di studio.
Ho scoperto questo gioiello della poesia americana da ragazzina, quando cioè cominciavo ad ascoltare i primi cantautori e Fabrizio De André in modo particolare. Sì, perché tra le tante versioni dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master ce n’è anche una musicata e cantata dall’indimenticato e indimenticabile De André che con il titolo di Non al denaro né all’amore né al cielo, tradusse in emozionanti melodie alcuni dei brani poetici contenuti nella raccolta.
Dall’ascolto alla curiosità per il libro, ricordo, fu un attimo e complice il mio fidanzato di allora e marito di oggi, amante come e più di me di musica e poesia, mi precipitai immediatamente a leggere il libro: un’elegante pubblicazione di Mondadori-De Agostini che all’epoca, non so per quale strana combinazione, firmarono insieme la pubblicazione dell’edizione 1985 inserendola nella collana ‘900 Capolavori della narrativa contemporanea.
Ricordo perfettamente l’ansia e l’emozione di tuffarmi tra quelle pagine di cui conoscevo il succo ma non i particolari e ricordo come letteralmente divorai le ben oltre duecento poesie/epitaffi di Edgar Lee Master dedicate a persone comuni, reietti e ultimi della società, abitanti immaginari del villaggio sulle rive del fiume Spoon. E non è certo passata con il tempo l’emozione nel rileggerle anzi la maturità, devo dire, consente di scoprire ad ogni nuova lettura nuovi particolari, nuovi dettagli che, ogni volta, non fanno altro che ribadirmi il concetto di avere fra le mani un’opera immortale.
L’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master inizia così…
Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,/ l’abulico, l’atletico, il buffone, il rissoso?/ Tutti, tutti dormono sulla collina.
Uno trapassò in una febbre,/ uno fu arso nella miniera,/ uno fu ucciso in una rissa,/ uno morì in prigione,/ uno cadde cadde da un ponte lavorando per i suoi cari-/ tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,/ la tenera, la semplice, la vociona, l’orgogliosa, la felice?/ Tutte, tutte, dormono sulla collina.
Una morì di parto illecito,/ una di amore contrastato,/ una sotto le mani di un bruto in un bordello,/ una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,/ una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,/ ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag-/ tutte, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dove sono zio Isaac e la zia Emily,/ e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,/ e il maggiore Walker che aveva conosciuto/ uomini venerabili della Rivoluzione?/ Tutti, tutti, dormono sulla collina.
Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra,/ e figlie infrante dalla vita,/ e i loro bimbi orfani, piangenti-/ tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
Dov’è quel vecchio suonatore Jones/ che giocò con la vita per tutti i novant’anni,/ fronteggiano il nevischio a petto nudo,/ bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie né a parenti,/ né al denaro, né all’amore, né al cielo?/ Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,/ delle corse di tanti anni fa, nel boschetto di Clary,/ di ciò che Abe Lincoln/ disse una volta Springfield.
Ho voluto riportare per intero La collina, poesia che apre l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master perché da essa si percepisce tutta la tematica della silloge e un po’ anche per rendere omaggio a Fabrizio De André che seppe metterla in musica, riadattandola splendidamente: ascoltarla mentre si legge il testo, ti assicuro caro lettore, è un’emozione da peli dritti e spilli sulla pelle. Provare per credere.
I temi dell’Antologia di Spoon River
Considerando che Edgar Lee Master scrisse i brani poetici contenuti in Antologia di Spoon River agli inizi del secolo scorso, i temi trattati e la modalità di scrittura furono nel contesto letterario americano del tempo, alquanto ingessato e moralista, molto innovativi e fuori dagli schemi. Master, avvocato con la passione per la letteratura, nato da una famiglia borghese e puritana e vissuto in una piccola città sulle rive del fiume Spoon, nella sua Antologia non fa altro che raccontare un microcosmo fatto di varia umanità non sempre retta e per bene.
Edgar Lee Master ha indagato il cuore degli uomini cercando di carpirne il segreto, insieme al significato profondo delle loro azioni e lo ha fatto ricorrendo alla memoria e alla fantasia…
Una folla di personaggi che il poeta immagina dormiente sulla collina dentro tombe mute, cui Master dà voce con poesie-epitaffi che ne raccontano il succo dell’esistenza. Notabili, gente comune, poveri cristi, reietti, donne timorate, puttane, ladri, vecchi, giovani, furbastri, astuti, cretini, brillanti professionisti e poveri ignoranti: tutti dormono sulla collina e hanno qualcosa da dire riguardo alla loro vita e alla loro morte…
Edgar Lee Master con Antologia di Spoon River, per la prima volta denunciava l’indenunciabile e alzava il velo sul moralismo della provincia americana: l’opera fu accolta con entusiasmo dagli intellettuali del tempo e considerata come una pietra miliare per la rinascita della poesia americana, in quanto funse da apripista per le future generazioni di poeti e scrittori.
A me che di tanto in tanto la rispolvero e la rileggo sempre con rinnovata emozione, il compito, oggi, di proporla come uno degli intramontabili classici della letteratura internazionale.