Fino a che punto le disavventure che ci capitano le abbiamo cercate? Basta uno stupido scambio di persona o un piccolo gesto dissennato per trovarsi di colpo in un giallo o per finire in prigione tra violentatori e despoti. È quanto racconta in questi fattacci di sangue Vincenzo Cerami: quattro delitti famosi realmente avvenuti nella seconda metà del Novecento, accomunati da un’evidente quanto inconsapevole complicità tra vittime e carnefici e consumati da personaggi che si possono incontrare sotto casa, tutte persone – fino al giorno prima – perbene. Indagando su questa attrazione inconscia del male, Cerami ci conduce in un «viaggio nella sporcizia prodotta dall’Italia borghese del dopoguerra», per farci scoprire che a tutti può toccare in sorte di aprire la porta a un assassino insospettabile, specie se ci somiglia. E spesso è solo il caso a non farcelo incontrare.
Con la prefazione di Stefano Bartezzaghi, scritto da Vincenzo Cerami ti presento L’incontro, lo puoi trovare in libreria dal 12 marzo 2020, edito da Garzanti.
Ludovico ha quasi vent’anni e una passione smisurata, una malattia, per l’enigmistica. Quando un’estate gli capita tra le mani una poesia in versi strampalati intitolata Chi cerca trova e firmata Il nastro di Möbius, per lui è impossibile resistere alla tentazione di risolvere il gioco. Comincia così una vera e propria caccia al tesoro fatta di alfabeti calligrafici, anagrammi sintetici, versetti diabolici, sciarade e frasi doppie, crittografie e rebus. Ma più Ludovico cerca il bandolo della matassa più questa si ingarbuglia: tutto sembra infatti ricondurre all’improvvisa scomparsa, qualche mese prima, di un celebre professore della Sapienza. E così quello che sembrava soltanto un innocente indovinello tra le pagine di una stravagante rivista diventa un lungo viaggio indietro nella memoria, che lo porterà a prendere coscienza dei fatti più drammatici che hanno segnato gli ultimi quarant’anni del secolo scorso, a scoprire le laceranti inquietudini degli anni Sessanta, il sangue degli anni di piombo, il dramma del terrorismo che percorse e devastò l’intero Paese.
Vincenzo Cerami
Vincenzo Cerami (1940-2013) ha esordito nel mondo editoriale nel 1976 con Un borghese piccolo piccolo, da cui l’omonimo film di Mario Monicelli, interpretato da Alberto Sordi. Tra le altre opere ti ricordo: Amorosa presenza, Tutti cattivi, Ragazzo di vetro e Consigli a un giovane scrittore.
Proseguiamo con il segnalare delle altre anteprime letterarie edite da Garzanti a Marzo 2020 e a un altro interessante autore: Andrea Vitali.
Andrea Vitali
Andrea Vitali, nato a Bellano, 1956. Di professione è un Medico, ma ha esordito nel mondo editoriale nel 1989 con Il procuratore, premio Montblanc per il romanzo giovane, 1990; mentre con L’ombra di Marinetti ha vinto il Premio Chiara nel 1996. Ad essi seguono il Premio Grinzane Cavour, 2004, sezione narrativa e il Premio Bruno Gioffrè, 2004, con Una finestra vistalago, Garzanti 2003.
Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella grazie a La figlia del podestà, il Premio Ernest Hemingway, 2008, con La modista; mentre nel 2009 il Premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante, il Premio Campiello per la sezione giuria dei letterati ed è stato anche finalista del Premio Strega Almeno il cappello.
Prosegue poi con il Premio Internazionale di letteratura Alda Merini, Premio dei lettori, nel 2011 con Olive comprese. Nel 2008 gli è stato conferito il Premio letterario Boccaccio per l’opera omnia e cui segue nel 2015 il Premio De Sica e nel 2019 il Premio Giovannino Guareschi per l’Umorismo nella Letteratura.
12 aprile 1929. È la volta buona. Capita di rado, ma quando è il momento l’appuntato Misfatti si fa trovare sempre pronto. Dipende dall’uzzolo della moglie, che stasera va per il verso giusto. E così, nel piatto del carabiniere cala una porzione abbondante di frittata di cipolle. Poi un’altra, e una fetta ancora, e della frittata resta solo l’odore. Che non è buona cosa, soprattutto perché ha impregnato la divisa, e chi ci va adesso a fare rapporto al maresciallo Ernesto Maccadò diffondendo folate di soffritto? Per dirgli cosa poi?, che durante la notte appena trascorsa è stato trovato il povero Salvatore Chitantolo mentre vagava per le contrade mezzo sanguinante e intontito, dicendo di aver visto un uomo in mutande correre via per di là? Sì, va be’, un’altra delle sue fantasie. In ogni caso la divisa ha bisogno di una ripulita. Ma proprio energica. Come quella di cui avrebbero bisogno certe malelingue, che non perderebbero l’occasione di infierire sullo sfortunato Salvatore ventilando l’idea di rinchiuderlo in un manicomio. Anche il Comune, guarda un po’, sta progettando una grande operazione di pulizia, una «redenzione igienica» che doti Bellano delle stesse infrastrutture che vantano già altri paesi del lago, più progrediti nella civiltà e nel decoro. Ma, un momento, che ci faceva esattamente un uomo in mutande, in piena notte, per le vie del paese? E perché correva?
In Un uomo in mutande il maresciallo Ernesto Maccadò si trova per le mani un caso che forse non lo è, o forse sì. Andrea Vitali gioca con il suo personaggio preferito, stuzzicando la sua curiosità e mettendo alla prova le sue doti di buon senso. Una specie di trappola alla quale chissà se il maresciallo saprà sfuggire. Unica certezza: il godimento del lettore.
Caro iCrewer ti saluto e come sempre… Buona Lettura!!