Andrea Barbetta autore di Per gli uomini di buona volontà, pubblicato da AbelPaper il 5 ottobre 2021, è nato a Merate nel 1979, laureato in filosofia, insegna nelle scuole superiori ed è al suo esordio come scrittore, almenocosì sembra risultare dopo attente indagini in rete.
È un autore schivo e riservato, niente a che vedere con le auto-celebrazioni di pseudo scrittori che si leggono in giro: permettimi la battuta polemica, caro lettore, ma qualche anno di esperienza in una redazione che si occupa di libri e di quanto orbita intorno ad essi, consente di acquisire un minimo di conoscenza e, grossomodo, si riesce ad inquadrare un autore sia per ciò che scrive che per come si pone ai lettori. Anche tramite i social che, in definitiva, sono lo specchio della vita reale.
Fermo restando che ogni parere è sempre frutto di un’impressione soggettiva dettata dal momento e che nessuno si può porre a giudice supremo di qualcun altro.
Autore schivo dicevo. Riuscire a trovare informazioni su Andrea Barbetta è stata una piccola impresa: dopo aver spulciato qualche sito e diverse pagine social, scopro un suo profilo su Instagram, riconoscibile soltanto dall’unica fotografia del suo, a quanto pare fino ad ora unico libro, Per gli uomini di buona volontà. Una sola foto e un lungo commento che mi piace riportare in quanto vi si legge un’umiltà di fondo che è dote rara di questi tempi.
Quest’anno sono riuscito a dare forma ad un progetto che da tempo intendevo realizzare.
Inizialmente doveva essere un regalo per mia moglie, poi, la diretta interessata mi ha convinto a farlo diventare qualcosa di più.
Mai avrei pensato di scrivere un romanzo […] mai avrei pensato di trovare qualcuno che volesse pubblicarlo…[…]
Segue la dedica speciale alla moglie e ai suoi due bambini. Che dire caro lettore? Quanto Andrea Barbetta scrive si commenta da solo e sicuramente fa intuire la sua umiltà, dote molto rara, nel mondo della scrittura ma anche in linea più generale, ribadisco.
Per gli uomini di buona volontà di Andrea Barbetta un romanzo a sfondo familiare e filosofico
Per gli uomini di buona volontà di Andrea Barbetta è un romanzo che racconta le vicissitudini di una famiglia stretta intorno alla figura centrale di Massimo Ferrari, apprezzato studioso di filosofia e figura capo-stipite di riferimento per tutti i componenti.
Intellettuale, ateo e materialista, ormai novantenne sul letto di morte, Massimo Ferrara riesce a spiazzare l’immagine di non credente che figli e nipoti hanno di lui, chiamando al suo capezzale un sacerdote. Da questo episodio che rappresenta il fulcro del romanzo, Andrea Barbetta adottando lo stile dell’alternanza fra presente e passato racconta vicende familiari che, a turno, vedono protagonisti tutti i componenti della famiglia, sui quali incombe sempre la figura del filosofo-padre-nonno.
Una figura di riferimento, importante ed ingombrante per i figli, affettuosa e presente per i nipoti che vedono in lui il depositario di una saggezza consolidata dagli anni e dalle frequentazioni filosofiche. È proprio la filosofia che Andrea Barbetta fa regnare sovrana in gran parte delle centosettanta pagine del libro.
Frequenti sono i riferimenti alla filosofia corso del romanzo: Andrea Barbetta, probabilmente per deformazione professionale, la incastona tra le pagine e nei dialoghi dei suoi personaggi senza renderla pesante. Tutt’altro. Il lettore è condotto alla riflessione, al ragionamento e di conseguenza tutto il romanzo si legge con piacere ed interesse. Da segnalare qualche refuso che probabilmente è dovuto ad errori di battitura.
Lo stile di scrittura di Andrea Barbetta è agile, fluido e soprattutto comprensibile anche in quei passaggi dove si respirano concetti profondi di cui il libro è intriso: il mistero della vita e del suo evolversi, la morte che arriva inaspettata e sconvolge, la capacità di introspezione che conduce al cambiamento, i rapporti amicali e le interazioni familiari: una miscellanea di gioie, dolori, fatiche e speranze in cui il lettore può specchiarsi.
Un titolo come epilogo
Leggendo il libro mi sono chiesta se la scelta del titolo avesse una qualche attinenza con la fede: Per gli uomini di buona volontà è un titolo che chiaramente richiama ad evangeliche letture. Andrea Barbetta ha incentrato gran parte dellla trama sulla figura di un filosofo ateo che poco sembra avere a che fare con la fede, intesa da un punto di vista prettamente tradizionale.
Tuttavia la buona volontà evangelica nel romanzo è tangibile: lo è nella vita del nonno-padre-filosofo che si dedica con amore alla crescita intellettuale dei nipoti; lo è nel padre-figlio che a sua volta svolge la sua parte di padre-madre mettendo da parte se stesso; lo è infine nel nipote-figlio che nell’episodio diventa padre e si prepara a sua volta ad essere un uomo di buona volontà. La buona volontà prescinde da ogni rito, la buona volontà è quel seme piantato nel cuore degli uomini che si aprono all’amore in senso lato.
E quell’amore viene solo dall’alto, malgrado l’uomo non se ne renda conto: il protagonista del romanzo di Andrea Barbetta, però, compie il salto di qualità proprio in dirittura d’arrivo, lasciando tutti spiazzati. Leggendo il libro ho avuto l’impressione che ci sia molto di vita realmente vissuta in Per gli uomini di buona volontà di Andrea Barbetta.