Caro iCrewer oggi vorrei parlarti dell’autore francese Jacques François-Anatole Thibault più conosciuto dal pubblico con il nome di
Anatole France, nato a Parigi il 16 aprile 1844 e vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1921.
Fin dalla nascita respirò aria di cultura; suo padre François Thibault che si faceva chiamare con lo pseudonimo France Libraire possedeva un negozio di libri nel quartiere parigino degli editori, antiquari e librari. Lo pseudonimo France lo prese proprio dal padre.
Negli studi classici non fu particolarmente brillante riuscendo comunque ad ottenere il bacellierato dopo gli studi presso il Collège Stenislas nel 1864. Preferiva frequentare la libreria del padre, specializzata in documenti e opere relative alla Rivoluzione francese e frequentata da molti studiosi ai quali l’autore si ispirerà per i suoi personaggi.
Dal 1863 al 1867 collaborò con le riviste bibliografiche l’Intermediaire des chercheurs et des curieux, lo Chasseur bibliographe e il Bullettin du bouquiniste, successivamente venne assunto come lettore da Lemerre, editore parigino che gli offrì l’incarico di curare e proporre la pubblicazione di opere nuove. Nel 1868 pubblicò la sua prima opera, un saggio su Alfred de Vigny, scrittore, drammaturgo e poeta francese deceduto nel 1863.
Durante i mesi della rivoluzione comunarda, che portarono alla caduta di Napoleone III, allo scioglimento del Senato e dell’Assemblea Nazionale e all’istituzione della Repubblica, non prese mai una posizione ufficiale e preferì allontanarsi dalla città di Parigi, rientrando solo alla fine del 1871.
Di quegli anni sono le prime poesie, pubblicate dall’editore Lamerre nel 1872, contenute nel primo volume del Parnasse Contemporain; l’anno successivo pubblicò i Poèmes dorès – Poemi dorati, un volume di poesie di natura parnassiana, il movimento poetico che si diffuse nella Francia del XIX secolo in reazione al romanticismo eccessivamente sentimentale, e per il quale l’arte era fine a se stessa. Nel 1875 si occupò della terza antologia poetica de Le Parnasse contemporain, e l’anno successivo pubblicò il dramma in versi Les noces corinthiènnes – Le nozze di Corinto, tratto da una ballata di Goethe.
Nel 1876 venne assunto presso la Biblioteca del Senato e nel 1877 sposò Marie-Valérie Guérin de Sauville. Nel 1879 pubblicò due racconti Jocaste e Le chat maigre – Il gatto magro, ma fu il 1881 l’anno di Anatole France, nacque la figlia Susanne e pubblicò il suo primo grande successo, premiato dall’Académie française: il romanzo Le crime de Sylvestre Bonnard membre de l’Institut – Il delitto dell’accademico Sylvestre Bonnard.
Anatole France è ormai considerato uno scrittore affermato e negli anni successivi pubblicò Les désirs de Jean Servais – I desideri di Jean Servais (1882) e Le livre de mon ami – Il libro del mio amico (1883) collaborando anche come critico letterario con diversi quotidiani. Collaborazioni che lo portarono a pubblicare i quattro volumi de La Vie littéraire pubblicati dal 1888 al 1893 nei quali, lui autore classico, criticò apertamente Émile Zola, creatore del naturalismo e Leconte de Lisle, poeta parnassiano e bibliotecario del Senato come l’autore, che arrivò a sfidarlo a duello.
Se la carriera da scrittore procedeva a gonfie vele, lo stesso non si può dire del suo matrimonio e a seguito di una crisi con la moglie, Anatole France nel 1888 iniziò una relazione con Arman de Caillavet, donna matura che ha avuto una forte influenza sull’orientamento politico dell’autore, trasformandolo da progressista illuminato a socialista.
Sempre più celebrato in terra natia, venne insignito della Legion d’onore continuando la sua carriera letteraria pubblicando il romanzo Le lys rouge – Il giglio rosso (1894), i racconti Il pozzo di Santa Chiara (1895) e Le jardin d’Épicure – Il giardino di Epicuro dove con ironia, affrontando temi filosofici, cercò di dimostrare quanto la società di quel tempo fosse irrazionale.
Nel 1896 Anatole France diventò accademico di Francia al posto di Ferdinand de Lesseps, conosciuto per essere il promotore ed esecutore dello Stretto di Suez e dello Stretto di Panama, che non riuscì a completare a differenza del primo Stretto.
Dal 1897 al 1901 cominciò a scrivere la tetralogia della Storia contemporanea, opera composta da quattro romanzi – L’orme du Mail – L’olmo del viale, Le mannequin d’oisier – Il manichino di vimini, L’anneau d’améthyste – L’anello d’ametista e M. Bergeret à Paris – Bergeret a Parigi. Il protagonista dei quattro romanzi è il signor Bergeret, colto, arguto, modesto e disilluso professore di un liceo di provincia. Attraverso di lui l’autore dà un descrizione dettagliata della società del suo tempo con le sue ipocrisie e miserie non perdendo comunque la fiducia nel genere umano.
L’ultimo volume della serie è dedicato all’affare Dreyfus, il famoso caso giudiziario nato a seguito dell’accusa di tradimento e spionaggio in favore della Germania, nei confronti del capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus, in realtà innocente fu dichiarato colpevole e deportato alla Caienna. Il caso divise la Francia in colpevolisti appartenenti alla classe clericale e ai nazionalisti e in innocentisti, guidati da Émile Zola, il quale denunciò con il suo articolo J’accuse, il complotto ai danni di Dreyfus, ottenendo anche il sostegno di Anatole France, che decise di interrompere ogni rapporto con gli intellettuali colpevolisti Maurice Barrès, François Coppée e Paul Bourget.
Da quel momento Anatole France si impegnò politicamente appoggiando la Rivoluzione russa del 1905 e condannando al tempo stesso la repressione zarista; anche nelle sue opere le sue convinzioni politiche erano ben chiare, con il romanzo Vita di Giovanna d’Arco, del 1908, attaccò apertamente l’icona nazional – cattolica della pulzella d’Orléans; nello stesso anno pubblicò L’île des Pinguins, romanzo satirico dell’evoluzione dell’Europa dal Medioevo fino alla Rivoluzione industriale condannato dai clerici, e nel 1909, oltre a Les sept femmes de Barbebleu e Les contes de Jacques Tournebroche, pubblicò i Vers les temps meilleurs, una raccolta in tre volumi delle sue opere più provocatorie.
Con la nuova moglie Emma Laprévotte, cameriera della precedente compagna, si trasferì nella residenza di campagna vicino a Tours continuando a scrivere. Nel 1918 pubblicò il libro di memorie Le petit Pierre – Pierino e nel 1922 La vie en fleur – La vita in fiore dopo aver vinto il premio Nobel per la letteratura nel 1921.
Anatole France non era credente e nel 1920 la Chiesa cattolica mise al bando tutte le sue opere. Morì a Saint-Cyr-sur-Loire, 12 ottobre 1924, all’età di 80 anni, e gli furono riservati i funerali di Stato a Parigi. È sepolto nel cimitero di Neuilly-sur-Seine.
Anatole France in vita fu osannato dalla critica e dal pubblico, poco dopo la sua morte il suo ricordo cadde nell’oblio e per questo sia l’autore che le sue opere oggi sono sono poco conosciuti.