1970 Accadde che… Giuseppe Ungaretti ci lascia
Il 1970 è stato un anno, al pari degli altri, intriso di avvenimenti che ne hanno segnato il corso: un anno che ci ha regalato molteplici fatti ed eventi alcuni dei quali ci hanno meravigliato, altri ci hanno fatto sorridere, qualcuno ci ha commosso, altri ancora, infine, sono entrati di diritto nella storia non solo del nostro Paese ma del mondo intero; e allora se sei d’accordo con me, fidato amico lettore, senza dilungarci oltre possiamo metterci in viaggio, andando a ritroso nel tempo fino a fermarci proprio nel 1970 e soffiare via la polvere dal nostro cassetto dei ricordi.
13 aprile – Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non abbia pronunciato la frase «Houston, abbiamo un problema», frase storica che ci riporta con la mente a quel tragico momento in cui l’Apollo 13, che si trovava alla sua terza missione nello spazio, presentò qualche problema; dopo un lancio non propriamente fortunato, il quartier generale della Nasa venne contattato dall’astronauta John Swigert – detto Jack – che a quel punto esclamò la celeberrima frase sopra riportata. In buona sostanza, a bordo della navicella si era verificata un’esplosione: questa, infatti, stava perdendo velocemente ossigeno a causa di un guasto al sistema elettrico di uno dei serbatoi di ossigeno nel modulo di servizio; agli astronauti non restò che abbandonare l’obiettivo luna e gli stessi vennero ricondotti, seppur con evidenti difficoltà, sulla terra quattro giorni dopo. L’evento, chiaramente di rilievo, ebbe anche un notevole impatto sulla storia dell’umanità tanto che della vicenda se ne ebbe una riproduzione cinematografica.
1 giugno – Ci lascia Giuseppe Ungaretti uno dei massimi esponenti dell’ermetismo, corrente di pensiero più che corrente letteraria; questa filosofia, difatti, si caratterizza per taluni specifici dettami: poesie brevi e blindate, frasi spezzate, gioco analogico.
La poesia ermetica è quasi sempre una poesia autobiografica
Ungaretti, con il suo modo di essere, fu colui che rivoluzionò il modo di fare poesia e guidò la schiera dei grandi autori del Novecento. Tra le sue opere, non possiamo non ricordare Soldati, si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. È palese il pensiero ermetico che trapela da queste poche parole, non si può non cogliere la similitudine tra i soldati e le foglie in autunno: così come le foglie in autunno cadono, anche i soldati in guerra sono destinati a cadere da un momento all’altro; l’ermetismo racchiudere mille parole in pochissimi ed intensi versi: il 1970 quindi piange l’amara scomparsa di uno dei più esimi letterati.
6 settembre – facciamo la conoscenza di una estroversa – e forzuta – ragazzina tutta lentiggini, dai capelli color rame raccolti in due simpatiche trecce e senza peli sulla lingua. Ama circondarsi di animali ai quali regala nomi, oltre che strani, buffi: un cavallo bianco a pois neri chiamato Zietto e una curiosa scimmietta alla quale affibbia il nome di signor Nilsson! Pippi Calzelunghe con la sua espressione scaltra e le sue mille, fantastiche e surreali prodezze, da questo momento allieterà le giornate dei più piccoli ma, diciamolo, anche dei meno giovincelli. Questa irriverente ragazzina prende vita dall’omonimo romanzo del 1945 fuoriuscito dalla penna della scrittrice svedese Astrid Lindgren. Ancora oggi Pippi Calzelunghe viene proiettata sia in forma di telefilm per ragazzi ma anche in modalità cartone animato; insomma, dal 1970 non ha smesso di farci compagnia!
16 settembre – Il cronista del quotidiano L’Ora, Mauro De Mauro, parcheggia la propria auto dinanzi alla propria abitazione sita in Palermo, via Delle Magnolie civico 56, dove ad attenderlo vi sono la figlia, Franca assieme al fidanzato, Salvo – prossimi alle nozze -. Succede tutto velocemente, il giornalista vede piombare sulla propria BMW tre individui che in dialetto siculo gridano un Amuninni – per i non addetti ai lavori andiamo – e si dileguano. L’auto sfreccerà via con stridore di gomme sull’asfalto dinnanzi agli occhi allibiti della figlia. L’ipotesi del sequestro prenderà sempre più corpo. Una storia che ancora oggi lascia in bocca quel sapore amaro di mistero che forse non si è mai risolto veramente e che forse non ha mai condotto alla giusta verità, verità che ha visto uccidere Mauro De Mauro. Il giornalista aveva scoperto delle importanti rivelazioni legate alla morte del presidente dell’Eni, Mattei, avvenuta nel 1962 per un apparente incidente aereo a Bascapè. De Mauro era pronto con uno scoop che avrebbe potuto nuocere – probabilmente – a qualcuno. Insomma, un altro triste caso che lascia parecchi punti interrogativi e che, come sempre, vede la perdita di gente dai grandi valori e ideali come lo era De Mauro.
18 settembre – il corpo quasi esanime di uno dei più grandi chitarristi di sempre, Jimi Hendrix, viene ritrovato a Londra nell’appartamento della compagna, tale Monika Dannemann; il corpo viene comunque condotto presso l’ospedale di St. Mary Abbot’s di Kensington dove ne verrà dichiarato il decesso; la causa sembrerebbe essere ricondotta al soffocamento: l’asfissia sarebbe stata causata da un rigurgito. Il chitarrista, infatti, la sera precedente aveva assunto un mix di cocktail e farmaci, accusando poi un malore durante la notte.
Ancora oggi, però, molti sono i dubbi che gettano ombre sulla morte di Jimi, la sua dipartita ha lasciato attoniti tutti i suoi fan – e non – dei quali era diventato l’idolo della permissive society, un ragazzo dal motto sesso, droga e rock and roll, un musicista in grado di suonare la chitarra persino con i denti. Ovunque tu sarai, Jimi, continua a suonare la tua chitarra per noi!
22 dicembre – ricorderai di certo la coppia più attaccabrighe e solidale del cinema, occhi azzurri che bucano lo schermo e sguardo da furbetto uno, pacioccone e espressione da bonaccione l’altro, entrambi di buona forchetta e non amanti degli scocciatori: Bud Spencer e Terence Hill arrivano sul grande schermo con Lo chiamavano Trinità. Lo so, in questo momento la nostalgia avrà preso il sopravvento e le tue labbra si saranno curvate in un sorriso: inutile negarlo, questo duo è sempre stato uno dei più amati della televisione perché ha saputo regalarci momenti lieti e di umorismo sincero. Una piccola curiosità su questo film: per girare la scena nella quale Terence Hill ingolla i fagioli direttamente dalla padella, questi rimase a digiuno per due giorni, e la scena riuscì talmente bene che il regista decise di non replicarla.
E per quanto riguarda i libri? Cosa ci ha portato questo 1970?
Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach che ci racconta di Jonathan Livingston, un gabbiano «che abbandona la massa dei comuni gabbiani per i quali volare non è che un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo e impara a eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia. Diventa così un simbolo, la guida ideale di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore; di chi prova un piacere particolare nel far bene le cose a cui si dedica. E con Jonathan il lettore viene trascinato in un’entusiasmante avventura di volo, di aria pura, di libertà.»
«Non dar retta ai tuoi occhi e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola.» (Richard Bach)
Un’altra opera che ha visto i natali in questo proficuo anno è Furbo, il signor Volpe, di Roald Dahl, una simpatica storia che narra la vicenda di una volpe, appunto il furbo signor Volpe, che, come un novello Robin Hood, ruba ai ricchi per dare ai poveri dove nel nostro caso i ricchi sono tre avidi agricoltori Olio, Pertica e Lupino e i poveri sono rappresentati dal signor Volpe e dalla sua famiglia. I tre uomini ne inventeranno di ogni per ostacolare la Volpe, ma chi avrà la meglio? Una storia che narra di furbizia e gentilezza, e che ci insegna che nella vita la vera ricchezza sta nel condividere i nostri averi con chi ne ha bisogno mettendo da canto l’avidità e l’invidia.
Il 1970 è anche l’anno di Agatha Christie – giallista di fama mondiale – che ci regala una intrigante storia di spionaggio con il suo Passeggero per Francoforte, e del celeberrimo commissario di polizia francese, Maigret, alla prese con un’altra avviluppata vicenda: Georges Simenon darà vita a Maigret e la vecchia pazza, scritto a maggio ma pubblicato il 5 novembre.
Ed eccoci così giunti alla fine del nostro viaggio dei ricordi… caro lettore, non scordare mai di fare tesoro di ogni esperienza, bella o brutta che sia, e soprattutto non smettere mai di viaggiare, fosse anche con la fantasia perché si sa, anche l’immaginazione ci può condurre in mondi lontani e sconosciuti e regalarci esperienze indimenticabili.
La meta è partire (Cit. Giuseppe Ungaretti)