Ci siamo caro iCrewer, questa volta siamo davvero arrivati alla fine del nostro viaggio nella storia, siamo giunti all’ultimo articolo della nostra rubrica almanacco Accadde che… grazie alla quale ci siamo entusiasmati ed emozionati rivivendo fatti, canzoni, film, opere d’arte e chiaramente libri, che hanno scritto la storia di tutti noi. Chiudiamo con il 2016, praticamente un anno finito proprio l’altro ieri.
2016: IL TERREMOTO NEL CENTRO ITALIA
A differenza degli anni del passato remoto, quelli che più mi hanno emozionato e suggestionato, parlare del 2016 in un certo senso equivale a parlare di se stessi, di cose successe di recente, di cose che in realtà abbiamo appena vissuto.
Per questo, ho deciso di andare a recuperare il post che ho scritto il 24 Agosto 2016 su Facebook, a poche ore di distanza dal terremoto che nella notte ha colpito il centro Italia, zona della nostra penisola in cui io mi trovavo in vacanza. Te lo propongo integralmente caro iCrewer, perché è una vera testimonianza di un pezzettino di storia e perché mi fa pensare che i social possono essere utilizzati in maniera utile:
Tante belle parole. Ci riscopriamo sempre tutti con un cuore grande e ci attiviamo (sui social siamo tutti bravi) per poter dire o fare la nostra parte.
Queste cose le vediamo sempre come cose “lontane” che toccano gli altri che, poveri, hanno solo la colpa di abitare in zone più soggette di altre.
Questa volta non è stato così lontano.
Da sette giorni sono in vacanza nelle Marche e proprio qualche giorno fa ho fatto su e giù e dentro e fuori dall’entroterra. Una regione magnifica che ancora non conoscevo, ricca di cultura, paesaggi mozzafiato e borghi ricchi di storia. La nostra storia. La storia della nostra Italia.
Qui sulla costa stiamo bene, dove sto io non è crollato nulla, il sisma è arrivato alla fine dei suoi cerchi concentrici iniziati dove ora non c’è più niente.
Ma stanotte ho vissuto momenti che mai avrei immaginato di vivere. Ripeto: non per la pericolosità avvertita ma per la novità.
Sveglia alle 3:30 con il letto che si muove e non smette. Cosa è successo? Il tempo di capire e pensare, quello che chi vive nell’epicentro non ha avuto, e ancora il letto che si muove. Un’altra volta. Raccogli il portafoglio e altre due cose importanti e scendi in strada, in pigiama.
Il lungomare era pieno di gente in accappatoio, di gente che andava a dormire in macchina, gente spaventata e la cosa più imbarazzante… gente impotente. Ribadisco, nessun pericolo, solo l’incapacità di gestire una situazione nuova. Che poi finché non hai notizie non puoi sapere che sei solo l’ultima onda della tragedia.
Passa un’ora, su internet si leggono le prime news, qualcuno torna in camera. La scossa delle 4:30, quella di Norcia, ha riportato tutti in strada, fino all’alba.
Poi per tutti è ricominciata la vacanza. I bambini hanno ripreso a giocare in spiaggia, si è ripreso a fare corse verso il mare ed è tornata la voglia di godersi gli ultimi scampoli di questa estate del 2016. Anno bisestile.
Si sente però, l’ombra di un evento imprevedibile e incontrollabile che aleggia sulla villeggiatura. Questa notte ho capito che troppe volte ho scritto parole che alla realtà fanno soltanto il solletico. Parole, soltanto tante belle parole.
Nel rileggere queste parole, oggi, mi rendo conto di quanto sempre più spesso si parli senza conoscere, per il gusto di commentare e dire la propria opinione, senza essere immersi nell’argomento o nella vicenda. Mi fa sorridere anche il ricordo dell’anno bisestile, come quello drammatico che stiamo vivendo oggi, che a dire il vero, era iniziato nel mese di gennaio con l’epidemia del virus Zika, senza però fare supposizioni che hanno a che fare con la superstizione.
Il 2016 è anche l’anno dell’omicidio di Giulio Regeni in Egitto, fatto che fa ancora parlare tantissimo, del settantesimo anniversario della Repubblica Italiana, del tragico disastro aereo che colpì e sterminò l’intera squadra di calcio brasiliana della Chapecoense che andava in Colombia a giocarsi la finale di Copa Sudamericana e dell’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti.
2016: LA MUSICA
Musicalmente il 2016 è l’anno di Fabio Rovazzi, che con la sua simpatica Andiamo a comandare raggiunge un altissimo livello di popolarità. Vero tormentone dell’estate, secondo solo alla grande hit Sofia di Alvaro Soler, e non so perché, il mio pensiero vola subito alla collega di libri.icrewplay… Cristiana. (sorrido)
È l’anno in cui il Festival di Sanremo, vinto dagli Stadio con la bellissima Un giorno mi dirai, consegna alla nazione una fenomenale Virginia Raffaele che in qualità di conduttrice stupisce tutti ottenendo un consenso unanime. Ripensando a quella edizione del Festival, la mia canzone preferita è senza dubbio Nessun grado di separazione della giovanissima e bravissima Francesca Michielin.
Ma è anche l’anno in cui si uniscono J.Ax e Fedez con la fortunatissima Vorrei ma non posto, ed è sempre nel 2016 che si affacciano al grande pubblico i The Giornalisti, guidati da Tommaso Paradiso, con il brano Completamente.
2016: LIBRI
Anche parlando di libri, amico lettore, in riferimento al 2016, devo metterci una forte dose di racconto personale, perché si tratta dell’anno in cui ho realizzato il mio sogno: ho pubblicato il mio primo libro.
Proprio così, nel mese di luglio è uscito per Edizioni Amande, una casa editrice indipendente di Treviso, ed inserito nella collana Nuove Luci , curata dall’autore Ivano Mingotti, Poesie Pop, la mia prima raccolta di poesie che, parlando ancora di colleghe di redazione, ha raccontato benissimo a suo tempo l’amica Pina in un articolo dedicato.
Questa raccolta è il frutto di un lavoro durato più di un anno. A dire il vero potrei anche dire durato una vita intera. Infatti ci sono raccolti trentasei anni di foglietti sparsi, appunti lasciati prima su quaderni e poi su file salvati in cartelle sbiadite dal tempo che passava. Ci sono frasi, citazioni e poesie intere che risalgono ai tempi dell’adolescenza.
Le mie poesie non si possono certo definire dei classici, alcune sembrano canzoni o forse hanno la pretesa di esserlo. Del resto la mia passione per la musica non si può certo nascondere e sicuramente nel mio modo di scrivere sono stato influenzato più dalle canzoni che dalle letture.
Ecco come si sposano il termine “poesie” con quello “pop”, una ricerca del moderno, una ricerca di raccontare emozioni, storie, momenti, con la magia della poesia mista alla spensieratezza della canzone.
Il libro è concepito come se fosse un disco: un concept album, infatti in un primo momento il titolo doveva essere “Sinusoidi”, ma poi ho deciso che “Poesie pop” rendeva meglio l’idea del lavoro svolto: un matrimonio dissacrante ma figlio di questo tempo e del mio gusto.
“Sinusoidi” invece è la sinossi di tutto il lavoro. Il percorso che si vive attraverso le poesie è un sali scendi di entusiasmo misto a depressione, gioia mista a dolore, bei ricordi misti a brutti rimorsi, amori esplosi e poi dissolti. Tutto e il contrario di tutto.
Lo stampo moderno che ho cercato per questa raccolta di poesie si evince dal fatto che per qualche testo ho inserito anche una nota in calce. Non è proprio una spiegazione o una parafrasi, ma piuttosto la voglia di esprimere in prosa come è nata la poesia o il pensiero che l’ha concepita. Come se le pagine di questo libro fossero in realtà le pagine di un blog.
Suona inutile dire che è il lavoro a cui sono più legato, nonostante poi ne siano già succeduti altri due. È il lavoro che mi ha fatto sentire uno scrittore a tutti gli effetti, non tanto per manie di grandezza o per facili entusiasmi, ma per il semplice fatto che chiunque, da quel momento, può entrare in una libreria e ordinare un mio libro: il sogno che avevo fin da ragazzino.
CONCLUSIONE
Ti chiedo perdono iCrewer, se ho trasformato questo articolo sul 2016, in una pagina di diario personale, ma la storia è così, ci affascina quando la si legge e si studia e ci appartiene quando la si vive.
È la nostra età a modulare le distanze tra il visto e il sentito.
Grazie per avere prestato la giusta attenzione a tutti gli articoli della nostra rubrica, per me, per noi, è stato un vero onore e un vero piacere fare ricerche e studi da condividere con te.