Caro iCrewer ogni anno che passa è un gradino in più nella nostra scala in termini di età, maturità, insegnamenti. Finora, con la rubrica Accadde che, hai avuto modo di leggere diverse date, scoprendo eventi e notizie forse dimenticate, o indimenticabili.
Oggi ti parlo dei Millennials e i cambiamenti climatici.
1995 l’anno della prima Conferenza sui cambiamenti climatici.
Certamente sul clima se ne parla ormai da tanto, ed oggi il cambiamento è una realtà che sta provocando impatti e fenomeni di frequenza e intensità mai visti, come cerca di mettere in evidenza Greta Thumberg; ma, forse, non sai che sono oltre vent’anni che si lotta, tra successi e irrimediabili sconfitte, per studiare soluzioni idonee.
Era il 1995 in cui si tenne la Conferenza delle parti della Convenzione Onu sul climate change, il primo trattato ambientale internazionale ad occuparsi del riscaldamento globale.
Il primo vertice fu organizzato a Berlino, tra il 28 marzo marzo e il 7 aprile. Questa convenzione è conosciuta anche come Accordo di Rio, dal momento che la sua nascita si deve al Summit per Terra tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992.
E mentre i potenti gestiscono il clima, o meglio lo studiano, nasce una nuova generazione i Millennials, conosciuti anche come Generazione Y, e che hanno raggiunto l’età adulta nel XXI secolo, definiti Nativi Digitali perché nati in un mondo dove è già fortemente presente la tecnologia digitale.
Il quadro che emerge è quello di una generazione che, proiettata verso l’età adulta con tutto ciò che ne consegue (lavoro, costruzione di un’autonomia finanziaria e di una realtà familiare) incontra però una serie di contingenze socioeconomiche e numerosi ostacoli che la rallentano, frenandola: i millennials riflettono questa contraddizione, questo contrasto tra aspettative e realtà, anche nei loro tratti caratteriali.
Non a caso ciò che si dice maggiormente di loro è che siano la generazione cresciuta seguendo mantra “segui i tuoi sogni” oppure “tu sei speciale”, e che si siano ritrovati successivamente ad affrontare una realtà che ben poco valore dà all’individuo e dove c’è poco spazio per la realizzazione delle aspirazioni personali. Una generazione di narcisisti cresciuti nel benessere degli anni ’90, e adesso costretti a fare i grandi nella crisi degli anni 2000.
Il minimo che ci si possa aspettare è uno sfasamento tra realtà e desideri, ed è quello che Bahuman scrive nel suo libro Danni Collaterali.
Sinossi:
“Una nazione che impiega gli armamenti nucleari come bilanciere politico, che mantiene regimi dittatoriali con armi e denaro, che finanzia terroristi e promuove l’uso della tortura e del terrore in paesi stranieri, che calpesta i diritti umani nel proprio territorio e che istituisce leggi draconiane appoggiate da una ricca e potente minoranza religiosa. Non è l’Iran, non è la Corea del Nord, non è l’Iraq: sono gli Stati Uniti d’America. Un’indagine rigorosa e scioccante sugli ultimi cinquant’anni di politica estera americana prima del fatidico 11 settembre.”
Altro elemento che ha inciso sulla personalità dei millennials e che li rende vulnerabili rispetto al mondo circostante è la possibilità di ottenere qualcosa subito. Se si vuol fare un acquisto basta avere un account su Amazon per ricevere ciò che si desidera anche il giorno dopo. Se si desidera vedere un film basta andare su Netflix. Fame? C’è Just Eat. Voglia di conoscere qualcuno? Tinder. L’immediata disponibilità e la pronta risposta a problemi e bisogni genera gratificazione istantanea. Si può ottenere tutto e subito. I Millennials sono diventati grandi proprio in un momento di crisi economica.
A tal proposito ti ricordo che è in questo anno che “nasce” la storia dell’e-commerce, altrimenti detta commercio elettronico. È il luglio 1995 quando nel suo garage di Seattle, Jeff Bezos spedisce il primo libro venduto su Amazon.com, che in soli 30 giorni dalla sua nascita viene definita “la libreria più grande al mondo”. Mentre Bezos spediva libri dal suo garage, Pierre Omidyar, informatico ventottenne, programmava un sito chiamato AuctionWeb dedicato alle aste online. Andò online il 4 settembre 1995 e in meno di 24 ore riuscì a vendere un laser rotto. Nasce così eBay, il portale che rivoluzionò il modo di fare e-commerce.
C’è un libro fantastico che esce nel 1995, a scriverlo è uno dei più grandi romanzieri del Novecento, il profeta della robotica, Isaac Asimov
Abissi d’acciaio
Sinossi:
“New York è irriconoscibile: niente più torri e grattacieli. Al loro posto, un’immensa metropoli “coperta” che non viene mai a contatto con l’aria, nella quale milioni di uomini e donne brulicano come formiche su strade mobili. Una megalopoli in cui i robot sottraggono i posti di lavoro agli uomini a un ritmo sempre più preoccupante e alle cui porte si estende come una sfida Spacetown, la città degli Spaziali, dove tutto è lusso e ariosità, superbia e ostentazione. C’è da meravigliarsi che uno dei tanti terrestri scontenti ammazzi uno Spaziale, e che il caso rischi di diventare un incidente interplanetario?
Per risolverlo bisogna ricorrere al miglior poliziotto della City, Lije Baley, e affidargli come compagno il più bravo poliziotto di Spacetown, R. Daneel Olivaw. Il guaio è che quella “R” significa robot: sta per cominciare una sfida implacabile tra l’intelligenza umana e quella artificiale, il cui fine ultimo è quello di risolvere l’omicidio più esplosivo che la Terra ricordi.”
A dicembre, esattamente il 14, si riesce a mettere fine a una delle più sanguinose guerre civili jugoslave, che decreta la dissoluzione della Jugoslavia e la nascita degli stati indipendenti di Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia e Montenegro (queste ultime due unite nella Federazione Jugoslava, fino alla definitiva separazione nel 2006).
E visto che dove c’è letteratura c’è musica, non si puo’ non menzionare la miglior performance del Pavarotti & Friend andata in scena il 12 settembre 1995 a Modena, dove a tenere compagnia sul palco si sono avvicendate alcune delle più grandi rockstar dell’epoca a livello mondiale: Bono e The Edge degli U2, Brian Eno, Michael Bolton, Simon Le Bon dei Duran Duran, e i due amici del tenore, gli unici artisti italiano, Jovanotti e Zucchero; Big Luciano canta per la Bosnia.
E le favole? Ci sono anche quelle nel 1995; poche sono quelle che possono vantare di aver attraversato il tempo mantenendo il proprio fascino immutato e l’avventura della piccola Dorothy del Mago di Oz si trasforma in una riduzione teatrale a scopo benefico, e il 5 novembre debutta sul palco del Lincoln Center of Performing Arts di New York con un cast decisamente originale: un rocker serio e impegnato come Jackson Browne nei panni dello spaventapasseri, l’ugola di Roger Daltrey per l’uomo di latta, e Jewel (oggi poco ricordato, ma all’epoca sulla cresta dell’onda) nel ruolo di Dorothy.
Purtroppo per una bella favola altre non lo sono. È il caso di Mia Martini, grande interprete, passionale, all’apparenza donna forte, ma dentro di una fragilità inaudita. Domenica Rita Adriana Bertè, questo il suo vero nome, nasce a Bagnara di Calabria, un paesino calabrese dal mare viola, un’infanzia e una giovinezza vissuta in famiglia, un ambiente soffocante e violento, sottomessa a un padre estremamente manesco e possessivo.
Una carriera all’insegna della musica, viva, vera, sentita, altalenante. Il 14 maggio 1995, Mia Martini viene trovata senza vita nel suo appartamento.
C’è un libro che parla di lei scritto da Carlo Mandelli:
Mia Martini: Come un diamante in mezzo al cuore
Non dimentichiamoci dello sport, che in questo anno vede coronare diversi obiettivi; Moratti acquista l’Inter; le cestiste azzurre si piazzano al secondo posto negli Europei di pallacanestro disputata a Brno, in Repubblica Ceca; agli Europei di pallavolo, in Grecia, l’Italia fa il bis vincendo il XIX campionato, e in serie A fa il suo esordio a soli 17 anni, Gianluigi Buffon, che viene preferito, a sorpresa, al secondo portiere Nista.
Non c’è che dire, un anno tutto sommato abbastanza nutrito di momenti particolari. Ti lascio con un ultimo libro che definirei curioso e particolare:
Un indovino mi disse
di Tiziano Terzani
Decide di non prendere aerei per un anno, senza rinunciare al suo mestiere. Il risultato di quell’esperienza è un libro che è insieme romanzo d’avventura, autobiografia, racconto di viaggio e reportage.”