C’è da andar di fretta fin dall’inizio, caro iCrewer, se si vuole fare per bene un bel viaggio attraverso i trecentosessantacinque giorni che hanno caratterizzato il 1925, senza rischiare, come spesso accade nei miei articoli di questa rubrica, di dilungarsi troppo in notizie, curiosità che accendono le mie emozioni e sentimentalismi che rendono il pezzo infinito, correndo così il rischio di diventare pesantissimo.
Andar di fretta nonostante la meravigliosa esperienza che si fa, e che personalmente provo, ogni volta che mi metto a fare una ricerca in merito all’anno da trattare, da raccontare e da guardare sotto l’aspetto delle uscite letterarie. Andar di fretta, ma senza lasciare indietro nulla, perché ogni anno, specie quelli che appaiono così lontani nel tempo, nasconde spesso le basi per la realtà e la società che conosciamo nel nostro presente.
1925: LE NOVITÀ
Così è anche per il 1925, l’anno che vede la nascita e le basi di almeno due fondamenta dell’epoca moderna, in particolar modo se si pensa alla invenzione della televisione. Ideata nel mese di marzo dall’ingegnere scozzese John Logie Baird e divenuta funzionante nel mese di ottobre.
Chiaramente non dobbiamo immaginarci la televisione per come la conosciamo oggi, ma il principio di funzionamento era a grandi linee lo stesso. La prima trasmissione di una immagine è avvenuta il 2 ottobre del 1925, quando Baird, inviò a distanza l’immagine del suo fattorino William Taynton, che, probabilmente senza rendersene conto, fu il primo uomo ad apparire in TV. (fonte Wikipedia).
Come già detto, in occasione dell’articolo dedicato al 1931, in Italia i primi modelli arrivarono sei anni dopo, segnando un vera e propria rivoluzione nella comunicazione, nell’informazione e nella cultura popolare. Del resto la presenza della TV nella vita di tutti noi è storia più che conosciuta.
A far da contrasto all’invenzione della televisione, per lo meno idealmente e se valutata con l’utilizzo spesso sconsiderato che se ne fa oggi, il 18 febbraio del 1925 nasce l’Istituto Giovanni Treccani con il fine di pubblicare la famosissima Enciclopedia Italiana, diretta da Giovanni Gentile.
Fondata dall’imprenditore Treccani, la casa editrice annoverava, fin dalla sua nascita, i massimi esponenti delle diverse discipline umanistiche, scientifiche e artistiche dell’epoca, che, convogliando i loro studi e la loro esperienza, diedero vita in soli quattro anni alla prima edizione della Enciclopedia, tutt’ora considerata la massima impresa di ricerca culturale italiana.
La prima edizione, datata quindi 1929, comprendeva ben 35 volumi e fu subito un grandissimo successo.
Così come grande successo, mondiale, ottenne la casa di moda Fendi, fondata appunto nel 1925, e divenuta uno dei più importanti marchi di moda italiana nel mondo. Nata come laboratorio di pellicceria nel 1918, fondato da Adele Casagrande, è nel 1925 che prende definitivamente il nome che ancora oggi imperversa nelle boutique di tutto il pianeta, a seguito del matrimonio con Edoardo Fendi.
E a proposito di grandi successi internazionali, aprendo una piccola parentesi di carattere sportivo, nel 1925 lo storico ciclista italiano Ottavio Bottecchia, vince il suo secondo Tour De France consecutivo, risultato prestigiosissimo che in pochissimi hanno raggiunto.
Oggi pensando al nome Bottecchia, si volge subito il pensiero ad una marca di biciclette, un altro dei marchi italiani più affermati al mondo, ed è curioso scoprire, insieme a te caro iCrewer, che fu proprio l’atleta onorato della maglia gialla, ad avviare l’attività di fabbricante di biciclette nel 1926, dando il proprio cognome alle due ruote prodotte, seppur in collaborazione con la famiglia Carnielli, che, dopo la morte del ciclista, ha contribuito alla espansione del marchio. (sempre Wikipedia docet, siamo troppo indietro nel tempo per far sì che io conosca di mio queste storie, ma è anche questo il bello di questi articoli: apprendere e imparare).
1925: LA LETTERATURA
Forse sto riuscendo a scongiurare il pericolo pippone di duemila parole, e dunque, dopo una breve introduzione dedicata alle invenzioni del 1925, passo subito a segnalarti alcune delle uscite letterarie di questo anno che devo dire è stato molto prolifico.
A partire da un grande classico della letteratura americana: Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, pubblicato per la prima volta a New York il 1o aprile, e che ti segnalo in una Edizione Economica Feltrinelli del 2013:
Il grande Gatsby ovvero l’età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell’estate del 1922.
Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste.
Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy… Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità. Proprio come andava accadendo allo stesso Fitzgerald, ex casanova ed ex alcolizzato alle prese con il mistero di un’esistenza ormai votata alla dissoluzione finale.
Un altro capolavoro e caposaldo della letteratura mondiale uscito nel 1925 è Il processo di Kafka, considerato uno dei suoi capolavori seppur rimasto incompiuto. Come per Il grande Gatsby, anche da questo romanzo è stato tratto un film di grande successo.
Ti segnalo una edizione datata 2014 sempre edita dalla Universale Economica Feltrinelli:
Josef K. condannato a morte per una colpa inesistente è vittima del suo tempo. Sostiene interrogatori, cerca avvocati e testimoni soltanto per riuscire a giustificare il suo delitto di “esistere”. Ma come sempre avviene nella prosa di Kafka, la concretezza incisiva delle situazioni produce, su personaggi assolutamente astratti, il dispiegarsi di una tragedia di portata cosmica. E allora tribunale è il mondo stesso, tutto quello che esiste al di fuori di Josef K. è processo: non resta che attendere l’esecuzione di una condanna da altri pronunciata.
In Italia, invece, è l’anno della silloge Ossi di seppia di Eugenio Montale, pubblicata a Torino dalla casa editrice di Piero Gobetti. In questo caso, a differenza di tutto quello raccontato finora in questo articolo, affiorano alla mia mente ricordi scolastici inerenti allo studio di alcune poesie contenute in questa raccolta composta da ventitrè liriche.
Meriggiare pallido e assorto / presso un rovente muro d’orto…
Come dimenticare questi versi? Nonostante i tanti anni passati dai tempi della scuola, e come dimenticare l’altra splendida poesia dal titolo Spesso il male di vivere ho incontrato?
Maturando una voglia di rileggerle tutte, segnalo una edizione Oscar Mondadori uscita nel 2016:
“Ossi di seppia” è un grande classico, una tappa esistenziale nel cammino della poesia europea del Novecento, un’opera in cui la tensione ininterrotta del pensiero si esprime nella sintesi di uscite folgoranti, ma anche nell’articolarsi per immagini della meditazione lirica.
Il libro si propone come strumento non solo di lettura ma anche di approfondimento e studio degli “Ossi di seppia”. Il testo, corredato da un cappello introduttivo e da un commento a cura di Pietro Cataldi e Floriana d’Amely, è infatti accompagnato dall’importante saggio di uno dei nostri maggiori critici, Pier Vincenzo Mengaldo da un profilo biografico dell’autore, da una bibliografia sull’opera e da un intervento di un poeta e critico come Sergio Solmi.
CONCLUSIONI
E anche questo nuovo viaggio nel tempo giunge al termine, un percorso che per forza di cose, essendo così tanto lontano e così tanto immerso in una epoca incredibilmente diversa da quella moderna, non può avere la stessa forza emotiva di quelli fatti negli anni sessanta e negli anni settanta, ma che comunque, attraverso le sue curiosità e le sue uscite letterarie ha saputo rendersi molto interessante.
Senza dimenticare che il 1925 è stato anche l’anno dell’ascesa del fascismo, l’anno in cui Benito Mussolini si è preso tutte le responsabilità del delitto Matteotti avvenuto nel 1924, l’anno della piena presa del potere dittatoriale, dimostrato con l’introduzione del saluto romano nei rapporti tra superiori ed inferiori e con la nascita dell’Istituto Luce: strumento di comunicazione per la propaganda del regime fascista.
L’anno in cui un giovane Sandro Pertini, viene arrestato per la prima volta a seguito del suo impegno politico contro il regime.
Perché come detto all’inizio, è giusto andar di fretta, ma senza tralasciare nulla e senza perdere la memoria di ciò che è stato.