Per quanto il titolo mi facesse presagire una storia dai contorni impenetrabili e misteriosi nella pratica Abissi (Elison Publishing) si è rivelata un semplice racconto di fantascienza. Ad essere onesti, sfido chiunque, chiuso un libro di ottocento pagine, a non trovare terapeutico qualsiasi testo che avesse un terzo delle pagine e che di storico e intellettualmente complicato non avesse davvero nulla.
Abissi, tra fantasy e paranormale
L’approccio al libro mi ha riportato alla mente il filone cinematografico dello squalo, creatura crudele e demoniaca che si scaglia contro il genere umano (forse a difesa del suo mare?) da cui, più per principio che altro, viene cacciata e inseguita fino alla completa distruzione. Non voglio certo spoilerare nulla, sia mai. Certo è che dopo le prime righe di lettura, in qualche modo, è facile immaginare cosa aspetta al simpatico villaggio situato sul tranquillo lago di Baikal, ombelico del mondo per le sparizioni dei pescatori e luogo tristemente famoso per gli strani fenomeni fuori dai normali equilibri marini.
Ozersk non poté notare che il coperchio della cassa si spostò dalla propria sede aprendo un varco. L’uomo, in apnea, scoprì che il portellone della carrozza aveva ceduto durante la caduta nel lago. Lo superò con ampie bracciate, trovandosi a sguazzare nel vuoto. Una miriade di bollicine prese a danzargli davanti il volto. Girandosi, vide la carrozza svanire in profondità. Galleggiò per qualche secondo, stordito.
Poi sferzò l’acqua con le gambe doloranti, puntando verso l’alto. A grandi bracciate raggiunse la superficie. Quando la testa sbucò fuori dall’acqua un grido disperato gli scaturì dalla gola. Attorno a sè vide il resto del convoglio inabissarsi. Si guardò attorno, respirando a fatica. Del macchinista non c’era traccia. Questi e Ozersk erano gli unici passeggeri del treno.
Spinto dalla volontà di sopravvivenza, cominciò a nuotare verso la riva. Una bracciata dopo l’altra. Mentalmente, pregò che la cassa fosse ancora recuperabile. Doveva trovare un modo per chiamare soccorsi; Poi avrebbe fatto di tutto pur di recuperarla dalla carrozza. Mai e poi male avrebbe accettato il fatto di averla perduta per sempre. Stava eseguendo l’ennesima bracciata quando qualcosa gli urtò il piede destro.
Per un attimo gli sembrò di aver colpito uno scoglio. L’acqua intorno a sé cominciò a ribollire. Abbassò lo sguardo e strabuzzo gli occhi dalla sorpresa; l’acqua aveva un colore atipico, di un rosso cupo. Per una frazione di secondo, Ozersk provò dolore, poi un’ondata di calore, poi l’impressione di essere trascinato sott’acqua. E infine proprio nell’attimo di morire l’agghiacciante sensazione che qualcosa lo stesse divorando.
Abissi, cosa nasconde il lago Baikal?
Tutto gira intorno alla figura di Gaia Bernardi, protagonista della storia che, ammetto, mi è piaciuta. Solidarietà femminile? Sì, perché no! Finalmente la donna è al centro della scena e nella letteratura fantascientifica non è certo frequente. In questo caso Gaia è forte, coraggiosa, tenace, sa disbrigarsi tra le varie situazioni oltre che coinvolgere il gruppo di ricerca tutto al maschile trascinandolo alla verità con determinazione, quasi al limite dell’incoscienza.
Il tutto chiaramente è costellato da imprevisti, atti eroici, eventi spiacevoli, crolli psicologici, legittimi timori ed improvvisi quanto mai terapeutici sentimenti che non guastano mai. Il finale è forse ovvio, immaginandolo sul grande schermo scatenerebbe la giusta adrenalina, ma niente di più.
Devo comunque sottolineare che Stocovaz non è nuovo a questo tipo di genere, Abissi è il suo terzo romanzo dopo Zanne nelle tenebre e Ombra di morte usciti nel 2016. È esperto in documentari e cortometraggi, ha ricevuto con soddisfazione il premio per la migliore sceneggiatura oltre a vari riconoscimenti per i racconti. Non voglio tessere troppi lodi all’autore, ma restituirgli le dovute competenze mi è sembrato giusto.
Detto questo, al di là dell’ovvietà della storia, nulla da dire sui dialoghi che se pur semplici e accademici, sono scritti bene e con i ritmi adeguati al soggetto, quelli giusti per destare curiosità e suspense al lettore.
Cosa ne penso? Che il romanzo di Davide Stocovaz è una lettura gradevole, si legge con facilità, la consiglio soprattutto ad un pubblico di lettori giovani, a chi è attratto da questo genere e ai nuovi che vogliono colorare di mistero i pomeriggi di lettura. Ripeto, nulla di più.