A tempo di tango, scacco matto a Buenos Aires un libro di Mario Abbati ed edito da Bookabook, è una storia che non solo gli amanti del tango dovrebbero leggere, una narrazione che rivela parecchi colpi di scena, molti dei quali inaspettati.
A tempo di tango: i due tanghèri che ballano su quella scacchiera fuori dal comune
La cover del libro ci propone, in primo piano, una donna e un uomo impegnati in un sensuale tango. Il vestito rosso di lei, l’abito scuro di lui, i loro passi in perfetta armonia, i loro volti non sono raffigurati.
La coppia sta muovendo i passi non su un comune pavimento, ma su quella che ha tutta l’aria di essere una scacchiera… una scacchiera inusuale, però!
Toni De Mastrangelo è un maestro di tango che gestisce una piccola scuola dal nome TodoTango a Roma. Una scuola che vanta solo cinque iscritti. L’uomo ha abbandonato il suo lavoro alle Poste per seguire quella che è la sua vera passione: il tango.
Questo ritmo che sente dentro e che non può fare a meno di amare.
La vita del nostro protagonista passa bruscamente da una perfetta routine a un’altalenante instabilità: da un evento, quasi a catena, si susseguono poi tutti gli altri e per il nostro maestro di tango niente sarà più come prima, in special modo da quanto il Pangioco – Panjuego – di Xul Solar fa ingresso nella sua vita
«Se il Pangioco mi è cascato fra le mani un motivo ci sarà, per questo non lo voglio restituire.»
Il testo si suddivide in tre parti, la prima si svolge nella città di Roma, la seconda nella città di Buenos Aires, la terza sempre in questa città ma vede un titolo diverso, ovvero Lo spazio degli eventi. La prima parte è composta da dieci capitoli, la seconda da dodici capitoli ognuno dei quali è contrassegnato dal numero scritto in lettere e in spagnolo. La terza da quattro capitoli. Infine i ringraziamenti.
La narrazione si svolge in prima persona, la scrittura è scorrevole, il linguaggio semplice, ma al tempo stesso si rende elegante per via dell’uso di una terminologia variegata. Il ritmo narrativo non è mai monotono, grazie ad suspense e agli eventi imprevisti che si verificano.
Gli avvenimenti sono ben incastrati tra loro.
Ho molto apprezzato le descrizioni dei personaggi che a vario titolo ho incontrato durante la lettura. Anche quelli minori, non solo quelli principali, sono stati descritti dall’autore in modo da renderti subito l’idea di come fosse il tipo.
Non sto parlando del colore degli occhi o dei capelli, o del colore dell’incarnato, o meglio non è solo questo, è il modo nel quale Mario te li pone: anche da un dettaglio capisci com’è strutturato il personaggio.
«È quasi più largo che lungo, di età indecifrabile. Ha una faccia rotonda coi capelli lisci color pece, una frangetta da ragazzino che gli scende sulla fronte bassa, due occhi celesti di una possibile discendenza germanica che rendono il complesso ancora più grottesco, il naso schiacciato alla pugile, due incisivi da coniglio che sporgono da una bocca appena delineata.»
A tempo di tango, scacco matto a Buenos Aires: bisogna lasciarsi alle spalle il passato e guardare al futuro
Il nostro protagonista, Toni De Mastrangelo, come detto, vede la sua tranquilla vita sgretolarsi a poco a poco, tutte le certezze – forse poche – che egli aveva vengono distrutte come accade a un castello di sabbia colpito dalle onde del mare.
Una di queste certezze però resiste a tutto, agli eventi spiacevoli, agli imprevisti, al tempo: sto parlando del tango. Toni sa bene che non potrà fare mai a meno di questa sua passione che non solo è lavoro, ma rappresenta la sua vita.
Il personaggio di Toni mi è davvero piaciuto, è ben strutturato, la narrazione ci viene raccontata da lui direttamente e ce la racconta in modo così confidenziale, così naturale che sembra quasi te la stia narrando dal vivo.
Quello che ho maggiormente apprezzato è la sua ironia, sarà perché a mio avviso l’ironia è qualcosa di imprescindibile, qualcosa che ti aiuta ad alleggerire anche le situazione più scabrose, e Toni lo è. Lo è veramente tanto e sempre al momento giusto e nella misura esatta. Anche nelle situazioni dove, in effetti, ci sarebbe ben poco da farne.
Certo, v’è anche da dire che Toni è anche un uomo fortemente legato al passato, la cui vita era saldamente ancorata a quella di una donna, come una barca ormeggiata al molo.
Tuttavia grazie all’intervento di vari fattori, quali i personaggi che compariranno nella sua vita, il caso fortuito, la decisione di dirigersi verso la città che ha sempre anelato visitare, Buenos Aires, egli capirà che, in effetti, bisogna lasciar andare gli eventi passati, oramai successi, che occorre guardare al futuro e a ciò che noi possiamo davvero fare.
Tra gli altri personaggi, vorrei segnalare Vinicius, un estroso e sui generis militare argentino in pensione, che sarà protagonista di un colpo di scena, Eulalio Figueroa, imponente maestro di tango – e di vita -, colui che ha tutte le vocali nel nome e, tra le donne, l’eccentrica, cinica, sfrontata, conturbante Estela, una giovane donna argentina che, vedrete, vi lascerà di stucco.
«Come te lo spiego, Estela, che la parete che grava sulle nostre teste è la riproduzione esatta della scacchiera del Pangioco? Mancano solo i simboli arcani e su quei cristalli ci si potrebbe giocare una partita con essere umani al posto delle pedine.»
Dimenticavo: non mancherà di stupirti anche un gatto di nome Sigmund e la sua costellazione familiare.
A tempo di tango, scacco matto a Buenos Aires ti proporrà tanti eventi che andranno a comporre la narrazione, situazioni che come tessere di un puzzle ti mostreranno una storia originale e indimenticabile.
«Però ricordati bene che ho detto prima» mi minaccia con un dito «se non ti sganci dal passato, i tuoi sogni rischi di non realizzarli mai. Vale per il tango, ma non solo.»